Non è inusuale che in una realtà (a suo modo) dinamica come Roma, crew di promoter mosse da finalità più o meno alte diano vita a progetti speranzosi augurandosi di uscire vincitori dalla feroce lotta alla concorrenza. Inutile dire che la maggior parte di questi, Darwin docet, non riesce a sopravvivere lasciando spazio a chi ha avuto le idee più brillanti, a chi ha saputo costruire un qualcosa di più solido e riconoscibile e a chi, semplicemente, ha avuto la testa più dura ed è stato capace di tirare dritto nonostante le prime, inevitabili sconfitte e difficoltà. Tra questi c’è LSWHR, il collettivo che annovera alcuni dei produttori romani più interessanti e che fa della “musica cerebrale”, quella a-logica, a-temporale e dalle tinte scure come la china il suo must.
L’elenco delle figure ospitate nel corso degli ultimi mesi è lunghissimo. Se il pubblico di Roma ha avuto la possibilità di ascoltare i vari Rrose, Lorenzo Senni, Morphosis, Vladislav Delay, Ben Frost, Sigha, TM404, Mike Parker, Ryoji Ikeda, Shapednoise, Andy Stott, DJ Stingray, Silent Servant e Vatican Shadow, alcuni mai ospitati dalla sua scena, il merito va a LSWHR e ai suoi due fondatori: Gattonero e Marco Ben Saadi. Proprio di quest’ultimo abbiamo il piacere di presentare i quindici passi.
https://soundcloud.com/lswhr-roma/ben-saadi-at-the-magick-bar
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
“The Bliss” di Pantha Du Prince. Si tratta di un album e di un artista che tutt’ora apprezzo moltissimo.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Mio fratello è batterista e percussionista, mio padre mi ha lasciato in eredità vinili e qualche strumento tradizionale del suo paese – ho origini nordafricane, nello specifico la famiglia di mio padre viene dalla Cabilia, una regione montuosa dell’Algeria colonizzata dalla Francia – e per questo non ho mai immaginato la mia vita senza la musica. A maggior ragione quando ho messo per la prima volta le mani sui Technics.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
In un certo senso vivo momenti di crisi ogni volta che devo preparare la borsa dei dischi: ho molto rispetto della musica in generale e per questo cerco di fare le scelte giuste, ma non sempre mi risulta semplice. Il mio obiettivo è quello di trovare l’equilibrio tra ciò che mi piace ascoltare e ciò che mi piacerebbe far ascoltare alla gente.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente i primi concerti organizzati con LSWHR, che sono stati una rampa di lancio per tutto il collettivo. Come esperienze da dj, direi le primissime volte in cui ho messo i dischi ai party Rebel Rebel: avevo iniziato da pochi mesi a mettere le mani sui giradischi e suonare davanti a centinaia di persone mi ha fatto maturare in fretta, soprattutto in termini di controllo delle emozioni e nel rapportarmi con il pubblico.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Mia figlia resta la passione più grande, cerco di passare con lei più tempo possibile ogni giorni. Ultimamente ho iniziato a praticare la pesca in mare aperto, un’attività che mi rilassa moltissimo. Infine, da buon italiano, direi il calcio e la cucina, che ho iniziato ad apprezzare di più da quando convivo con la mia futura moglie.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non è ho per il momento: la mia “carriera” musicale è ancora troppo breve per averne.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
I primi che mi vengono in mente sono: tutta la discografia di Muslimgauze, “Vergezichten” di Machinefabriek, “Timon Irnok Manta” di Robert Aiki Aubrey Lowe, “Glass Eights” di John Roberts e “Ghosts” di Monolake.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
“Da cosa nasce cosa” di Bruno Munari, collegato agli studi di architettura che ho portato avanti per qualche anno, ma in ogni caso una bellissima lettura.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Non saprei, forse aver suonato recentemente con William Basinski alla Casa delle Armi (Foro Italico). In generale fare il lavoro che faccio e avere la possibilità di conoscere gli artisti che amo e la musica di cui vado più orgoglioso.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
L’importante è rimanere in contatto con la realtà. Molti hanno perso questo tipo di connessione, sfociando spesso nella più totale mancanza di valori. Essendo uno a cui piace guardare in avanti, al futuro, ho un’opinione positiva del web e dei social network, un po’ meno dell’uso che ne fanno la maggior parte che li utilizzano…
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ovviamente il mio team: Gattonero (il mio socio, Gabriele Bianchi), Filippo Scorcucchi, Rawmance, Luciano Lamanna e Pierfrancesco Tudini. Mentre, degli altri artisti ospitati con LSWHR, non posso non citare Dominick Fernow, Robert Lowe, Andreas Tilliander e i ragazzi di Dancity Festival, con cui rimaniamo sempre in contatto.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Una volta ho suonato al Rashomon con le cuffiette dell’iPhone. Fuori nevicava, dentro eravamo circa quaranta persone, gli unici che erano riusciti a raggiungere il club senza fare incidenti!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Le troppe attenzioni rivolte ad artisti che semplicemente non comprendo, il comportamento di alcuni promoter/agenzie, la difficoltà nell’offrire spazi nuovi e adatti a un certo tipo di eventi. Potrei continuare all’infinito…
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Un EP con il mio socio Gabriele, la nascita di una label per LSWHR e un tour di concerti in giro per l’Italia.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.