Crescere in un ambiente in cui l’arte è una componente importante è una fortuna inestimabile per un artista di qualsiasi disciplina, potremmo scomodare anche la statistica e le scienze pedagogiche in questo, ma ci limitiamo a dimostrarlo con il Giant Steps di oggi. Banku, al secolo Claudio Crispo, è un dj/producer italiano di stanza a Londra, che scopre i giradischi, la musica elettronica e la produzione musicale molto presto, passione che convive con quella poi diventata molto più lavorativa verso le arti visive. Banku è l’artista che Giant Steps decide di proporvi oggi, perché eclettico non solo nelle discipline, ma anche nella stessa produzione musicale in cui, alle cose più techno e house che l’hanno portato a stampare su etichette come Hush Hush, affianca anche produzioni più squisitamente IDM, oltre a collaborare spesso e volentieri con artisti provenienti da altri generi.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Ero a Corfù in Grecia, estate del ’96. Mi piaceva seguire mio fratello in giro per i bar e qualche volta anche club, dove Tori Amos, Robert Miles e Josh Wink con “Higher State of Consciousness” facevano da colonna sonora. Direi che “Born Slippy” degli Underworld è quella che assolutamente mi ha fatto innamorare della musica elettronica.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
All’età di 14 anni ho cominciato con giradischi e vinili tra house, underground e techno. Ricordo ancora l’acquisto del mio primo disco, “Perpetual Motion”, “Keep on Dancing (Limited Edition)”, un 10″ giallo fluorescente. Il proprietario del negozio non voleva vendermelo perché diceva che ero troppo piccolo per capire quel tipo musica che era per dj più grandi di me, ma alla fine riuscii a convincerlo! Nello stesso periodo cominciai ad esplorare diversi software per la produzione spinto dal sogno di voler realizzare un vinile tutto mio. Ecco, preferivo spendere ore ed ore a comporre tracce, sperimentare e “provare” piuttosto che giocare con le console o pc.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Vivo costantemente un rapporto di amore e odio con la musica ma il picco di maggior crisi l’ho raggiunto durante il periodo universitario dove avevo praticamente abbandonato la produzione per dedicarmi esclusivamente all’arte visiva.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Quale carriera? In realtà mi sento più in una fase di work in progress.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Con un padre pittore ed una madre decoratrice non potevo che essere un appassionato di pittura ed arte in genere. Poi dopo gli studi accademici ho sviluppato diverse tecniche visive trovando nella grafica, digitale e non, un modo per esprimere me stesso. Oggi è diventato il mio lavoro, quello che mi permette di vivere a Londra. Per il resto la vera boccata d’aria, ispirazione o energia non la prendo dai musei, eventi ecc. ma dal quotidiano, luoghi e persone. Mi piace camminare ed esplorare senza consultare il cellulare, la cucina poi è la mia terza passione.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Di essere stato contattato da un imprint di un’etichetta indipendente molto famosa, una di quelle che detta legge in Inghilterra e in tutto il mondo, e dopo essersi complimentata per la pubblicazione di “Split EP” su vinile mi ha chiesto di collaborare ma purtroppo ero impegnato col mio ultimo lavoro ormai in fase di finalizzazione. Non cito l’etichetta ma mi rifarò, presto!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Airhead, Believe
Kowton, Glock & Roll
T.Wiltshire, Jons Arrival
Deemonlover, Violet Kink
Rezzett, Twizzta
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Jonathan Coe, Questa notte mi ha aperto gli occhi
George Orwell, 1984
Spike Lee, Fa’ la cosa giusta
Renato De Maria, Paz!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
“Quicksilver EP” e in particolare “Mothball (feat. Tallows)” è al momento il progetto di cui più ne vado fiero per diversi motivi che riguardano sia la ricerca sonora che visiva. Mesi di duro lavoro, giorno e notte e senza tregua. È stata la prima volta che ho collaborato con una band ed una etichetta americana (Hush Hush Records). Quest’esperienza mi ha insegnato molto oltre al fatto che considero gli americani, almeno nel settore musicale, molto più aperti e alla mano degli europei.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Preferisco fare qualche nome importante, gente che a mio parere ha raggiunto un meritato successo e col quale davvero sento una certa affinità. Mi piacerebbe molto conoscere Lorenzo Senni, è uno di quelli che stimo di più in Italia, i Port-Royal e gli storici Almamegretta con Raiz. Poi va be’ all’estero Four Tet, Nathan Fake, Kid606, Photek, James Holden, Massive Attack, Roni Size, potrei davvero fare elenco lunghissimo…
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Bella domanda! Personalmente mi ha aiutato tanto soprattutto nella ricerca di musicisti e nuovi talenti. Devo dire che però spesso ho la sensazione di essere bombardato da troppe info superficiali, trash ed ego a dismisura. In questi casi spengo tutto e mi dedico ad altro che non abbia una connessione internet.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Nel 2002 ero a Bologna ad un festival chiamato Reset, due serate tra techno e drum’n’bass. Gli artisti principali erano Timo Maas, X-Press 2, Santos e poi Andy C, Peshay e Smith & Mighty. Bella musica in generale ma Timo Maas e Santos furono davvero superlativi. L’evento era svolto in un gigantesco capannone e la cosa assurda fu che durante la seconda serata, quella drum’n’bass, c’era un numeroso gruppo di disobbedienti ad aspettare fuori che ad un certo punto forzò in maniera violenta una parte del tendone e il tutto si trasformò in una situazione free entry. Scene da film e anarchia, chi c’era può confermare.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Credo che l’attuale scena italiana sia buona ma in lenta crescita. A livello internazionale abbiamo dato tanto ma non ancora abbastanza. Tantissimi artisti italiani vengono prodotti all’estero, questo vuol dire che il talento c’è ma la maggior parte delle etichette italiane non rischiano, preferisco investire invece su musica che rientra più nei trend del momento, e come si sa prima o poi le mode passano. Era così anche 15 anni fa e oggi ahimè, non è cambiato quasi nulla. Bad Panda e White Forest Records stanno facendo un ottimo lavoro. Ai producer e dj invece direi di concentrarsi un po’ di più sulla ricerca sonora: con vinili, synth analogici, controller o portatili, come volete, quello che davvero conta è la qualità di quello che suoniamo.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Al momento sto lavorando a dei remix per Meg, che seguo sin dall’inizio della sua carriera. Ha sempre supportato la mia musica, anche prima che nascesse il progetto Banku. Sono anche in contatto con Sarah Badr aka FRKTL, una compositrice e visual artist egiziana ma di base a Londra. Quest’anno è stata selezionata per la Red Bull Music Academy, a conferma del suo talento. Beh, si parla di mettere su qualcosa insieme…
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.