Talentuoso giovane e collezionista di dischi a 360°, Samuele Pagliai, in arte Bakerboy, è attivo come dj sulla scena fiorentina dal 2010. Non si è mai posto limiti nei suoi dj set: costantemente eclettico e variegato, soulful ma anche spigoloso, così facendo s’è guadagnato nel 2013 il posto da resident del party fiorentino Lattex+. Un ingresso importante all’interno di una realtà del clubbing italiano altrettanto prestigiosa che gli ha permesso di condividere la consolle con nomi altisonanti del giro house mondiale come Moodymann, Marcellus Pittman, Tama Sumo e Jeremy Underground. Inoltre è proprietario della label Angis Music, di cui abbiamo curato la premiere di “Sun Metaphors” qualche giorno fa. Una giovane e brillante avventura discografica che promette molto, ma molto bene.
Dalle parole ai fatti, questi sono i suoi quindici passi da gigante. Buon ascolto e buona lettura!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Il mio babbo compra dischi da sempre e io già da bambino ero molto incuriosito da quell’oggetto “sacro” che si usava tutte le domeniche prima di pranzo, il Technics 1200. La musica dei The Police, David Gilmour e The Alan Parsons Project suonava in salotto regolarmente alternandosi a gruppi italiani come la PFM, Elio e Le Storie Tese e Lucio Battisti. Sono sicuro che il rispetto verso la musica mi sia stato trasmesso da lui ma l’emozione più grande l’ho vissuta quando sono entrato in un club per la prima volta.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ho iniziato presto a frequentare i locali della mia città, credo che avessi 16 anni. In quell’epoca ricordo bene che prima degli allenamenti di pallavolo mi fermavo spesso da Discoscratch, un negozio di dischi per dj dove conobbi Gianluca Rovinalti, personaggio che avrebbe giocato un ruolo chiave nella mia formazione. Lui era il commesso del negozio e lo presi come un vero e proprio riferimento da cui estrapolare più informazioni possibili riguardo a quel mondo che mi affascinava tanto. Confrontandomi con lui e le persone che frequentavano il negozio iniziai a sviluppare il mio gusto personale e a studiare la tecniche di mixaggio, così un paio d’anni dopo capii che volevo partecipare attivamente a quella roba, ma non più da cliente.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Non ce ne sono mai stati, la musica mi ha sempre alleggerito la testa nei momenti difficili.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sinceramente la parola “carriera” mi suona strana. Ancora non sono nelle condizioni di vivere solo di musica nonostante la mia residenza da più di tre anni con Lattex Plus. Piuttosto preferisco definirlo un “percorso”, il mio. Premesso questo ci sono molti momenti che ricordo con piacere tra cui il recente warm up per Joe Claussell che è uno dei miei dj/producer preferiti e il set di chiusura dopo Moodymann al Viper Club nel 2015. Fu un’emozione pazzesca perché stavo condividendo la stessa consolle del locale in cui mi esibii in pubblico per la prima volta con una delle mie fonti di inspirazione da sempre. Negli ultimi anni poi ho avuto anche la possibilità di esprimermi fuori dalle mura della mia città in club come il Dude di Milano, il Vicious di Roma e in bellissime realtà come Time To Play di Vicenza, Cipria e Flamingo Bar. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che hanno creduto in me invitandomi al loro party.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Anche se ho poco tempo libero durante la settimana cerco sempre di andare almeno una volta al cinema. La domenica invece mi trovate spesso a setacciare i mercatini del’usato e le fiere del disco che ci sono in giro per la città. Si fanno ancora dei grandi affari e trovo molto divertenti le contrattazioni con i venditori, altro che Discogs!
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Per il momento direi che non ho alcun rimpianto.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Eccoli in ordine di uscita!
Bobby Humprey “Fancy Dancer”
The Police “Zenyatta Mondatta”
Arthur Russell “Another Thought”
Larry Heard “Where Life Begins”
Vibration Black Finger “Vibration Black Finger” EP
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
“Moonlight”, “Arrival” e “La Pazza Gioia” sono i film che recentemente mi hanno colpito di più. Per quanto riguarda i libri consiglio la lettura di “Neuromante” di William Gibson e “Psicomagia” di Alejandro Jodorowsky.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Spendo molte ore a preparare la borsa prima di una serata. Se si tratta di aprire a qualcuno cerco di considerare il maggior numero di fattori possibili per essere pronto a tutto ed accoglierlo nel modo migliore, ovviamente con un occhio sempre rivolto alla pista. Non ho mai voluto strafare durante i warm up e molti ospiti mi hanno ringraziato per averli messi nella condizione di essere a proprio agio. Tutto ciò per me significa molto perché vuol dire aver letto nel modo giusto la situazione e sono sempre felice di poter inserire nuove esperienze nel mio bagaglio personale che poi vado a riaprire di volta in volta quando mi ritrovo a suonare negli orari centrali (in questi casi senza freno a mano). Un’altra esperienza di cui vado fiero è stata la collaborazione con The Mixtapers per “Sun Metaphors”. L’incontro con i musicisti e producer Michele Manzo e Brothermartino mi ha permesso di portare alla luce quello che era il sound ben preciso che avevo in testa da tempo e non dimenticherò mai la disponibilità e l’apertura mentale che queste due persone di grande esperienza hanno dimostrato nei miei confronti.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Come in tutte le cose ci sono dei pro e dei contro. Il web è fondamentale per studiare e approfondire tutti gli argomenti che ci interessano ma può diventare facilmente un nemico della conoscenza. Personalmente ho bisogno del giusto tempo per assimilare le informazioni e credo che l’uso smisurato dei motori di ricerca crei solo confusione.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ci sono alcune persone fondamentali con cui mi confronto ogni giorno e senza le quali sarei perso. Particolar menzione a Elena Guarini aka TAJA, amica di vecchia data che si occupa della parte grafica dei miei progetti (e dj molto brava), Francesco Baldi aka Dagdrom, Lorenzo Fortino, il veterano dj Roberto Franceschetti e infine Mirko Casalini, con il quale ho condiviso questa passione da sempre. Poi negli anni ho avuto modo di stringere un rapporto di amicizia con molte altre persone che godono artisticamente del mio rispetto. Voglio citare il fratello Filippo Zenna, Enrico Crivellaro, Filippo Tazzer, Frequency Modulation, Marcello Napoletano, Riccardo Schirò, DCDJ Soulmind, Patrick Gibin, Luca Trevisi, Claudio Fabrianesi e Francesco Farfa. Per quanto riguarda l’estero non posso fare a meno di esprimere la mia riconoscenza verso Lakuti, Tama Sumo, San Soda, Hunee e Danilo Plessow: tutti loro mi hanno dimostrato rispetto e amicizia anche se siamo su livelli professionali ben diversi.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Un paio d’anni fa in un noto locale di Firenze stavo suonando prima di Jeremy Underground quando si avvicinò una ragazza chiedendomi di mettere una canzone di Justin Bieber. Era super determinata ma le spiegai molto tranquillamente che purtroppo non avevo niente del genere in borsa e che probabilmente neanche il DJ successivo. Non feci a tempo a girarmi dall’altro lato che sentii la puntina del giradischi saltare più volte e nel caos generale mi resi conto che stava tirando dei pugni sul disco per la disperazione, era proprio indiavolata!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Ce ne sarebbero molte da dire ma al momento penso solo a far bene nel mio piccolo.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto già lavorando per la seconda uscita sulla mia etichetta Angis Music, programmata entro la fine del 2017.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.