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[tab title=”Italiano”]Il Venezuela non è soltanto un importante esportatore di cacao, caffè e tabacco ma anche di talentuosi producer techno: questo è il caso di Sergio e Israel, in arte Fur Coat. Il duo, piano piano, si è fatto largo nel mondo delle etichette che contano a colpi di produzioni eccellenti ed esaltanti, per le orecchie e per il corpo. Crosstown Rebel e Hot Creations in primis, prossimamente con la BPitch Control, e noi possiamo darvene un assaggio. Chi dice che sul piano musicale il Sud America non conta si ricreda immediatamente! Ne sentirete parlare a lungo dei Fur Coat, parola di Soundwall.
Partiamo dall’inizio, come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti a Caracas circa 10 anni fa. Per farla breve, dopo una festa realizzammo di essere vicini di casa, e incominciammo ad uscire insieme. Da lì iniziammo a suonare in back to back. Naturalmente quel back to back divenne una festa, e le persone incominciarono a guardarci come un duo, anche se abbiamo avuto delle carriere soliste allo stesso tempo. Dal quel primo giorno, il rapporto divenne molto di più che un’amicizia, una fratellanza.
Quali erano le vostre influenze quando suonavate a Caracas? Adesso sono le stesse o sono cambiate?
Abbiamo sempre detto che veniamo da una scuola house e techno. Oltre la musica elettronica, veniamo da un paese e da genitori influenzati dalla musica disco, r&b, soul, rock e salsa. Così abbiamo come influenze un mix di tutto. Così come tutti i generi, musiche, stili e idee girano attorno. Le nostre influenze possono arrivare da tutti i generi, ma quello che abbiamo creato nella nostra musica come Fur Coat era un suono un po’ più profondo e con più voci; adesso stiamo mostrando un lato più scuro, strumentale e tecnico.
Entrambi venite dal Venezuela, com’è la scena lì?
La scena venezuelana è stata sempre magnifica. Non soltanto perché le persone sono calorose (in generale tutti i latini americani) e per il desiderio di fare festa che ci scorre nelle vene, ma la possibilità per i venezuelani di viaggiare ed essere influenzati dalle cose che avvengono in tutto il mondo. Per chi non lo sa, centinaia di djs dai grandi e piccoli nomi hanno visitato il nostro paese verso i tardi anni ‘90. La situazione politica nel nostro paese in questo momento ha reso le cose un grosso problema per colpa di tutte le restrizioni di compravendita con la valuta estera e altri problemi politici ed economici. Anche se possiamo dire che le persone che tuttora vivono in Venezuela, non hanno problemi a realizzare gli eventi, e continuano ad ingaggiare dj internazionali per fargli visitare il nostro paese, e abbiamo party ogni weekend con dj della scena locale.
Con il remix a Russ Yallop e la vostra “Space Ballad” avete da subito stretto un forte legame con la Crosstown Rebels. Come avete conosciuto Damian Lazarus e com’è stato entrare nella famiglia dei “rabel ravers”?
Con Damian è sempre stato così naturale quello che abbiamo costruito. Io (Sergio) ho tuttora un contatto con lui tramite le emails. Come duo era chiaro che volevamo sviluppare questo progetto con lui. Così un giorno dopo aver ricevuto una risposta su della musica che gli avevamo mandato, lui fù veramente propositivo per averci a bordo della Crosstown Rebels e non soltanto come artisti che rilasciano qualcosa e basta, ma come un lungo rapporto da fare crescere.
Quando entrate in studio avete le idee ben chiare su cosa fare oppure avete un approccio del tutto imprevedibile?
A volte lo facciamo, a volte non lo facciamo. Anche se abbiamo un’idea quando andiamo in studio, lasciamo le cose andare e ci jammiamo intorno. Questa è l’unica via per liberare le nostri menti e pensare fuori dal coro e portare le cose ad un prossimo livello
Che cosa ascoltate quando non siete i Fur Coat?
Sergio: Io ascolto tante cose, può essere musica elettronica che compro su Beatport o i promo che prendo, o artisti di tanti generi come James Blake, Kendrick Lamar, Moderat, Beck, Depeche Mode, Junior Boys, Kool and the Gang, Kanye West, Devendra Banhart, Outkast, R.E.M e potrei andare avanti… hahaha.
Israel: Ogni giorno provo a vedere quello che succede nella scena, podcast, live set dai nostri dj preferiti, poi oltre la musica elettronica sono un grande fan della musica degli anni ’70 e ’80 ma anche salsa e reggae che mi collegano alle mie radici latine.
Parliamo di “There’s No Time”, il vostro ultimo EP uscito per l’Hot Creations di Jamie Jones. Com’è nato? A chi o cosa vi siete ispirati?
È nato semplicemente jammando in studio. Jamie aveva già preso “Together”. Avevamo una sorta d’idea di quello volevamo fare ma niente era chiaro. Così abbiamo iniziato a cercare la bassline principale che era la parte orecchiabile della traccia. Tutto si è sviluppato da lì, noi volevamo una traccia dancefloor. Il resto è venuto da sè.
Avete suonato al DC10 di Ibiza e al Warehouse Project di Manchester. Com’è stato per voi portare la vostra musica dentro dei templi sacri come questi due party e che rapporto avete con l’Europa?
È stato semplicemente incredibile. Due posti con un grosso nome e una grossa reputazione per molti anni. Quest’anno torneremo al DC10 per il Paradise durante l’estate e potremmo andare anche al WHP. A proposito della nostra musica, facciamo solo quello che ci piace fare ad ogni data che suoniamo. Creiamo una storia per le persone con salite e discese da portare a casa. Entrambe le date sono state sorprendenti, così come il tempo trascorso al DC10 e al Paradise con la Hot Creations Crew, e al WHP quando suonammo con il Rebel Rave.
Che cosa preferite: suonare in club con un’atmosfera scura e calda o suonare in un festival, all’aperto, davanti a migliaia di persone come vi è già successo per esempio con il Day Zero in Messico?
Entrambi hanno la propria magia. Noi amiamo suonare entrambi gli shows, è una necessità. In posti scuri e caldi, probabilmente abbiamo uno slot più lungo, che ci dà la liberta di portare le persone senza problemi in un viaggio ed evolvere il set quanto vogliamo. Dall’altro lato, i festival hanno set più corti, probabilmente attorno ad un’ora e mezza, allora arrivi per fare ballare la gente in maniera energetica, e provi a compressare le migliori tracce che hai in testa in quel lasso di tempo. Ogni tipo di party ci riempie di differenti emozioni, esperienze e ricordi.
Avete definito la vostra house “forward thinking music” e questo mi fa pensare che non vi riferite soltanto al genere musicale nel senso stretto del termine ma bensì c’è un approccio molto più aperto e filosofico. Spiegateci il senso.
Come abbiamo detto prima, veniamo da un vasta gamma di house e techno. Quindi non abbiamo bisogno di una label che ci identifichi. L’unica cosa che ci caratterizza è che noi siamo produttori e dj techno. Se suoniamo in profondità, più tech, più house o se produciamo brani più scuri, emozionali o qualsiasi definizione dai a un set o ad una traccia specifica, quello va nell’house e techno. Quello su cui ci concentriamo è fare musica fresca e moderna, che non sia usa e getta. E come dicono in molti, la buona musica durerà per sempre.
Qual è l’esperienza più bella che avete vissuto in questa intensa carriera da dj?
Wow… così tante cose. Ma pensiamo che non c’è nulla che ci fa più felici di quando arriva qualcuno e ti dice che sei una fonte di ispirazione per lui, per una traccia, per un set o a per quello che facciamo. Questo è veramente qualcosa di cui andiamo fieri. Con la gente che viene sempre da noi con qualcosa da dirci o meno, conosciamo tante persone e abbiamo amici in tutto il mondo. Questa è una cosa fantastica per quanto riguarda la nostra carriera e come la musica unisce le persone, da qui nascono le amicizie.
Recentemente siete stati i protagonisti di un tour americano che vi ha visto girare in lungo e in largo tutto il continente. Com’è stato, cosa vi ha insegnato in particolare e cosa vi ha lasciato dentro?
Per noi è sempre incredibile andare in Nord e Sud America. Abbiamo tanti amici, dai venezuelani che vivono all’estero alle persone che conosciamo in tour. E’ un prato che conosciamo molto bene in quanto abbiamo viaggiato per molti anni in tutta l’America. Questa volta abbiamo fatto un bel tour che si è concluso con il WMC 2014. È stato un mese di viaggi. Impari sempre qualcosa in tour, da come la pensano le altre persone, ai modi di parlare, il cibo, le varie persone ed energie. Quindi in un tour come questo arrivi con nuovi punti di vista, nuove sensazioni, nuovi sapori, e nuove esperienze da aggiungere al libro della vita
Prossimi progetti?
Abbiamo da poco rilasciato un EP per la Bpitch Control. Ha tre tracce, una di queste con Jaw dei D.O.P. alla voce. Dopo di che, abbiamo un’EP in uscita sulla Crosstown Rebels per la fine dell’estate e alcune sorprese che sveleremo il più presto possibile. Stiamo suonando ogni weekend in Europa fino ad Agosto e poi abbiamo un grande tour in Nord America. Siamo anche contenti che debutteremo in Australia a Ottobre. Siamo veramente felici di suonare al Paradise e al Bpitch Control Pool Party (dove hanno suonato al party Off Sonar).
Qual è il vostro sogno nel cassetto che un giorno vorreste diventasse realtà?
È un segreto giusto? Non te lo possiamo dire finche non diventa realtà.[/tab]
[tab title=”English”]Venezuela is not only a big exporter of cocoa, coffee and tobacco but also of talented techno producer: this is the case of Sergio and Israel, aka Fur Coat. The duo, slowly, has done well in the important labels’s world with strokes of excellent and exciting productions, for ears and body. Crosstown Rebel and Hot Creations in the first, soon with the BPitch Control, and we can give you a taste. Who says that musically South America doesn’t count changes his mind immediately! You will hear for very long about Fur Coat. Soundwall’s word!
Let’s start from the beginning, how did you meet?
We met in Caracas about 10 year ago. To cut a long story short, after a party we realized we were neighboors, and started hanging out. From there we started playing music back to back. Naturally that back to back for fun became a party, and people started seeing us as a duo, although we had solo carreers at the same time. From the first day, the relationship became more than a friendship a brotherhood.
What was your influences when you’re played in Caracas? Now they are the same or are they changed?
We´ve always mentioned we come from a school of house and techno. Outside electronic music, we come from a country and parents influenced by disco, r&b, soul, rock and salsa. So we have a mix of everything in us as an influence. As in all kinds of genres, music, styles and ideas go in circles. So our influences can come from all genres, but what we printed before in our music as Fur Coat was a bit deeper and with more vocals; now we are showing a darker, instrumental, techier side.
Both come from Venezuela, how is the scene there?
The venezuelan scene has always been great. Not only because of the people being warm (in general latin americans) and a hunger for party that we have running through our vains, but the possibility of traveling for venezuelans and being influenced by the things happening worldwide. For those of you who dont know, hundreds of djs from big to small names have visited our country since the late 90´s. The politcal situation in our country at the moment, has made things a big difficult because of all the restrictions of buying foreign currency and other political and economic problems. Although we can say the people who still live in Venezuela, have no adversities to make things happen, and still book international DJs to visit our country, and have parties happening every weekend with local djs.
With the Russ Yallop remix and your “Space Ballad” you immediately formed a strong bond with the Crosstown Rebels. How did you meet Damian Lazarus and how it was to enter the family of “rebel ravers”?
With Damian it has always been so natural what we have been building up to date. I (Sergio) already had contact with him through emails. As a duo it was clear that we wanted to develop this project with him. So one day after getting a response about some music we sent him, he was very receptive to have us on board of Crosstown Rebels and not only as artists that he will release something and thats it, but as a long term relationship to build up.
When you enter the studio do you have clear ideas about what to do or do you have an approach completely unpredictable?
Sometimes we do, sometimes we don´t. Although we have an idea when we go to the studio, we let things flow and jam around. That´s the only way to free our mind and think outside of the box and to take things to the next level.
What do you listen when you’re not the Fur Coat?
Sergio: I listen to many things. It can be some other electronic music I buy from Beatport or promos that i get, or artists from many genres like James Blake, Kendrick Lamar, Moderat, Beck, Depeche Mode, Junior Boys, Kool and the Gang, Kanye West, Devendra Banhart, Outkast, R.E.M and i could go on and on… hahaha
Israel: Everyday i try to check whats going on in the scene, podcasts, live sets from our favorite djs, then besides electronic music I’m a truly fan of the 70’s and 80’s music but also salsa and reggae which connects me with my latin roots.
Let’s speak about “There’s No Time” your latest EP released on the Hot Creations’s Jamie Jones. How is it born? Who or what inspired you?
This was born just jamming in the studio. Jamie had already picked “Together”. We had kind of an idea of what we wanted to do but nothing was clear. So we started looking out for the main Bassline/Synth which was the catchy part of the track. It all developed from there, as we wanted a groovy dancefloor track. The rest just flowed.
Do you played at Ibiza’s DC10 and Manchester’s Warehouse Project. How it was for you to bring your music into some sacred temples like these two parties and what relationship do you have with Europe?
It was simply amazing. Two places with a big name and great reputation for many years. This year we are going back to DC10 for Paradise over the summer and we might also go back to WHP. On the subject of our music, we just do what we love to do in every gig we play. We make a story with ups and downs for people to take back home. Both gigs have been amazing, as the time in DC10 was for Paradise with the Hot Creations Crew, and in WHP we played a Rebel Rave.
What do you prefer: playing in a club with a dark and warm atmosphere or playing in a festival, outdoor, in front of thousands of people like it happened for example with Day Zero in Mexico?
Both have their own magic. We love playing both kinds of shows, it´s needed. In dark and warmer places, we probably have a longer slot, which gives us freedom to take people on a journey with no pressures and evolve the set as much as we want. On the other hand, festivals have shorter set times, probably around an hour and a half, so you come here to make people dance energeticly, and try to compress the best tracks you have in mind in that amount of time. Each kind of party fills us with different emotions, experiences and memories.
You have defined your house “forward thinking music” and this makes me think that you not referred at the music genre in the strict sense of the terme but rather there is a much more open and philosophic approach. Explaining us the meaning.
Like we said before, we come from a wide range of house and techno. So we don´t need a label of an specific ¨thing¨ we have to be. The only thing you can brand us is that we are house and techno djs and producers. If we play it deep, techier, housier or if we produce it darker, emotional or whatever description comes to an specific set or track, it goes in the genre of house and techno. What we focus on, is to make fresh and modern music, that it´s not disposable. And as many say, good music will last forever.
What is the most beautiful experience that you have lived in this intense career as a dj?
Wow… So many things. But we think there is nothing that makes us happier than when someone comes and says we are an inspiration for them, because of a track, because of a set or because of what we do. That´s really something we feel honored. With people coming to us all the time with something to say or not, you get to know so many people and have friends all over the world. That´s a wonderful thing about this carreer and how music connects people, and from that point friendships are born.
Recently you have been protagonists of an U.S. tour that saw you run far and wide across the continent. How it was, what he teach in particular and what he leave you in?
It´s always amazing to go to North and South America for us. We have so many friends, from venezuelans living abroad to people we get to know on tours. It´s a turf we know really well as we’ve been traveling for many years around America. This time we did a really nice hecitc tour that merged with WMC 2014. It was a month of traveling around. You always learn new stuff on tour, from the way people think in other countries, to ways of talking, foods, the different crowds and energies. So in a tour like that you always come out with new sights, new feelings, new flavors, and new experiences to add to the book of life.
Next projects?
We´ve just released an EP on Bpitch Control. It has three tracks, one of them with Jaw from D.O.P on the vocals. After that, release wise we have an EP coming out on Crosstown Rebels for late summer and some surprises that we will reveal as soon as we can. Gig wise we are playing every weekend in Europe until August then we have a huge North American Tour. We are also happy that we will debut in Australia in October. We are really happy to play at the Paradise and Bpitch Control Pool party (where they played at Off Sonar party).
What is your secret dream that one day you would like to become reality?
It´s a secret right? Can´t tell you till it becomes true.[/tab]
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