Nonostante non sia semplice riuscire a catalogare in modo chiaro e univoco il suo suono, se c’è una cosa impossibile da negare quando si parla di Acirne, beh, questa è che la sua musica trasudi genuina sensualità. Nulla di ostentato e forzatamente sopra le righe, non sarebbe da lei, piuttosto qualcosa di intimo e dolce, fisico, caldo e al contempo timido. Ti rendi conto che non potrebbe essere altrimenti anche solo scambiandoci due parole, prima ancora che vedendola all’opera dietro al mixer, oppure leggendo le sue risposte alle quindici domande della nostra rubrica: Enrica Falqui sa cosa ama e lo rispetta a tal punto da aver esitato in passato, prima di lanciarsi nella mischia, consapevole che la vera esplorazione e la ricerca più rigorosa devono partire da sé stessi. Groove avvolgenti (poggiati spesso su beat dal passo lento e cadenzato) e melodie sinuose dalle inconfondibili venature dark parlano oggi per lei; noi siamo lieti di presentarvele.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
“I Will Lead (Hollway & Eastwick Mix)”. Ricordo esattamente il momento in cui l’ho ascoltata per la prima volta. Avevo diciannove anni, ero nel salotto di un amico. Si chiacchierava e nel frattempo scorreva della musica. Quand’è arrivato il momento di questa traccia ne sono rimasta completamente rapita e ho sentito che quello era il tipo di musica che avrei voluto suonare.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
L’ho capito che ero giovanissima, ma ho tergiversato a lungo prima di lasciarmi andare. Sono sempre stata una clubber sfegatata, amavo e amo collezionare musica e scoprire nuovi artisti da ascoltare e fare miei. In modo un po’ defilato, ho cominciato ad accompagnare le serate con un progetto di video-installazioni durato circa tre anni. Finché non è diventata troppo forte la voglia di trovarmi di fronte alla pista e farla ballare.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Non parlerei di vera e propria crisi, ma piuttosto di disorientamento. Berlino, ad esempio. Un anno fa ho lasciato la Sardegna, il luogo delle radici, per affacciarmi su una scena musicale più grande, competitiva, stimolante e al contempo caotica. È stato un po’ come riniziare mettendo in discussione tutto ciò che non fosse la mia identità. Dover ricostruire, a volte scendere a compromessi.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti nella tua carriera?
Uno dei momenti più significativi è stato l’uscita del mio primo disco, “Conception Vassel”, per l’etichetta Memento Records. Un EP con remix di Janina stampato su vinile. Un lavoro interamente mio dopo vari progetti condivisi e uscite in digitale. E poi le prime serate in cui ho portato la mia musica fuori dai suoi contesti più familiari, da Bucarest, la prima tappa oltremare, fino ai più recenti al Club Der Visionaere di Berlino o la serata AMAM a Barcellona.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Mi piace camminare, fare lunghe passeggiate senza meta. Perfino perdermi nel centro storico della mia stessa città. Se è estate, bere una birretta fresca di fronte a un tramonto mentre combatto con le zanzare. Se è inverno starmene al caldo, mangiare castagne cotte al caminetto e divorare libri e serie televisive sotto un piumone.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Di non aver iniziato ancora prima.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Manuel Göttsching “E2-E4”
Arthur Russel “Another Thought”
Swayzak “Dirty Dancing”
Dominik Eulberg “Flora & Fauna”
Luomo “Vocalcity”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Quanto ai libri, ve ne consiglio tre: “La casa del sonno” di J, “La fine è il mio inizio di Terzani e “Oceano Mare” di Alessandro Baricco. Per i film, invece, direi: “Mulholland Drive”, “Big Fish” e “Moonrise Kingdom”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgogliosa?
Credo di averlo già detto…
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Mi sveglio con la suoneria del cellulare. Metto la caffettiera sul fuoco. Accendo il computer e ascolto un po’ di musica. Leggo le news sulle testate online e sfoglio un po’ di “fuffa” su Facebook. Se di lì a qualche ora incontrerò qualcuno è fortemente probabile che ci si senta via Skype. C’è qualcosa di perverso e “inevitabile”, in tutto questo.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Potrei passare in rassegna i miei amici di sempre, tra cui Claudio PRC, Paolo Lodde in arte Dusty Kid, Hubble e Andrea Ferlin. È anche grazie a loro se ho intrapreso questo percorso, dopo infinite ore dedicate ad ascolti e serate insieme. Poi scambierei volentieri due chiacchiere con Margaret Dygas, che qualche tempo fa all’Hopetosse mi ha regalato uno dei set più intensi su cui abbia mai ballato.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ero in club che così belli non ne avevo mai visto e sistemavo le mie cose in consolle. Di lì a poco avrei suonato. Un amico mi passa da bere. Accendo una sigaretta. È quasi tutto pronto e manca poco prima che il dj che mi precede chiuda il suo set. Intanto sistemo le cuffie. La consolle è illuminata da luci caldissime. Vedo chiaramente la pista e la pista vede me. In quel momento mi cade la sigaretta e faccio per raccoglierla. Ce l’ho tra i piedi e mi accorgo che… sono in ciabatte. E poi mi sveglio.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Ce ne sono diverse, in effetti. Le saprete quando le avrò cambiate (sarcasm!)
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Fare un sacco di bella musica. E poi qualche palla di neve.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Bis bald!