Vent’anni, in una società che è portata a trattare come “bolliti” i suoi protagonisti dopo appena qualche primavera, sono davvero un’eternità. In vent’anni fenomeni enormi, quelli capace di radunare migliaia di giovani in un colpo solo e di travolgere intere generazioni di appassionati, fanno in tempo a nascere, crescere, affermasi, morire e poi risorgere nuovamente, lesti nel fare proseliti tra i figli dei primi seguaci.
Noi che viviamo di musica abbiamo ben presente la faccenda, sempre pronti a fare diggin tra gli scaffali polverosi di vecchi negozi di dischi o a rastrellare Discogs alla ricerca di preziose prime edizioni. Abbiamo visto la techno e l’house affermarsi, vivere le rispettive fasi di stallo e declino e poi risollevarsi con energia. Le abbiamo anche viste riscoprire con gioia i propri pionieri e i propri grandi classici. Abbiamo vissuto la fase minimale, non importa se algida e asettica come quella a firma Richie Hawtin o quella gommosa che ha in Perlon la sua stella polare, e siamo stati investiti dal filone latino guidato da Villalobos e Luciano. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare tante donne in consolle, sempre più protagoniste della scena.
Ha attraversato le nostre orecchie tanta di quella musica da riempirci la vita di ricordi vari e preziosi. Istantanee musicali che, per chi vive a Roma, hanno avuto spesso in comune un luogo, un club speciale, che nel corso di questi interminabili vent’anni è stato il loro teatro: il Goa. Lo scorso 29 ottobre due dei suoi maestri, Giancarlino e Claudio Coccoluto hanno condiviso la consolle come non accadeva da tempo, facendo fare al club un tuffo nel passato in onore di questa importantissima ricorrenza. Ne sono stati felici i clienti di vecchia data, anche solo per una questione affettiva, e i le nuove generazioni che si approcciano al clubbing da meno tempo.