Andrea “The Clerk” Rotilio è l’impiegato di banca. È l’uomo comune che incontrate la mattina sui mezzi pubblici di Pavia, con la camicia bianca e la faccia assonnata mentre si reca in ufficio. È uno di noi. Uno dei tanti volti di quest’Italia che procede coi propri ritmi, cercando di trovare una realizzazione completa. E The Clerk lo sa, che la realizzazione definitiva della propria persona e dei propri sogni sarà impossibile da realizzare. Ma non è così grave. Finché la sera può permettersi di slacciarsi il colletto della camicia e passare alla sua seconda vita, tutto va bene. E la sua seconda vita è bella che movimentata. Fatta di dj-set dove i muri tremano e i partecipanti si chiedono cosa stanno ascoltando. Fatta di produzioni che non puoi fare altro che definire modern bass, perché non hanno niente che le possa inserire tra le categorie elettroniche standard e ci mettono una fantasia che non corrisponde ai normali stili noti. Andrea è anche il bassista di un rispettato gruppo metal, i Mooth. È quello che sulle pagine della Mad Decent ci è finito già un paio di volte, e che quella volta di “Supercalifrigida” ha eccitato anche Linus su Radio Deejay. Andrea è capace di essere tante cose e pronto a trasformarsi ancora in diverse altre cose, ed è per questo che mezza nazione lo rispetta come produttore. Perché è il simbolo di un’Italia che ha ambizione ed energia, e non si accontenta di essere solo ciò che la società vuole. Spezzare la quotidianità si può, sfiorare l’eccezionalità si può. Soprattutto quando sotto quella camicia bianca hai un’energia e una visione che gli altri non hanno.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Il primo disco che mi è stato regalato da piccino fu “Kill ‘Em All” dei Metallica… comunque credo che quelli che hanno inciso veramente siano stati due album diversi per diversi motivi: il primo dei Rage Against The Machine e un greatest hits di Chet Baker.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ho iniziato a 13 anni a suonare il basso con il gran concerto delle medie. Suonavamo canzoni dalle quali passi per forza agli inizi perché sono molto facili da suonare: “Knocking On Heaven’s Door”, “Smoke On The Water”, “Smells Like Teen Spirit”… il tutto con un cantante, fratello di un amico, di anni 18 quindi per noi “mentore delle superiori” che cantava in growl per la gioia dei genitori e dei ragazzini presenti. Ma più che li, è stato successivamente che ho capito che non avrei fatto mai a meno della musica. Forse quando ho iniziato a produrre beat hip hop a 16 anni, nonchè a suonare il basso nel mio attuale gruppo, i Mooth.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Assolutamente nessuno. Al contrario, la musica mi salva da qualsiasi momento di crisi!
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Più che star lì ad elencare date a destra e sinistra, in Italia o non, o aver fatto apertura a questo o a quello… direi che la cosa che mi rende più “fiero” è senza dubbio il riconoscimento circa il “saper far musica” da parte di musicisti veri o comunque da parte di chi, a mio giudizio, ha voce in capitolo e conta qualcosa. Forse si può chiamare rispetto.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Mi piace cucinare, soprattutto i risotti, bere gin tonic (e per gin intendo Aviation) e le birre doppio malto. La cucina la sviluppo a casa, spesso e volentieri con il buon Teddy Renton dei Milangeles a far da cavia, mentre il resto lo sviluppo recandomi nell’apposito locale dal bere buono, il Bitter, sito in centro storico a Pavia. Tutto ciò è fonte di grande ispirazione, pur non avendo praticamente mai tempo durante la settimana per via del lavoro. Ma per mangiare e bere si fa l’impossibile.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non aver visto i Rage Against The Machine dal vivo, non aver ancora tentato di vivere di sola musica, non saper suonare nulla della sezione dei fiati.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Gerry Mulligan – “Prelude in E minor”
Onra – “Relax in Mui Ne”
Queens of the Stone Age – “Songs for the Deaf” (album)
Erykah Badu – “On & On”
Astrud Gilberto – “Compact Jazz” (album)
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Gli ultimi libri che ho letto facevano parte delle edizione de “il battello a vapore”… quindi meglio parlare di film. Personalmente impazzisco per Tarantino, i fratelli Coen, Kubrick e alcune serie che mi hanno allontanato da amici e parenti per un po’, tipo Lost o Prison Break.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Beh, per quanto è girata direi “Supercalifrigida“. Ma soprattutto perché mi è arrivata una semplice acappella ed ho prodotto tutto da solo dall’inizio alla fine nel classico studio in cameretta, e a giudicare dove è arrivata poi… è andata ben oltre quello che mi aspettavo.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Ma no dai, onnipresenza no. Anche perché non sono proprio il tipo che posta quattrocento cose anche solo per fare il simpatico e tenere alta la visibilità. Butto fuori le tracce quando sono finite e stop, se piacciono vanno, altrimenti no! Ovvio che io poi piaccio per forza, sono bello dentro.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Milangeles, Ckrono & Slesh, Leslie Lello, Astronomar, Numa Crew, Auza, Clap! Clap!, Nobel, Seapunkgang, Copia Doble Systema, Alo Wala, perché ci si conosce molto molto bene, ci si vuole molto molto bene e c’è rispetto e stima reciproca vera. In breve “emozioni veri” (e mi sta che ne sto anche dimenticando tanti altri).
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Bancone che crolla durante il set perché nel mentre ci sono delle dancer in piedi su di esso, implacabili.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
I soliti sovrapompati e sovrastimati idoli nazionali Vasco, Ligabue e chi più ne ha più ne metta. Non è per la musica italiana, è che purtroppo gente “avanti” come Rino Gaetano ad esempio non la spingono più, e blocchiamo l’emergere di un sacco di talenti anche giovani perché dobbiamo continuare a gonfiare le tasche dei sopracitati idoli. Per non parlare delle band tributo degli stessi, per le quali chiedo a chiunque stia leggendo quest’articolo di prendere nomi e cognomi di chi paga (e tanto) queste persone per suonare e chi le va a vedere. Scusate lo sfogo, grazie.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto portando avanti alcuni progetti molto interessanti a mio modo di vedere, che danno più peso alla produzione in quanto tale piuttosto che le release “da club”; il tutto molto più “suonato” da bassi, chitarre, batterie ed incastrati e sperimentati con il digitale. Per capirci generi come una sorta di soul moderno/r’n’b o dub o reggae un po’ tanto shuffolato, cercando di non essere scontato ed allo stesso tempo mantenendo un qualcosa di fluido e semplice.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Pelle d’oca.