L’evoluzione dell’emceeing. L’arte di sciorinare rime e racconti al microfono è una faccenda sottile, molto più complessa di quel che sembra a prima vista. Un’arte che paga primo di tutto tributo alla cultura hip hop, ma che può (e deve?) essere spinta anche a percorrere altre strade musicali. Ghostpoet, al secolo il britannico Obaro Ejimiwe, è uno di quei nomi da seguire con attenzione: se ne è accorto Gilles Peterson, che ha molto lodato il suo lavoro d’esordio “Peanut Butter Blues & Melancholy”, se ne sono accorti i media, se ne è accorto tutto quel pubblico che sa mischiare le suggestioni urbane grime col fascino senza tempo del carisma di un Gil Scott-Heron.
Fino a che punto è corretto considerarti un artista hip hop, come i media stanno facendo un po’ dappertutto?
Senz’altro la cultura hip hop è una parte di me; ma, attenzione, solo una parte. In verità mi considero semplicemente un “artista”: una persona che fa suoi tanti generi quanti sono quelli che lo interessano e paiono adatti al proprio sé creativo.
Ma trovi che abbia ancora senso usare le definizioni “black culture” e “black music”?
Sai, qua entrano in campo le opinioni personali… e la mia è: no. Oggi il mondo è diventato molto più una comunità globale, tutto è sempre più interconnesso, sempre più soggetto ad incroci di stile ed influenze. Preferisco quindi semplicemente “culture” e “music”, senza aggettivi o connotazioni.
Fino a che punto è prefondo il gap che separa la scena hip hop da quella della club culture?
In realtà non mi sento un esperto né dell’una né dell’altra, quindi la tua domanda è la mia!
Però da mc quale sei, o almeno da persona dedita allo spoken word, inevitabile chiederti un’opinione se in questi anni l’importanza delle parole, in musica, è accresciuta o diminuita…
Credo che le parole siano ancora molto importanti, di per sé. Ma bisogna sempre stare attenti a quale tipo di musica ci si riferisce: ci sono quelle in cui la parola è e resta vitale, altre in cui invece può essere un elemento secondario, e anche questa seconda soluzione è accettabile.
A proposito di “quale musica”: è davvero divertente ascoltare le tue tracce e tentare di farsi una lista mentale di quali sono le varie influenze musicali che percorrono le tue creazioni. Ci potresti dire a quali ascolti sei dedito in questo periodo?
Beh, grazie per il “divertente”! In questi mesi capito spesso sulle produzioni di Metronomy, Jamie XX, Julio Bashmore, Noisette, Warpaint, così come sul rock americano anni ’80 e sull’afro jazz anni ’70.
Onestamente, ti ha sorpreso l’entusiastico responso di critica avuto dal tuo album?
Oh sì, tantissimo! Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. E’ davvero sorprendente vedere tutto il supporto e l’amore per la mia musica – qualcosa che mi spinge a fare sempre meglio.
Una domanda più tecnica: qual è il livello di bpm in cui ti senti più a tuo agio quando si tratta di cavalcare con voce e parole la musica?
Domanda interessante! Mmmh, diciamo forse attorno ai 120, o anche meno… dipende in effetti da canzone a canzone.
Quali sono gli scrittori che ammiri di più?
Chiunque riesca a restare sincero con se stesso e col suo contesto, col suo ambiente di riferimento.
Potresti dirci un libro, una poesia o una canzone che noi dovremmo veramente ma veramente conoscere e che sia in grado di aiutarci a comprendere meglio il mondo che ci circonda oggi?
A mia modesta opinione, “In Praise Of Slow” di Carl Honore. Un libro che nemmeno sono riuscito a finire, e che giusto oggi voglio ricominciare di nuovo!
English Version:
The evolution of emceeing. The art of delivering rhymes and stories on the mic is a subtle affair, much more complex than what expected at first sight. An art where tribute is due to hip hop culture firstly, but also an art where you can (and should?) also explore different musical paths. Ghostpoet, aka brit performer Obaro Ejimiwe, is one of those you better look up to: Gilles Peterson realised that, giving praise to his debut album “Peanut Butter Blues & Melancholy”, the media realised, and all the audience that dreams of combining the urban vibes of grime music with the neverending charisma of Gill Scott-Heron realised that.
To which extent is it correct to consider you, as quoted almost everywhere, as an “hip hop artist”?
I’m definitely part hip hop, but just a part. I consider myself just an “artist”, incorporating as many genres as I see fit.
Is it still reasonable to use the definitions “black culture” and “black music”?
That boils down to personal opinion. Me personally, no. The world is now so accessible and everything has become meshed together, styles, influences… I prefer just “music” and “culture”, that’s it.
How deep is the gap between the hip hop scene and the so called club culture?
I wouldn’t call myself a expert in either scenes, so your guess is as good as mine!
Do you think that the relevance of the words, in people’s perception of music, has increased or decreased throughout the years? As an mc, you need to be asked a question like that, dont’ you?
I think words are very much still relevant, but depending on what kind of music your into they could be more in the foreground of your mind or in the background.
It’s really amusing to try to enlist the various influences in your music: could you tell us where you’re at now as a listener?
Haha… Right now i’m listening to old Noisettes stuff, Julio Bashmore, Metronomy, Jamie XX, Selah Sue, 80’s American rock, 70’s Afro Jazz, Warpaint.
Were you surprised, honestly speaking, by the critics’ response to your music?
Very much so, I never ever ever expected such a response… It’s truly humbling all the support and love for what I’m doing.
A quite technical questions, maybe hard to answer: which rate of bpm do you feel more comfortable with when you have to use your voice&words over it?
Interesting question! Hmm maybe around 120 or lower, depends from song to song really..
Who are the writers you admire the most?
Any writer who stay’s true to himself/herself and his/her surroundings/environment.
Could you tell us a book, or a poem, or a song that we really, really, really should know, read or listen in order to have a clearer understanding of what’s going on nowadays?
In my humble opinion a book called “In Praise of Slow” by Carl Honore. I never got to finish it, going to start again today!