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[tab title=”Italiano”]Gardens of God viene dalla Lituania, si, quella di Basanov e del suo progetto Ten Walls. Una piccola nazione che oggi si presenta ai nastri di partenza con questo giovane producer, il cui nome evoca un certo misticismo che si riflette poi anche nella sua musica. Ed è proprio così che gli piace definire le sonorità contenute nel suo EP d’esordio ‘YS’ su Ellum Audio, di Maceo Plex. Forse lo stesso dovremmo aspettarci da quello in uscita su BOSO. Da tenere d’occhio.
Quando hai iniziato? Quando hai capito e deciso di concentrarti completamente sulla tua carriera musicale?
Ho iniziato nel 1999 sperimentando con workstation digitali fino a quando non ho avuto il mio primo super lento, piccolissimo hdd PC. Qui sono riuscito a ricreare un vero studio di registrazione e dopo qualche anno, a 18 anni, ho iniziato la mia carriera come producer.
Perché hai scelto questo nome?
Ogni pezzo ha un suo particolare mood, è fatto di luoghi mistici e di segreti. E’ un po’ come un giardino con i suoi spiriti e le sue anime. Ogni traccia è come un giardino di Dio.
Quali sono le prime cose che hai ascoltato, qual è il tuo background musicale?
Le prime cose che ho ascoltato erano dei classici. I miei genitori mettevano su un sacco di vinili quand’ero piccolo. Successivamente ho iniziato a frequentare una scuola di musica, era più orientata sulla musica classica vera e propria. Devi sapere che quando la tua musica ti esce da dentro, non importa quale sia lo stile o il genere che poi salterà fuori.
Com’è la scena in Lituania? La musica locale ti ha in qualche modo influenzato?
La Lituania è una nazione piccola, la musica pop lì non è di altissimo livello questo significa che c’è spazio per la scena elettronica. Ci sono davvero un sacco di progetti interessanti da tener d’occhio. Certo, Ten Walls è famoso adesso, ha ispirato gli altri mostrando che niente è impossibile e non ci sono confini nella musica.
Chi ti ha ispirato?
Tutto mi ispira. La musica è espressione di quello che senti al momento, di quello che vorresti dire.
Se potessi definire il tuo stile, quale sarebbe?
E’ un po’ cupo, mistico, melodioso, a volte brillante con qualche stranezza.
Con chi ti piacerebbe collaborare?
Non importa. Voglio fare quello che faccio, al meglio che posso, e un giorno la persona con cui vorrò collaborare mi chiamerà per dirmi: ‘facciamo un pezzo insieme!’. Sarebbe la cosa più importante!
Sei un giovane produttore, qual è la tua posizione sull’infinita bagarre tra i puristi del vinile e l’uso delle nuove tecnologie?
I vinili sono stati la nuova tecnologia, come lo sono stati i CD. Amo i vinili, mi piace sentire i diversi materiali tra le mani, ma di questi tempi ognuno può scegliere cosa vuole fare, cosa è più pratico utilizzare o cosa risulta meglio agli occhi delle ragazze che ballano. Non è la cosa più importante con cosa suoni, se con il vinile o USB o le cassette, credo. I dj devono creare il party per le persone che hanno comprato il biglietto e vogliono passare dei momenti piacevoli.
Dai consigliami un paio di dischi da ascoltare…
Jon Hopkins – Abandon Window (Moderat Remix)
Qtier – Set Me On (David August Remix)
Few NOlder – If (Alt Version)
Ci sono dei locali in cui hai suonato di cui hai un buon ricordo?
Factory 7, a Londra dove mi sono esibito per la prima volta. E’ impossibile dimenticare la ‘prima volta’!
Come hai conosciuto Maceo Plex?
Ci siamo incontrati spesso, viaggiando, facendo festa insieme… ho solo bei ricordi! Mi piacciono le persone semplici, non arroganti e senza pregiudizi.
Un debutto su Ellum Audio non è da tutti, parlaci un po’ del tuo EP ‘YS’, com’è nato e quali soddisfazioni sono arrivate poi…
Non c’è musica per tutti i gusti, che possa piacere a tutti, ho fatto quello che volevo, quello che sentivo e ne è uscito un grande EP credo. La prima traccia era stata pensata per un altro lavoro, ma la sentivo ‘diversa’, non calzava a pieno e quindi ho capito che sarebbe stata ottima come punto di partenza per un nuovo progetto.
Qualche mese fa hai fatto parte del progetto podcast di John Digweed, ‘Transitions’. Com’è stato, come hai scelto le canzoni e che tipo di visibilità ti ha portato?
Come tutte le cose che faccio, sono sincero, ogni traccia è stata scelta con molta attenzione, cercando le migliori che potessero raccontare la storia che avevo in mente. I dj come Digweed sono delle vere leggende, quindi è stato un piacere far parte di Transitions e si, è un modo di avere una grande visibilità.
Sta per uscite il tuo nuovo EP su BOSO. Cosa dovremmo aspettarci? C’è stata un evoluzione di suoni?
Non mi piace fare le stesse cose due volte con lo stesso tipo di suoni. Il nuovo EP su BOSO sarà comunque dark e deep, ma sarà ancor più mistico e strano, più coraggioso, oserei dire. Rimane nello stesso contesto ma è diverso.
Progetti futuri?
Altri EP, buona musica per tutti![/tab]
[tab title=”English”]Gardens of God comes from Lithuania, yes, the one of Basanov and his Ten Walls project. A small nation that actually has at the starting line this young producer, whose name evokes a certain mysticism, reflected also in his music. Right in this way he likes to define the sounds contained in his debut EP ‘YS’ on Ellum Audio of Maceo Plex. Perhaps we should expect the same from the outcoming EP on BOSO. Just keeping an eye on him.
How did you start? When you have figured out and then decided to focus totally on your music career?
I started experimenting with digital workstations back in 1999 when i got my first super slow, super small hdd PC. I then saw a real recording studio and after a few years in my 18s I started my career as a producer.
Why did you choose this name?
Every track (or song) has its mood, mystic places and secrets. It’s like a garden with its own spirits and souls. Every track is like a garden of God…
What were the first things that you have heard, what is your music background?
First things I heard was classical. My parents would play me old vinyls a lot when I was young. Later I went to musical school, there was more classical music… You have to know where your music came from, no matter what style or genre you create.
How is the scene in Lithuania? Does the local music has influenced your productions?
Lithuania is a small country, having no high level pop music which means there is space for electronic music culture. There are some really interesting projects you should keep an eye out for. Of course, Ten Walls is huge now, it inspires others that anything is possible and there is no boundaries in music.
Who inspires you?
Everything inspires me. Music is the expression of what you feel at that moment, what you wanna say.
If you could define your style, what would it be?
It’s bit dark, mystical, melodious, sometimes bright with little weird things.
Who would you like to collaborate with?
It doesn’t really matter. I wanna do what I do, to be best as I can, and one day that person I want to collaborate would call me and say “let’s do a track together”. That would be more important fact!
You’re a young producer, what is your position on the endless dispute between the vinyl purists and the use of new technologies?
Vinyl used to be new technology, CD’s were too… I love vinyl, I love the material in my hands, but these days everyone can choose what they wanna do, what is more comfortable or what looks better for dancing girls. It’s not the most important thing what you playing, vinyl or usb or cassette, I think. DJs should just make a good party for people buying tickets to have a good time.
Please advise me a couple of records to listen to now.
Jon Hopkins – Abandon Window (Moderat Remix)
Qtier – Set Me On (David August Remix)
Few NOlder – If (Alt Version)
There are some venues of which you have a better memory? And why?
Factory7, London was the first Gardens of God gig. It’s impossible to forget the “first time”!
How was the meeting with Maceo Plex?
We meet frequently, spending time traveling, partying and afterpartying together, only great memories. I like simple people, without arrogance, pre-attitude etc…
Debut on Ellum Audio is not for everyone, tell us a bit of this ‘Ys’ EP, how it is born and what kind of satisfactions came next…
There is no music for everyone, but I did what I wanted, how I feel it and we have a great EP I think. First track was made for another project, but it felt like “different” didn’t fit to project frames and I realised that it could be a great new beginning.
A few months ago you were part of the podcast series by John Digweed ‘Transitions‘. How was it, how did you choose your tracks and what kind of visibility has brought you?
Like all the things I do, I made it sincerely, all tracks were collected carefully, looking for the best ones to tell the story I wanted. These kind of Djs like Digweed are true legends, so it’s pleasure to be a part of “Transitions” and in the other hand it’s great visibility too.
Is coming out your new EP on BOSO. What should we expect? There has been an evolution of sound?
I don’t want to stay in one place with one type of sound. The EP on BOSO will stay dark and deep, but it’s more weird and mystic, more brave, I’d say. You can feel the context, but it’s different.
Future projects?
More EPs, more great music for the great people![/tab]
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