Alhek è un tipo tranquillo. Tranquillissimo. E’ uno che quando ci chiacchieri insieme sa sempre come dirti le cose. Alhek vive a Berlino dal 2012, ha una figlia di un mese, studia il tedesco con dedizione e lavora con passione. Punto e a capo. Alhek quando suona è il male nero, dalle sue produzioni e dai suoi set si sprigiona un’oscurità rara, fatta di dark techno dai bassi profondi e sporcata da filtri e rumori bianchi. Mi è capitato di ascoltarlo dal vivo solo pochi giorni fa, in un luogo piccolo ed angusto, immerso in luci stroboscopiche. Lo sguardo fisso sulla consolle, la testa che dondolava a ritmo, mentre tutti noi, davanti a lui, ci godevano la discesa.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non riesco a rispondere con precisione a questa domanda, posso solo dire che non so come, ma verso i quattordici/quindici anni ero già completamente infangato nella musica. Più persone conoscevo e più lo scambio di cassette si intensificava, portandomi a scoprire nuovi suoni e nuovi generi. Al tempo non avevo una connessione internet, quindi si basava tutto sul passaparola e lo scambio. Mio fratello frequentava una scuola diversa, quindi il meccanismo funzionava al quadrato. Da quel momento in poi la musica è sempre stata una parte fondamentale della mia vita. Durante tutti questi anni ho avuto situazioni, luoghi e persone diverse intorno, ma la musica c’è sempre stata. Ogni giorno.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Questo un po’ più tardi. Fino a diciannove anni ero piuttosto confuso riguardo il mio futuro. Ascoltavo molto ed ero appassionato di hi-fi, progettavo e costruivo impianti stereo. Poi mia sorella comprò un computer con una potenza di calcolo non male (non male per quel tempo, parlo del 1999) e un mio amico mi passò un software per produzione audio. Da quel momento iniziò tutto: campionamenti, fusioni, esperimenti. La qualità e la consapevolezza nelle produzioni erano decisamente scarse, ma mi divertivo e stavo ponendo delle basi per quello che sto facendo oggi. Campionavo jazz, elettronica e hip hop, poi aggiungevo synth. Mi ricordo di aver anche usato la voce di Ella Fitzgerald.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
2006-2007, a causa di alcuni problemi personali, c’è stato come un buco, non solo nel rapporto con la musica. Ascoltavo comunque molta musica, ma senza troppo stimolo e senza cercare nuovi input.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Il primo è avvenuto dopo e forse anche grazie al buco di cui sopra. Nel 2008 mi sono iscritto ad un corso per tecnici del suono e Pro Tools a Roma. Da quel momento ho scoperto un nuovo mondo, che mi ha riportato a produrre, questa volta con molta più consapevolezza. Ho lavorato per qualche anno anche come tecnico del suono in alcuni studi a Roma, mi occupavo di missaggi rock e cominciavo la mia esperienza con il mastering. Le produzioni erano solo un passatempo, ma si affinavano sempre più e nel giro di qualche anno ho ottenuto feedback e contatti importanti dal web, soprattutto dall’estero. Uno di questi, insieme ad altre complicate vicende, mi ha spinto a trasferirmi a Berlino nel 2012. Questo è il secondo passo, il più importante, arrivato qui i contatti ed i feedback positivi sono cresciuti esponenzialmente. Ero venuto principalmente per crearmi un futuro come tecnico in studio, ma mi sono ritrovato a suonare nei club e ad avere sempre crescenti richieste sia per le mie performance sia per le produzioni. Tutto questo ovviamente mi fa molto piacere.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
In questo momento la più importante è mia figlia, ha poco più di un mese. Sono appassionato poi di fisica teorica, mi piace conoscere ed analizzare teorie sul sistema solare e sull’intero universo. L’importante per me è che il mio cervello sia sempre in “movimento”. Riesco a trovare il tempo per tutto, anche a discapito delle ore di sonno.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non credo di averne, fino a qualche anno fa vivevo in paesino dell’Umbria, ora sono a Berlino, suono spesso, ho molti lavori all’attivo e sempre più richieste, ogni cosa nuova che arriva è incredibile per me. Forse un minimo rimpianto è quello di non aver studiato teoria della musica come si deve e non aver migliorato la tecnica della chitarra, ma il tempo è limitato, meglio fare poche cose ma bene.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Cinque sono troppo pochi! Vediamo:
The Dark Side Of The Moon – Pink floyd
Kill ‘Em All- Metallica
Kind Of Blue – Mile Davis
Dig Your Own Hole – The Chemical Brothers
Ok Computer – Radiohead
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Ultimamente purtroppo non leggo più, o meglio non leggo libri, tra tutti gli impegni che ho, sto anche studiando il tedesco e preferisco leggere articoli in lingua e fare esercizi. Uno degli ultimi letti comunque è “La Lingua Del Fuoco” di Don Winslow. Per quanto riguarda i film “L’odio” di Kassovitz.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Tutti i miei ultimi lavori sono motivo di orgoglio per me, uno su tutti il mio primo vinile “Numbing EP”, uscito su “Several Reasons Recordings”. Ho composto le tracce quasi 2 anni fa, il vinile è uscito da poco, ma le amo ancora. Sono cariche di significato per me, le ho composte in un periodo molto difficile.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Direi decisamente bene. Sono sempre raggiungibile via web grazie ad uno smartphone, ma decido io come e quando usarlo. Grazie al web onnipresente ho la possibilità di ascoltare una quantità di musica fino a qualche anno fa inimmaginabile, proveniente dai più sperduti angoli del mondo, senza filtri. Lo stesso vale per l’informazione, lo svago e qualsiasi altro contenuto. Il web è onnipresente è vero, ma noi possiamo scegliere come e quando usarlo e rimanendo critici ed attenti non è difficile evitare la grande quantità di contenuti falsi e negativi.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ogni fine settimana conosco nuovi dj e producer, mi piace parlare e scambiare opinioni e conoscenze con tutti, il fatto di vivere a Berlino mi da la possibilità di incontrare molti artisti personalmente, con i quali prendo contatto prima tramite web. Quando incrocio qualcuno di veramente interessante, quasi sicuramente ne esce una qualche collaborazione, ma non mi sento di fare nomi in particolare. Per quanto riguarda la compagnia vera e propria ho i miei amici qui, alcuni sono producer altri semplici appassionati. Quando ci ritroviamo a cena insieme (spesso), ovviamente si parla di musica, progetti e serate.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Alcuni anni fa lavoravo in uno studio a Roma, per circa due settimane ho eseguito tutte le registrazioni per un tizio pieno di soldi, ma con nessuna competenza musicale, non aveva idea di cosa stesse facendo e si comportava da star solo perché aveva scritto alcuni (quantomeno discutibili) testi. I musicisti professionisti presenti nello studio hanno arrangiato e suonato tutto per lui, ma al momento di registrare la voce sono stati giorni d’inferno. Non aveva nemmeno l’orecchio decente per capire, una volta riascoltatosi, che davvero non poteva andare. Mi chiedeva conferma ogni volta e si scaldava subito se dicevo che magari era meglio riprovare. I proprietari dello studio mi pregavano di essere il più professionale e delicato possibile, dato che il tipo lasciava ogni giorno ingenti quantità di denaro. A fine giornata ero sempre distrutto, anche perché lui pretendeva di fare orari assurdi e prolungati.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
A dire il vero non è che segua molto la scena italiana, ma comunque sono uno che difficilmente s’incazza se il mercato segue questo piuttosto che quest’altro, oppure se progetti serissimi hanno poca visibilità. Nell’underground musicale c’è un mare di ottima musica, basta ascoltare, selezionare, suonare e ballare solo quello che ci piace e il problema è risolto.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Al momento vorrei provare a suonare un di più. Negli ultimi mesi le richieste stanno aumentando, mi appaga molto suonare musica che amo e vedere che la gente davanti a me si diverte e percepisce tutte le emozioni positive che sto provando anch’io. E’ qualcosa di unico. Poi ovviamente in studio non mi fermo mai, voglio avere nuove uscite su etichette con le quali non ho ancora lavorato, stampare altri vinili e magari incrementare la quantità di lavori di mastering in studio… insomma mi devo dar da fare.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.