Multinotes, Afterlife, Kompakt, tre ottime motivazioni per ospitare questo giovanissimo talento nella nostra rubrica Giant Steps. Michele Di Martino aka Aldebaran è un giovane producer romano che release dopo release ha conquistato la nostra attenzione, oggi ci racconta i passi fondamentali della sua carriera attraverso musica e parole. In attesa della sua prossima uscita, il 20 marzo su Isolate, vi consigliamo di approfondire la conoscenza di questa nuova leva del clubbing italiano. Buon ascolto, buona lettura!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che vi ha cambiato la vita? La primissima. Quella che vi ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Ricordo perfettamente la prima traccia che realmente mi ha trasmesso un’emozione nuova. Era il 2002 all’epoca non avevo una connessione internet in casa e l’unico strumento oltre la radio con il quale potevo fruire della musica era la televisione. Passavo ore ed ore dopo la scuola su MTV ad ascoltare brani offerti dalla rotazione musicale giornaliera, un giorno fui catturato da un brano nuovo mai ascoltato fino a quel momento, era “By the way” dei RHCP singolo estratto dall’omonimo album della band rilasciato quello stesso anno. Non avendo YouTube o altri portali dove poterlo ascoltare decisi di sintonizzarmi ogni giorno sul palinsesto ed aspettare che venisse trasmesso. Ero così stregato da quei suoni che qualche mese dopo il primo ascolto feci comprare ai miei genitori l’album completo. Ho nostalgia di quei tempi in cui se non si possedeva una traccia o un album per ascoltare un brano a volte bisognava aspettare, esisteva un’unicità del momento che ormai è andata persa, tutto è facilmente raggiungibile e ci si stanca rapidamente.
Passo numero due: quando avete capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della vostra vita?
Ho iniziato ad affascinarmi al mondo dell’elettronica durante l’adolescenza, ero alle superiori ed inizia con i miei amici a frequentare i primi club dell’area romana e non solo. Durante l’inverno ci capitava spesso di frequentare il Red zone di Perugia, ero così estasiato della selezione e dai suoni proposti dai resident RickyL e Sauro Cosimetti che iniziai a comprare i primi dischi e una piccola consolle. Mentre selezionavo e mixavo dischi mi accorgevo che tutto ciò non mi soddisfaceva al 100%, avevo voglia di dare il mio contributo, incidere qualcosa di mio, creare una linea di basso costruire un groove accompagnato da un tappeto melodico e così iniziai ad avvicinarmi al mondo della produzione musicale.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel vostro rapporto con la musica?
Comporre musica per me è dare un corpo ad un’idea che esiste solo nella mia testa, quindi si può dire che la composizione è un riflesso di se stessi. Essendo la produzione musicale un riflesso di se stessi essa segue gli stati d’animo di chi la crea; sia nei momenti migliori e purtroppo anche nei momenti peggiori. Ci sono stati periodi in cui non sono neanche riuscito a sedermi in studio e buttare già un’idea poiché ero mentalmente scarico o distratto, questo generava frustrazione e ansia. Tutti quei momenti della mia vita in cui ho avuto dei problemi al di fuori della musica hanno contaminato la mia serenità nel mettermi in studio e scrivere. La composizione è un flusso altalenante di gioia, ispirazione e periodi emotivamente complessi di vuoto musicale.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella vostra carriera?
Il primo passo importante degli ultimi anni è stato entrare e collaborare per l’etichetta Multinotes, ho trovato una famiglia e persone che hanno creduto nel mio progetto e nella mia musica Lorenzo, Mauro ed Enrico. Un altro dei punti più importanti degli ultimi anni è stato poter collaborare in studio e rilasciare musica con artisti del calibro di Lehar e Enzo Elia, tramite i quali ho avuto l’opportunità di rilasciare le nostre collaborazioni su etichette di fama internazionale.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le vostre altre passioni? Come le sviluppate? Quanto tempo riuscite a dedicare loro?
Quando non sono in studio a fare musica di solito esco a fare escursioni nei boschi della zona in cui vivo attualmente, i castelli romani. Mi sento particolarmente legato al mio luogo di nascita, chi non è mai stato sulle pendici del lago di Nemi non può capire quanto questa zona sia pregna di storia e mistero, sembra che tutto sia circondato da un alone di magia. Gli antichi romani pensavano che il sacro bosco del lago fosse abitato e custodito da due divinità, Diana e Virbio rispettivamente dea della caccia e dio delle sorgenti. Molti dei miei lavori sono ispirati da questo luogo esoterio.
Passi perduti: quali sono finora i vostri più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Sicuramente non aver finito il conservatorio.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo voi i cinque album (o brani) che consigliereste e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui volete bene o che stimate?
– Cluster – Sowiesoso
– Paul McCartney – McCartney II
– Burial – Untrue
– Lucio Battisti – Anima Latina
– J Dilla – Donuts
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consigliereste?
Consiglierei un film del 2007 “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”, sono particolarmente affezionato a questo film soprattutto per il connubio delle immagini alle magistrali colonne sonore di Nick Cave & Warren Ellis.
Uno dei miei libri preferiti è senz’altro “Il Ramo d’oro” di Frazer, l’antropologo scrisse questo saggio sulla magia partendo proprio dai rituali millenari che venivano praticati nella zona in cui sono nato e cresciuto, il lago di Nemi dei Castelli Romani.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora andate più orgogliosi?
Il risultato artistico di cui vado più fiero è aver completato il mio primo album che uscirà in primavera per l’etichetta Multinotes, è stato un trguardo raggiunto dopo due anni di intensa composizione musicale. Quando ho iniziato a lavorarci su non avrei mai pensato di poter arrivare fino a questo punto, sono entusiasta del risultato finale.
Passi virtuali: come state vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Credo che il web ci offra delle possibilità infinite sia per scoprire nuova musica che per promuovere i propri lavori, istantaneamente in qualsiasi parte del mondo chiunque può accedere ad informazioni e contenuti in modo rapidissimo.
L’altro lato della medaglia è il peso che si da alle informazioni o al materiale del web, la musica si ascolta il più delle volte con superficialità o le foto che scattiamo e condividiamo hanno meno valore di quelle stampate trent’anni fa che tutti conserviamo gelosamente nei raccoglitori.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui sentite più affinità, e con cui vorreste sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
I dj e producer con cui mi capita di confrontarmi molto sono gli stessi che hanno inizialmente scommesso su di me, tra questi la crew di Multinotes Lehar, Musumeci, Olderic, Enzo Elia e Dodi Palese con cui condivido tutti i miei lavori e rimango in contatto periodicamente. Scambiare idee, poter parlare e ricevere consigli da professionisti è un modo per crescere e per prendere ispirazione.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che vi è capitato di vivere?
Una delle situazioni più assurde che mi siano mai capitate sicuramente risale a molti anni fa. Durante le scuole medie facevo parte di una band insieme ai miei cugini e ci capitava spesso di provare i nostri pezzi nella case di nostra nonna che si trovava in una zona molto centrale del paese. Prendevamo in prestito gli strumenti musicali da mio zio, dagli amplificatori alle chitarre fino ai microfoni, suonavamo a volumi esagerati senza curarci degli orari o del rumore poiché passavamo la maggior parte del tempo a casa da soli. Rimanemmo increduli quando un pomeriggio d’estate alla nostra porta bussarano quattro poliziotti chiamati dagli esasperati vicini che non ne potevano più delle nostre cover. Continuammo a suonare per l’intera estate non curanti del volume.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più vi danno fastidio nella scena musicale italiana?
Della scena italiana non apprezzo la non collaborazione tra i produttori/musicisti, aleggia sempre una certa invidia in questo mondo molto competititvo. Manca la cooperazione, non si riesce a costruire una base culturale solida che possa donare all’Italia un’identità musicale degna della nostra storia. La nostra penisola è ricca di talenti, di persone che hanno dato tanto alla musica elettronica, ma che il più delle volte si sono trovate sole e poco supportate dalla scena nostrana. L’unione fa la forza.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il 2020 sarà un anno ricco di novità e nuova musica a partire dal mio album fino ad arrivare a diverse releases per varie etichette internazionali. Oltre alla musica da club sto registrando varie tracce ambient e downtempo che mi piacerebbe rilasciare nel futuro prossimo in una raccolta di lavori lontani dal dancefloor.
Passi sinestetici: salutateci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se vostra o di altri.
Un classico che ancora riesce ad emozionarmi “Levon Vincent – Man or Mistress”