Resident di Nice To Be, uno dei party partenopei più conosciuti e apprezzati dell’intero stivale, Agostino Casillo è un dj dal talento e dall’estro indiscussi. Cresciuto esplorando avidamente qualsiasi cosa fosse anche lontanamente ballabile, parte dall’house music per costruire set sempre imprevedibili, percorsi musicali perfettamente aderenti al mood del dancefloor e al sound della guest a cui sta facendo warm-up.
Oggi è sulle nostre pagine con tutta la sua passione, le sue esperienze e un’ora di musica da ascoltare tutta d’un fiato. Buon lunedì!
Ascolta “Agostino Casillo for Giant Steps” su Spreaker.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Ero piccolissimo e ne ho ricordi sbiaditi, ravvivati grazie ai racconti di mia madre che mi ripete ogniqualvolta mi vede suonare. Quando andavo a trovare i miei nonni avevo l’abitudine di fuggire in salone dove c’era il giradischi e tutta la collezione di vinili di mio zio. Iniziavo subito a sfogliarli alla ricerca del mio disco preferito ed una volta trovato lo facevo mettere su per ascoltarlo in cuffia. Quando penso alla musica la prima cosa che mi viene in mente è “Te Voglio Bene Assaje”.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Questo lo ricordo benissimo, era il 2005, avevo quindici anni ed ero già un dj alle prime armi con una voglia pazzesca di conoscere il mondo del clubbing. Un pomeriggio mentre me ne stavo seduto davanti al pc vidi questo video di Sven Vath ad Amsterdam che suonava per una folla immensa. Stava passando una traccia bellissima, “Snabeln” di Hugg & Pep. L’atmosfera del video era pazzesca, da brividi, il carisma di Sven attraversava lo schermo e mi faceva venire la pelle d’oca. Fu lì che decisi che quella sarebbe stata la mia strada, quello era il mio obiettivo, il mio sogno da raggiungere…emozionare attraverso la musica.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Crisi e musica sono due parole estremamente distanti per me, per fortuna non mi sono mai trovato nelle circostanze in cui la musica potesse rappresentare un problema. Non mi è mai passato per la testa di smettere di suonare o di allontanarmi da questo mondo. Ci sono stati sicuramente dei periodi della mia vita in cui non ho potuto dedicarle tutto il tempo che avrei voluto, ma l’ho sempre vissuta come una sana passione in cui trovare rifugio e da cui trarre solo beneficio.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sono tanti, davvero tanti! Partendo dal mio primo passaggio di cuffia a Sven Vath all’Arenile di bagnoli davanti a circa cinquemila persone, passando per il back-to-back con Zip e a quello con Sonja Moonear. Poi ci sono le prime date in giro per l’Europa, le prime release…ognuno di questi momenti mi ha lasciato ricordi stupendi e mi ha fatto crescere. Ma ce n’è uno su tutti di cui vado particolarmente fiero. Due estati fa ero in vacanza a New York ed ebbi l’opportunità di suonare per due ore e mezza ad un after a Brooklyn, Booshwick A/V. Era una di quelle poche volte in cui mi sentivo veramente ansioso prima di iniziare a suonare: avvertivo in modo particolare quell’evento, mi sentivo messo alla prova. Per fortuna fu un vero successo, tant’è che mi proposero di suonare anche la settimana successiva, ma ahimè avevo il ritorno dopo pochi giorni e non se ne fece più nulla. Il giorno seguente mi sentivo veramente bene ed appagato, essere apprezzato oltre oceano è stata davvero una grande soddisfazione.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Ci sono altre due cose che amo: la campagna e la cucina. L’amore per la natura mi è stato trasmesso da mio nonno, una delle persone più vere e belle che abbia conosciuto durante tutta la mia vita. Grazie a lui ho scoperto quanto c’è di bello vivere immersi nella campagna e quanto sia rilassarne lavorare la terra. Mi ha insegnato ad apprezzare i suoi frutti e ad amare gli animali – ne ho avuti di ogni genere: cani, gatti, cavalli, capre, oche. Purtroppo da quando mi sono trasferito non riesco a dedicare tutto il tempo che vorrei al giardino di casa, ma ogni volta che posso scappo a farci una passeggiata.
La passione per la cucina, invece, la devo a quella gran cuoca di mia madre, che mi ha insegnato praticamente tutto. Cucinare mi piace tantissimo e mi rilassa, soprattutto quando devo farlo per gli altri. I miei amici possono confermare!
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non ho grossi rimpianti, ho sempre fatto quello che volevo con la musica. Forse non averla studiata quando ero piccolo, ma purtroppo queste sono cose di cui ti rendi conto sempre troppo tardi. Una cosa per la quale invece mi mangio ancora le mani è sicuramente non essere andato a Torino ad ascoltare i Daft Punk nel luglio del 2007 per colpa di un esame. Ci sto ancora malissimo, credetemi: meglio ripetere quell’esame cento volte piuttosto che perdersi un’occasione unica come quella.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Non è semplice essere così sintetici ma cerco di farla breve elencandoteli semplicemente:
Sun Ra “Jazz In Silhouette”
Aphex Twin ”Selected Ambient Works 85-92”
A Tribe Called Quest ”Midnight Marauders”
Glenn Underground “Atmosfear”
Various “Salsoul 20th Anniversary”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Restando in tema, a chi ama la musica consiglio di non perdere il film documentario “Maestro” che racconta i primi anni della club culture newyorkese. Un libro invece che ho letto da poco e che mi ha profondamente ispirato è “Electroshock”, racconto autobiografico del genio musicale Laurent Garnier.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Su questo non ci sono dubbi, il mio primo vinile “Make it right EP”. Dato che i dischi preferisco suonarli e non produrli, è stato un traguardo sofferto ed una grande soddisfazione vedere quattro mie tracce stampate su di un dodici pollici.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Credo che il web sia una delle più grandi invenzioni di sempre: ti permette di accedere rapidamente a qualsiasi tipo di informazione accorciando le distanze come nessun altro mezzo di comunicazione abbia mai fatto. Allo stesso tempo, però, credo che sia un mezzo che vada usato con parsimonia e intelligenza al fine di evitare che la rete prenda il sopravvento sulla vita reale.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sono tanti ma mi limito a quelli sul podio podio: Zip, Ben UFO e Sven Vath
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Mangiare sfogliatelle calde alle otto del mattino insieme a Green Velvet.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Piuttosto che riferirmi alla sola scena italiana, preferisco riferirmi a quella globale. C’è troppo business in questo mondo, capita sempre più spesso che l’immagine prenda il sopravvento sul vero talento dell’artista, il tutto a discapito della qualità della musica proposta.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Concentrarmi sempre più in studio. Ci sono diverse cose in ballo, tra cui un imminente remix a cui tengo particolarmente e un nuovo EP.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.