Ancora una volta la Puglia, ancora una volta un giovanissimo talento in grado di farsi apprezzare al di fuori dei nostri confini. Parliamo di Æmris, giovane classe 1996, che con il suo estro e la sua duttilità ha conquistato la consolle del Kode_1 di Putignano, la sua città natale, regalando ai vari Âme, Ben Ufo, Move D, Tessela, Lena Willikens e Legowelt dei warm-up incredibilmente all’altezza della situazione.
Oggi, a distanza di qualche settimana dall’uscita del suo LP “Casi” sull’irlandese Variance Records, siamo lieti di presentarvelo, certi che il suo suono totalmente privo di compromessi non faticherà molto a lasciare il segno.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Il compositore che ha cambiato la mia vita da bambino è stato Philip Glass, il brano che mi ha profondamente toccato è stato “Truman Sleeps”. Con il passare degli anni mi sono appassionato sempre più a suoni più “cattivi”, che però mantenessero una certa eleganza, un po’ come quelli di Atrax Morgue.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Vivo nella musica e per la musica da tenerissima età, ho toccato i primi strumenti a cinque anni. È qualcosa di magnetico, forse d’innato, penso di possederla da sempre. Ho un passato da batterista e ho sempre sperimentato la manualità degli strumenti acustici. Sento anche ora un’attrazione per qualsiasi strumento musicale che mi passa sott’occhio.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Probabilmente devono ancora venire. Ho vissuto molti momenti in maniera intensa, soprattutto perché molte cose scorrono così velocemente, ma penso di essere ancora all’inizio del mio percorso. Ho soltanto vent’anni e non penso di aver mai avuto momenti di estrema crisi, a parte qualche piccola débâcle. Ad ogni modo nel complesso convivo bene con le difficoltà.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Devo molto alle persone che hanno creduto in me. La mia residenza al Kode_1 mi ha regalato bei momenti e per questo ringrazio il proprietario del club pugliese, Vincenzo Palazzo per la totale fiducia riposta nei miei confronti. Nel club ho potuto affiancare diversi nomi in cui ripongo particolare stima personale e artistica.
Un altro passo importante nella mia carriera artistica è stato l’ingresso in Opus Booking, con loro non si finisce mai di lavorare e non posso far altro che ringraziarli per ciò che fanno per il mio progetto. Abbiamo passato bei momenti in giro.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Ho diverse passioni, alcune un po’ pericolose! Per anni infatti, ho praticato motocross. Ho interrotto bruscamente a causa di un incidente grave. Questo sport mi ha aiutato tantissimo nell’essere spregiudicato e nell’avere coraggio in qualsiasi situazione. Amo molto andare nei boschi della mia terra con vari strumenti di registrazione per catturare i suoni della natura. Altre volte porto con me vari strumenti a percussione e registro in un ambiente che i tecnici del suono considererebbero inadatto. Mi ha aiutato nella produzione del mio EP “Casi”.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non penso di averne. Sono particolarmente autocritico, quindi spesso mi attribuisco la colpa di cose più gravi di quello che sono effettivamente, ma questo non mi porta ad avere rimpianti.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
A mio avviso si dovrebbe conoscere tutta la musica o per lo meno una buona parte. Credo che bisogna avere una visione più ampia possibile delle cose. In ogni caso, ecco cinque capolavori che secondo me sono indispensabili:
Pink Floyd “The Wall”
Throbbing Gristle’s “Greatest Hits”
AC/DC “Highway To Hell”
Current 93 “All the Pretty Little Horses”
Philip Glass “Mad Rush”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Sinceramente non mi ritengo un grande appassionato di lettura, però mi piace il cinema, guardo principalmente film bellici, preferibilmente se sono ispirati a vicende realmente accadute. Mi piace informarmi sul passato, siamo quel che siamo perché inevitabilmente influenzati dagli eventi storici. Adoro anche le trame drammatiche, specialmente se sono in bianco e nero, pellicole datate.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Un risultato artistico piuttosto pratico: sono orgoglioso di aver terminato il mio primo set-up del live modulare. Gli ho dedicato molto tempo e dedizione, per cercare di ottenere un risultato che mi sembra soddisfacente.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Penso che il web abbia salvato, e in alcuni casi valorizzato, molte cose che inevitabilmente sarebbero finite nel dimenticatoio, ma allo stesso tempo ne ha distrutte altre e ne ha cambiato l’entità o il valore. Però proviamo guardare il lato positivo della cosa: se non fosse esistito il web magari non avremmo mai fatto questa intervista.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Grazie al mio carattere, riesco a far subito amicizia con tutti, anche con le persone meno aperte alla socialità, questo mi porta a condividere spesso le mie esperienze musicali. Stimo molto Vlaysin, producer francese che ha lavorato su un remix nel mio ultimo album. Ho trovato “estrema” sintonia in un back to back con Ayarcana qualche mese fa, il ragazzo è una forza della natura. Provo, inoltre, una sincera stima nei confronti dei ragazzi di Pls.Uk, sono un esempio per la nostra nazione in tutta Europa.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ricordo questa esperienza con vena ironica, ma posso assicurarvi che al momento è stato davvero tragico: ero impegnato in una venue estiva all’aperto in pieno agosto, quando una tempesta tanto inaspettata quanto violenta ci ha colti durante il party. Ho finito il set completamente inzuppato. Per fortuna non i vinili non si sono rovinati!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Non amo particolarmente giudicare, ma vorrei che ci sia maggiore collaborazione e coesione nella scena elettronica italiana, soprattutto tra produttori. Desidererei meno chiusura mentale: è sinonimo a mio parere di grossa arretratezza.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Intanto ho pubblicato il mio primo LP su Variance Records con il remix di Scenedrone e Vlaysin e a breve uscirò con la presentazione del mio nuovo live analogico, esclusivamente industrial con l’uso del modulare.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.