L’avere amici sempre attenti alla musica che sta per essere pubblicata è una fortuna inestimabile. Nel nostro caso, infatti, sono decine le segnalazioni che ci arrivano ogni settimana per sottoporci gli EP in uscita di molti dei giovani – spesso e volentieri italiani – più validi in circolazione. Tra questi ci sono Fabrizio e Nicolò, in arte A Sacred Geometry, duo romano di stanza a Berlino che vive ventiquattro ore su ventiquattro immerso nella musica, dividendosi tra sound design (di giorno) e la produzione di musica per la propria label (appena tramonta il sole). Ben lontani dagli omologatissimi “standard techno” che stanno caratterizzando gli artisti a caccia di rapidi consensi, è proprio grazie alla seconda release per ASG che sono finiti sotto la nostra lente d’ingrandimento.
Oggi Giant Steps vi presenta le atmosfere nostalgiche di questo progetto che vi consigliamo vivamente di seguire. A garanzia delle nostre parole la registrazione del loro recente live al Tresor; che dite, può bastare?
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che vi ha cambiato la vita? La primissima. Quella che vi ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
N: Difficile dirlo, più che di un disco posso parlarti di un concerto, Rage Against The Machine a Roma nel 2000. Mi portò a vederli mio padre, a cui devo gran parte della formazione mia deformazione musicale.
F: A sedici anni ricevetti in regalo da un parente “Darwin” dei Banco Del Mutuo Soccorso. La scoperta del progressive rock italiano fu la nascita della mia passione per i sintetizzatori.
Passo numero due: quando avete capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della vostra vita?
N & F: Probabilmente al momento della firma del primo contratto come sound designer. Ci ha fatto rendere conto che tutto stava diventando più serio.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel vostro rapporto con la musica?
N & F: È difficile parlare di vera e propria crisi, lavorando in due non sempre è semplice organizzare il nostro tempo, far coincidere i momenti di creatività con quelli in cui possiamo effettivamente dedicarci a questo progetto.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella vostra carriera?
N & F: Sicuramente un passo fondamentale è stata la pubblicazione del primo disco, avere avuto un riscontro positivo ci ha dato l’energia e la motivazione giusta per investire ancora di più nel progetto.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le vostre altre passioni? Come le sviluppate? Quanto tempo riuscite a dedicare loro?
N & F: La passione principale è la musica. La parte difficile è lavorare come sound designer per la maggior parte del tempo, poi staccare la spina e ricominciare a produrre musica per il nostro progetto, anche se ovviamente le due cose non sono svincolate del tutto. Lavorare molto con il suono ci permette di essere più sicuri quando produciamo come A Sacred Geometry e viceversa. Fortunatamente nei momenti bui, la birreria vicino al nostro studio offre spesso motivo di ispirazione.
Passi perduti: quali sono finora i vostri più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
N: Non aver imparato a suonare uno strumento da piccolo. Ho studiato un po’ di chitarra, ma non a sufficienza.
F: Anche io rimpiango molto di aver lasciato a metà lo studio del violino.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
N & F: Restando in tema:
Plastikman “Consumed”
Alva Noto + Ryuichi Sakamoto “Insen”
Vangelis “Blade Runner”
Nine Inch Nails “The Slip”
Sandwell District “Feed Forward”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
N: Per i quanto riguarda i film, i primi che mi vengono in mente sono sicuramente la trilogia del dollaro di Sergio Leone e “L’odio” di Kassovitz. Un libro che consiglierei è invece “Der klang der Familie: Berlin, techno and the fall of the wall”, un insieme di interviste a persone che hanno ruotato nella sfera underground berlinese a ridosso della caduta del muro.
F: “Hacker Ethic” di Pekka Himmanen, è un libricino di sociologia che tra le altre cose mette in contrapposizione l’etica del lavoro delle comunità hacker, che si basa sulla creatività, la passione, la cooperazione e l’autoorganizzazione, con quella della società odierna, invece fondata sul valore calvinista del sacrificio e dove l’unico obiettivo è il salario. Consiglio invece la visione de “Lo zoo di Venere” di Peter Greenaway.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
N & F: Senza dubbio il riscontro del pubblico durante i live. La sensazione di suonare davanti ad altre persone la nostra musica, e vedere che la gente si diverte, balla e segue il flow è molto gratificante.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
N & F: Ci troviamo a nostro agio con la situazione attuale e vediamo senza dubbio i molti benefici dal punto di vista musicale, come ad esempio l’allargamento del bacino d’utenza. Chiaramente c’è l’altra faccia della medaglia, l’attenzione sempre più marginale data alla musica e quella crescente data all’immagine social del dj/producer o delle label. Crediamo che molto dipenda anche dall’utente e dalla propria capacità di filtrare le informazioni.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Dobbiamo tantissimo ai Dadub, che ci hanno aiutato e supportato dall’inizio, così come condividiamo tante chiacchiere e caffè con Synthek. Sicuramente avere gli studi nello stesso edificio aiuta molto, ed è sempre utile scambiare opinioni reciproche sulle nuove produzioni, o sui prossimi passi da compiere.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
N & F: Il viaggio in pullman per andare a suonare in Polonia.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
N & F: Essendo il nostro progetto nato e cresciuto a Berlino, non abbiamo avuto molto a che fare con la scena musicale italiana. Ovviamente abbiamo contatti indiretti, ma ci risulta difficile dare giudizi dall’esterno.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
N & F: È appena uscito il secondo disco su ASG, l’obiettivo è quello di intensificare la produzione e riuscire a far uscire altri due EP nel 2016. Parallelamente porteremo in giro il nostro live e stiamo lavorando su della musica per altre piattaforme.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.