Degli Auza non troverete una lunga storia di produzioni alle spalle. Non troverete una pagina Discogs né una scheda artista con la biografia completa. Se li cercate in rete, la cosa più significativa che troverete sarà la singola frase nella sezione profilo della loro pagina SoundCloud: “a duo of djs that love music. ALL music“. Perché gli Auza sono dj puri. E se bazzicate spesso le serate venete e in particolare quelle del giro Trash-Dance, sapete che loro due sono una specie di istituzione. Una certezza. Una di quelle esperienze che quando le vedi, ti tocca riconsiderare il significato della parola “eclettismo”. Perché qui non parliamo solo di due che dietro i piatti mettono beats e footwork, IDM e EDM, techno, house e electro, il dubstep prima, il dubstep dopo e via dicendo. Qui parliamo di due schizzati che in mezzo a tutto quanto detto sopra possono infilarci pure Cristina D’Avena, un qualche remix introvabile di una qualche colonna sonora di telefilm anni ’80 e l’ultimo ritrovato della nuova techno giapponese. Due divoratori di musica che non conoscono limiti di fronte alla pista, e che il meglio di sé lo danno proprio come intrattenitori e selector musicali. Per questo lo streaming che trovate qui sotto è (ovviamente) un loro podcast, quello compilato qualche settimana fa per i ragazzi di partyadvisor.it. Son questi i ragazzi… che vogliamo vedere in giro. Anche se non diventano famosi. Peggio per chi non li conosce, noi ce li teniamo stretti.
https://soundcloud.com/partyadvisor/auza-x-partyadvisor-sounday-001
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Luca: Sembrerà strano, ma è stata “Burattino Senza Fichi” degli Elio e le Storie Tese. Avevo 14 anni e mi ricordo ancora che quando la sentii per la prima volta, mi resi conto che la musica non era solo un “qualcosa” per riempire il silenzio, ma poteva davvero farti provare un botto di emozioni diverse. Da quel momento è stata una continua ricerca di nuove tracce e nuove e diverse sensazioni.
Marco: È difficile da ricordare. “Breed” dei Nirvana? “Let There Be Rock” degli AC/DC? Comunque una su tutte, “Alive” dei Daft Punk, è ancora l’unica traccia che non riesco ad ascoltare una volta sola. In ogni caso, il cd l’avevo acquistato al Pick-Up, a Bassano, forse è stata anche la fortuna di abitare non molto distante da un negozio così, che mi ha fatto appassionare così tanto alla musica.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Luca: Ad una festa di carnevale organizzata con i miei amici quando avevo vent’anni, nel 2007. Vedere la gente ballare la musica che io e Marco mettevamo mi fece capire che era proprio quello che volevo fare. Tuttora quando dalla consolle vedo tutta quella gente che si diverte e che balla la musica che scelgo e che mi piace provo una grande, grandissima soddisfazione.
Marco: A 16 o 17 anni, ero andato ad ascoltare il mio professore di biologia, Raffaele Bisson, suonava blues (lui voce e chitarra e Andreino Cocco all’armonica), mi ha come illuminato, fino a prima sondavo solamente i territori del metal, più o meno estremo. Conservo il cd con il suo autografo e la dedica “Marco, diventa un bluesman, non un geometra”. Non l’ho seguita proprio alla lettera, ma la tengo sempre a mente. Molto tempo dopo ho scoperto che Raffaele “il Cardinale” era uno dei musicisti blues più affermati e conosciuti in Italia. Grazie Lele.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Luca: Per ora non ci son stati momenti di crisi o di delusione. Il mio rapporto con la musica mi ha dato un sacco di soddisfazioni, nonostante il grande impegno per riuscire a seguire il più possibile artisti che mi piacciono, nuove promesse, nuove uscite.
Marco: Per fortuna nessuna vera e propria crisi fino ad ora, ma molte volte mi sono sentito veramente schiacciato dalla grandezza di certi artisti che hanno la musica come anima. E mi fanno quasi paura gli sforzi che bisogna fare, non dico per raggiungerli, ma almeno per seguirli.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Possiamo affermare che tra tutti, i due momenti più importanti sono stati il poter suonare all’Exit festival, nel 2011, che si tiene in Serbia nella fortezza di Petrovaradin, e l’aver partecipato al POW WOW nel 2012 a Pag e lì aver conosciuto un sacco di crews e artisti da ogni parte d’Italia.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Luca: Leggo molti libri e colleziono fumetti. Marvel (Iron Man, Avengers, Spiderman ecc), manga (Ken, Naruto, One Piece, Evangelion, Dragonball, Shaman King) e uscite italiane come Orfani, John Doe, Dylan Dog, Nathan Never, Julia, Pk, Rat-Man. Mi piacciono un sacco anche le graphic novel di Zerocalcare, Alan Moore e Frank Miller, giusto per citarne alcuni e tutto quello che riesce ad incuriosirmi anche solo dalla copertina. Quando riesco, dedico del tempo all’altra mia grande passione: i videogame. Gioco da quando ho memoria e appena posso accendo la mia playstation anche per mezzora, per staccare un po’ la spina.
Marco: Mi piacciono molte cose, la radio per esempio, molti programmi (Tropical Pizza o B Side su radio Deejay, Battiti e Sei gradi su Radio Tre) mi hanno fatto scoprire moltissima musica e mi hanno fatto capire quanta di buonissima qualità ce n’è. Il tempo libero che mi resta lo dedico alla lettura. Molte letture sono comunque musicali, posso dirti gli ultimi libri che ho cominciato o finito, come la biografia di Chuck Shuldiner e la storia dei Death scritta da Rino Gissi, Apocalypso Disco, di un dj e produttore storico come Riccardo Balli, All Crews in quel “remix letterario” di Lorenzo Fe, e un altro libro inaspettatamente musicale che è stato “un mondo meraviglioso” di Vitaliano Trevisan. Leggo anche molti fumetti, Dylan Dog e Martyn Mystere quelli che seguo mensilmente e poi tutto quello che riesco a trovare di Filippo Scòzzari, Stefano Tamburini, Tanino Liberatore, Andrea Pazienza, Massimo Mattioli… e sempre a proposito di arte seguo molti artisti, ne cito alcuni: 108, El Euro, Moneyless, Lucamaleonte, Sten e Lex, Maicol e Mirco, El Gato Chimney, Knore, Ce Ra, Ufo 5, Geometric Bang…
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Il nostro grande rimpianto è non riuscire a dedicare tutto il tempo necessario alla musica e lasciare a metà, e a volte anche meno, mixtape e produzioni.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Luca:
Mungo’s Hifi “Forward Ever”
Elio e le Storie Tese “Italyan, Rum Casusu Çikti”
Wombats “A guide to love, Loss & Desperation”
A. Skillz “Finger Lickin’ Export Vol.2”
The Knife “Silent Shout”
Rinse 11: Oneman
Iron Maiden “Powerslave”
Marco: Cinque sono veramente pochi, comunque:
Drexciya “Neptune’s Liar”
Morphine “Cure for Pain”
Augustus Pablo “King Tubby Meets Rockers Uptown”
Hammerbox “Numb”
Soom T & Disrupt “Ode To A Carrot”
e almeno qualche brano
Storm Queen “Look Right Through (vox)” (anche “It Goes On”)
Model 500 “Starlight” (Echospace Unreleased Mix)
The Rhythm Project “Cum On” (Club Mix)
Dennis Bovell “Blood Ah Go Run”
Frankie Hi-Nrg “Autodafé” (Ice One Rmx)
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Luca: Come film mi sento di consigliare la trilogia originale di “Star Wars”, ma anche “This is England”, il primo episodio di “Alien”, “Matrix” e “Le Follie dell’Imperatore”. Come libri adoro il genere fantasy quindi raccomanderei “Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George R. R. Martin e la saga della “Torre Nera” di Stephen King. Consiglio anche alcune graphic novel che ho trovato veramente molto belle come “Watchmen” e “La Lega degli straordinari Gentleman” di Alan Moore, “La profezia dell’armadillo” di Zerocalcare e “Saga” di Brian K. Vaughan.
Marco: Di solito i film me li faccio consigliare, mentre dei libri posso consigliarli, partendo da quello che è per me un lavoro incredibile, vero e sincero come “Non è successo niente” di Tiziano Sclavi, ma di Sclavi consiglierei anche “Le etichette delle camicie” o “Mostri” o qualsiasi altro suo libro. Un altro libro stupendo è “Prima Pagare Poi Ricordare” di Filippo Scòzzari, dove racconta la sua storia e quella di altri geni italiani che ho già citato prima!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Per ora la cosa di cui siamo più orgogliosi sono i dj set come Trash-Dance Sound System, dove proviamo a coniugare realtà ed esperienze diverse con altri dj (Leslie Lello, Hanz) mescolando tanti generi e tante idee.
Ah, e dei vari mixati che abbiamo realizzato quello per i 100% presi bene è quello che ci piace di più!
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Il web ha alleggerito e velocizzato quasi tutto, “quasi” perché la valigia dei dischi continua a rimanere pesante. Piena di dischi scoperti via web, ordinati in negozi come Juno, Boomkat o Bleep. Noi siamo molto contenti che la musica sia così accessibile, un po’ meno contente sono le nostre finanze.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
The Clerk, Populous, Clap! Clap!, Milangeles, Leslie Lello, Ckrono & Slesh, Hanz, Rmt Cntrl, Nobel, Elisa Bee, Lethal V, Mudimbi, Munstac.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ci son due momenti che ricordiamo sempre col sorriso: a Verona, durante un festival, suonavamo prima degli headliner, noi con l’impianto a pieno regime e loro con l’impianto a metà per via delle restrizioni imposte dal comune! L’altro episodio è stato mettere musica dopo il live di Cristina D’Avena e venire interrotti da lei per sentirsi dire “Ma la musica che state suonando è davvero una bomba! Possiamo fare una foto assieme?” Ecco.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Una cosa facciamo fatica a capire: in questi anni abbiamo conosciuto persone stupende, che fanno musica, grafiche, video e promozione con il cuore, con vera passione e la maggior parte “ha talento e sbattimento” (grazie Piotta, grazie Fritz) ma molto spesso sentiamo parlare di cose mediocri, che sono fatte male, o commerciali o troppo underground, mentre pensiamo che basti ascoltare i SoundCloud di The Clerk o dei Milangeles o di Clap! Clap!, di Leslie Lello, dei Numa Crew, di Ckrono & Slesh, per capire che in Italia gli artisti veri ci sono. Solo su Soundwall (a proposito di web) non so quanti produttori italiani abbiamo scoperto.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
I prossimi progetti sono riuscire a dedicarsi a tempo pieno alla musica e rimediare a tutti i mixtape non fatti e alle produzioni lasciate nell’hard disk.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.