Ho incontrato Alexander Berg e Nils Krogh, due giovani ragazzi di Goteborg, meglio conosciuti come Genius of Time, in occasione del loro primo tour in Italia durante il quale è stato possibile assistere al loro live intriso delle tipiche atmosfere nordiche, quelle che riescono sempre ad evocare l’inquietudine nell’armonia. E’ difficile non farsi coinvolgere dal percorso sensoriale che viene a crearsi nella semplicità dell’attimo, e ti guida nell’evocazione di emozioni ancestrali. Qui di seguito ho cercato di scoprirne un po’ l’essenza e carpire i loro segreti.
Genius of Time. Avete un particolare rapporto col tempo, una filosofia che vorreste condividere con noi?
Alexander: L’idea dietro il nome è che il tempo sia una delle dimensioni in cui si determina la nostra vita, molto importante nella musica perché viviamo le nostre esperienze attraverso il tempo: la musica è l’arte che da forma all’esperienze attraverso il tempo e le fissa. Ci piace sperimentare quel che succede attraverso i diversi tempi della musica.
Nils: Vogliamo vedere anche come la musica si evolve nei diversi periodi. A volte un pezzo nasce secondo un’idea ma poi si sviluppa in tutt’altro modo.
Credete quindi che qualcosa prodotto oggi possa avere lo stesso impatto sulle persone anche nel futuro o la percezione invece potrà cambiare?
Alexander: Non credo che possa avere sempre lo stesso impatto perché è difficile togliere la musica dal suo contesto. E’ difficile anche ascoltare qualcosa prodotto 15 anni fa oggi, nonostante si possa provare ad immedesimarsi nelle esperienze e nel substrato culturale del periodo in cui è stata fatta la produzione. Noi comunque non produciamo solo per il momento quindi, spero che il nostro lavoro possa essere rilevante anche oltre il tempo anche se, sono conscio che l’esperienza di ascoltare la nostra musica sarà diversa nel futuro perché probabilmente ci saranno nuovi stili, nuove tendenze ecc.
Nils: è bene tener presente che, secondo me, esistono anche certi tipi di musica cui è difficile porre in un determinato spazio temporale.
La scena musicale svedese è molto ampia. Si passa dagli Swedish House Mafia agli Knife. Con quali artisti svedesi sentite un maggior feeling musicale, con chi avete collaborato o collaborerete?
Alexander: Ci sono un sacco di scene musicali molto in salute al momento in Svezia, gli Knife fanno parte per lo più di quella pop indipendente, se vogliamo, e gli Swedish House Mafia di quella più mainstream. Nessuna di queste però è la nostra. C’è un gran fermento nella scena underground. Per esempio noi stiamo collaborando ad un album di un artista di Stoccolma, Henrik Bergqvist e rimaniamo focalizzati nel produrre musica che rimanga nel nostro spettro di conoscenza e di creatività. Siamo ispirati da molti altri artisti ma per ora non abbiamo intenzione di collaborare con nessuno di loro.
Nils: in realtà non abbiamo specifiche intenzioni a riguardo. Siamo possibilisti, rimaniamo aperti. In ogni caso fa piacere sapere di essere in buona compagnia in Svezia!
Aniara, la vostra etichetta, produce sono vinile. Perché questa scelta?
Alexander: Abbiamo creato questa etichetta insieme a Fabian Bruhn e per ora è vero, produciamo solo vinile. Stiamo comunque considerando la possibilità di distribuire tramite il digitale, anche se non è la nostra priorità. Capisco che alcune persone non abbiano i giradischi per poter fruire del vinile e che tramite il digitale sia più semplice la circolazione della musica. Quindi, il produrre in vinile non è la prerogativa del nostro lavoro con l’etichetta ma solo quello che è successo nei fatti.
Nils: Noi siamo grandi consumatori di vinili e suoniamo vinili quando dobbiamo esibirci. Produrre vinili per noi è una cosa naturale e abbiamo voluto realizzare qualcosa che avremmo voluto suonare o comprare a nostra volta. Per ora ciò che a noi importa è la musica e non il suo formato.
Che tipo di artisti cercate di produrre? Simili a voi, affini ai vostri gusti?
Alexander: Produciamo ciò che ci piace. Ci deve essere un particolare feeling con quello che produco ed è difficile da spiegare in parole. Non ci interessa quali potrebbero essere le possibili reazioni. Le uscite di Aniara sono una pura e libera espressione di creatività tramite la musica.
La vostra performance consta solo nel live o vi esibite anche in dj set tradizionali? Com’è avvenuto il vostro approccio con il live?
Nils: Abbiamo iniziato a suonare dischi come dj ma allo stesso tempo siamo entrambi musicisti. Io suono il pianoforte e Alexander la batteria.
Alexander: abbiamo iniziato promuovendo party e suonando per molto tempo nei club locali di Goteborg prima di creare la nostra performance live. Live set quindi è qualcosa di nuovo per noi rispetto a metter dischi ma abbiamo comunque voluto iniziare perché lo abbiamo trovato più interessante. Oggi come oggi ci piace fare comunque entrambi ma all’inizio fare il live è qualcosa che abbiamo voluto evitare perché è necessario trovare il giusto format secondo cui farlo sennò è preferibile continuare solo a metter dischi, no?
Quali sono le differenze tra il live ed il dj set?
Alexander: Piano piano si è iniziato a sperimentare, cercando di capire quali potevano essere i benefici di un live, cosa è possibile fare e che cosa è possibile far passare sotto al tuo controllo rispetto al djing. Abbiamo capito che è un bene avere la piena visione della composizione e non solo della sequenza delle canzoni che puoi proporre. Un esempio: puoi decidere di continuare con un certo loop per molto tempo perché percepisci che al pubblico piace quel particolare suono. Insomma, durante il live si è più liberi di improvvisare secondo le sensazioni del momento.
Nils: il live è un continuo work in progress che non è mai lo stesso. C’è stata un’evoluzione dal nostro primo live: ricordo che le prime volte le canzoni uscivano esattamente uguali a come erano incise sul disco e per noi era molto difficile e stressante. Ora però il live che proponiamo cambia di volta in volta e il risultato è molto più personale e risulta essere molto più semplice e naturale porlo in essere. E’ per questo che posso affermare di preferire il live al dj set.
Che tipo di connessione riuscite ad instaurare col pubblico durante i vostri live?
Alexander: dipende dal contesto perché capita che durante il live si è nascosti dalla console e le persone non riescono a scorgere quello che si sta facendo. In questo caso quindi il pubblico può pensare che tu stia semplicemente mettendo dischi. Questo è un po’ frustrante.
Nils: quando noi facciamo un live suoniamo solo il nostro materiale; durante un dj set invece si hanno maggiori possibilità di adattarsi alla situazione. Considerando poi che il live dura solitamente poco, circa 1 ora, è necessario coinvolgere le persone molto più velocemente. Questo non è sempre facile.
Piccole/grandi location. Qual è la dimensione che più preferite?
Alexander: non abbiamo mai davvero suonato durante grandi eventi o in grandi location. In ogni caso, preferisco suonare in situazioni contenute e ristrette, dove ci siano poche centinaia di persone; ed è ciò che preferisco anche quando esco a ballare per divertirmi.
Nils: di certo preferisco anche io i piccoli club in cui si venga a creare il “party”. Spesso nelle situazioni in cui ci sono molte persone è difficile che tutti abbiano la stessa esperienza e l’atmosfera tende a disperdersi.
Cosa avete in mente per il futuro?
Alexander: Siamo focalizzati sul produrre. Abbiamo un sacco di idee da porre in essere ed ora è il momento di realizzarle.
Nils: Nonostante questo abbiamo anche un sacco di shows in programma per i prossimi mesi.
Vi piace produrre musica quando siete in viaggio?
Alexander: produrre per noi è possibile solo attraverso la chimica che si innesca quando siamo soli e in pace, qualcosa che non è possibile raggiungere per esempio in un aeroporto. Dobbiamo essere a nostro agio con l’ambiente circostante per poterci perdere nel nostro mondo.
Nils: Lo facciamo durante la settimana infatti e credo che la sinergia fra noi sia il nostro segreto del produrre insieme.
English Version:
I met Alexander Berg and Nils Krogh, two young boys from Gothenburg, better known as the Genius of Time on the occasion of their first tour in Italy during which it was possible to attend their live steeped in typical Nordic atmospheres, the ones that never fail to evoke unrest in harmony. It’s hard not to get involved with the sensory path that is created in the simplicity of the moment, and guides you in the evocation of ancestral emotions. Below I have tried to discover a little their essence and steal their secrets.
Genius of time. Do you have a particular relationship with time, a philosophy that you would like to share with us?
Alexander: The idea behind the name is that time is one of the dimensions in which it determines our life, very important in music because we live our experiences through time: the music is the art of fixing the experience through time. We love to experiment what is going through the different times of music.
Nils: We also see how the music evolves in different periods. Sometimes a song is born according to an idea, but then it develops in a completely different way.
Therefore do you believe that anything made today will have the same impact on people in the future, or rather the perception will change?
Alexander: I do not think that could have the same impact because it is difficult to remove the music from its context. It ‘s hard to even listen to anything made 15 years ago today, although you can try to empathize with the experiences and cultural background of the period in which it was made production. However we do not produce only for the moment, therefore, I hope that our work may also be relevant over time though, I am aware that the experience of listening to our music in the future will be different because there will probably be new styles, new trends, etc…
Nils: It is good to remember that, in my opinion, there are certain types of music which is difficult to establish a specific time frame.
The Swedish music scene is very wide. Swedish House Mafia moving to the knife. Which one Swedish artist you perceive a greater musical feeling, with whom you have worked or will you work?
Alexander: The music scene is very healthy in Sweden, the Knife are in the independent pop scene, if you want, and the Swedish House Mafia in the mainstream one. None of these, however, is ours. There is a stir in the underground scene. For example, we are working on an album with an artist from Stockholm, Henrik Bergqvist and we remain focused in producing music that is in our spectrum of knowledge and creativity. We are inspired by many other artists but for now we are not going to work with any of them.
Nils: in fact we do not have specific intentions in this regard. We are open. In any case, glad to know you are in good company in Sweden!
Aniara it’s your label and release vinyl only. Why this choice?
Alexander: We have created this label along with Fabian Bruhn and for now it is true, we only produce vinyl. We are still considering the possibility of distributing via digital, although it is not our priority. I understand that some people do not have the turntables to qualify for vinyl and via digital is easier circulation of music. Thus, the production of vinyl is not the prerogative of our work with the label but only what has happened in practice.
Nils: We are big consumers of vinyl and we play it when we have to perform. Produce vinyl is a natural thing for us and we wanted to create something that we wanted to play or buy ourselves. For now, what matters for us is the music, not its format.
What kind of artists you would like to produce? They might be like you, or related to your taste?
Alexander: We produce what we like. There must be a special feeling with what I produce and it is difficult to explain in words. We do not care what could be the possible reactions. The outputs of Aniara are pure and free expression of creativity through music.
When you are on tour you also DJs or your performance must relate only to live set? If so, how did your approach to this type of performance?
Nils: We started playing records as a DJ but at the same time we are both musicians. I play the piano and Alexander the battery.
Alexander: we started promoting parties and playing for a long time in local clubs in Gothenburg before creating our live performances. Live set so it’s something new for us than be dj but we still wanted to start because we found it more interesting.
Nowadays, however, we like to do both but in the beginning live set was something that we wanted to avoid because you need to find the right format before to start cause otherwise it is preferable to continue to put only discs, right?
What are the differences between live set and dj set?
Alexander: Slowly we began experimenting, trying to understand what could be the benefits of a live, what you can do and what you can pass under your control than djing. We understand that it is good to have the full view of the composition and not only the sequence of the songs that you can offer. An example: you can decide to continue with a loop for a long time because we perceive that the crowd like that particular sound. In short, during the live you are more free to improvise according to the feelings of the moment.
Nils: live is a continuous work in progress that is never the same. There has been an evolution from our first live: I remember the first few songs came out exactly the same as they were recorded on the disc and for us it was very difficult and stressful. But now our live sets we propose changes from time to time and the result is much more personal and is much more simple and natural put in place. That ‘s why I can say that we prefer live sets to DJ sets.
What type of connection are you able to establish with the public?
Alexander: it depends on the context because it happens during the live that we are hidden from the console and people cannot see what we are doing. In this case, then the public may think that you’re simply putting discs. This is a little frustrating.
Nils: When we do a live set we play only our material, during a DJ set instead are more easier to adapt to the situation. Considering that the live set usually lasts just about one hour, you need to engage people much faster. This is not always easy.
Small club/huge venue. What size do you like most?
Alexander: We have never really played during big events or huge location. In any case, I prefer to play in contained and restricted situations where there are a few hundred people, and it is what I prefer when I go out to dance for fun.
Nils: I certainly prefer the small club where the “Party” is created. Often in situations where there are many people hardly everyone has the same experience and the atmosphere tends to disperse.
What are your future projects?
Alexander: We are focused on producing. We have a lot of ideas to be put in place and now it is the time to implement them.
Nils: Despite this we also have a lot of shows scheduled for the coming months.
Are you able to product during the tour?
Alexander: produce for us is only possible through the chemical that triggers when we are alone and at peace, something that cannot be achieved, for example, in an airport. We have to be comfortable with the environment to lose ourselves in our world.
Nils: I do during the week and in fact I believe that the synergy between us is our secret of producing together.