Colonna portante di Sound Department, il party che ha fatto di Taranto una delle realtà musicali più interessanti d’Italia, grazie a una serie di line-up capaci di alzare ogni settimana i propri standard qualitativi, Cosimo Colella è uno dei giovani dj più apprezzati dello stivale. È lui il protagonista del Giant Steps di questa settimana, un’intervista che ci aiuta a capire perché, in breve tempo, il club tarantino è passata da scommessa a realtà imprescindibile del nostro clubbing; un riconoscimento che non viene dal solo pubblico che ogni weekend anima la Jackzone e il Landscape, ma anche da quegli incredibili artisti che si alternano nelle sue due consolle e che considerano Sound Department un salotto accogliente in cui esprimersi al meglio.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
A livello “inconscio” sicuramente la grande quantità di dischi di Pino Daniele ascoltati dai miei genitori in macchina. Un po’ più consapevolmente quando mi avvicinai all’hip hop, dapprima tramite i classici dei 90’s, ma forse il vero punto di svolta sono stati gli Outkast, che riuscivano a infrangere qualsiasi schema.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Penso sia stata una questione di interesse, non c’è stato un momento di svolta vero e proprio. Fondamentalmente mi piace ascoltare tanta musica e cercare di coglierne le varie sfumature, ma più che altro è un’esigenza, un qualcosa che mi fa stare bene o che magari mi aiuta a comprendere stati d’animo che a parole non riuscirei a descrivere. Poi parlando in termini pratici penso di essere ancora nel mezzo di un percorso di conoscenza, sia come dj che come produttore, anche perché c’è ancora così tanto da scoprire…e magari non capirò mai tutto, però voglio provarci.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica.
Penso che con la musica una crisi vera e propria non ci sia mai stata. Di momenti così, invece, ne sono stati tanti associati alle persone che ci girano attorno, al contesto, alle tendenze; ma la musica è sempre stata il massimo. A livello artistico ci sono stati tanti rifiuti, porte sbattute in faccia, momenti duri, anche se la cosa che mi ha sempre fatto più incazzare è il pregiudizio che si può avere verso un qualcosa che non si conosce…e devo dire che oggi in tanti tendono a giudicare un libro dalla copertina. Però fortunatamente non sono mai stato abituato ad avere le cose senza combattere quindi va bene cosi, magari il dovermele sudare mi ha portato a essere veramente preparato quando ho avuto occasioni importanti.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Una delle cose più belle è stata poter entrare in contatto con artisti che ho sempre ammirato e che spesso nessuno aveva proposto dalle mie parti. Per dire, se per anni sogni di sentir suonare Dez Andres o Jus-Ed o Thomas Melchior o Shed, e la prima volta che hai occasione di sentirli è dopo un tuo warm up, la soddisfazione è doppia. Idem quando un artista che stimi come un Francis Harris ti fa un remix; o quando qualcun altro, come recentemente Anthony Naples o Levon Vincent, suona una tua traccia; o magari un maestro assoluto come Jovonn mette qualche disco con te in back-to-back.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Diciamo che la mia passione è la musica. Il mio lavoro è un altro: tutte le mattine alle 9 sono in ufficio. Nel resto del tempo studio (mi mancano due esami alla laurea) e mi occupo della mia musica, del nostro club e dei progetti collaterali, e poi cerco di avere una vita privata, con risultati alterni. Diciamo che le cose che mi ispirano possono esser la mia terra, stupenda ma piena di problemi, e la gente che ci vive.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando.
Musicalmente parlando penso di aver perso tanto tempo, ma ciò è dovuto anche al contesto della provincia. In generale, però non ho rimpianti. Ecco, a volerne dire uno per forza, il non aver approfondito lo studio del pianoforte può esserne uno, ma come dicevo penso di essere ancora in una fase di crescita e tutte le esperienze negative hanno contribuito a formarmi.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Diaframma “Siberia” Soul Capsule “Overcome / Lady Science” Andres “New For U” e “Second Time Around” Neffa “107 Elementi” Il catalogo completo di Rhythm And Sound
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Sono un po’ ignorante a riguardo. Per quanto riguarda i libri non leggo molto, principalmente per una questione di tempo. Diciamo che da un po’ di tempo dedico tutta le mie letture allo studio. In passato ho apprezzato molto libri come “La versione di Barney”, anche se lo lessi a quattordici anni, ma vado per il genere stream of consciousness. Per quanto riguarda i film, italiani adoro Salvatores in quanto riesce a catturare delle emozioni che sento molto mie. Tra gli stranieri amo Spike Lee o Robert Rodriguez, ma anche le commedie “trash”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente i dj set che ho potuto fare a Sound Department e in giro per la Puglia negli ultimi anni, quelle feste in cui si crea un’empatia assurda con la gente, in cui si chiude tre ore dopo il previsto e in cui si riesce a suonare ciò che si ama…e io amo veramente tanta musica!
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Dai abbastanza bene: ovvio ci condiziona, ma ci da tante possibilità. Magari se non ci fosse il web non sapreste manco della mia esistenza! L’unica cosa che non sopporto è la gente che cerca a tutti i costi di apparire “figa” e profonda, o dai grandi contenuti. Dovremmo capire tutti che il web è solo un mezzo è che alla fine la vera personalità esce quando la si applica alla vita reale.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Mi sembra pure superfluo dire Biagio Laneve, mio compagno storico di cabina a Sound Department, ormai suoniamo insieme tutti i sabati da anni e c’è un rapporto speciale. Idem i miei compagni di studio Carmine e Fabio con cui ho abbiamo buttato giù tante cose con il nome Floska. E poi ci sono gli altri resident di Sound Department e tutti i ragazzi della scena house underground italiana che meritano veramente tanto, quelli che fanno veramente musica…sono tanti, sottovalutati e non hanno nulla da invidiare ai soliti “nomi” che ci propinano le grosse agenzie.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ah, ma qui in Puglia non succede niente che non sia assurdo! Ho davvero difficoltà a scegliere, quindi invito tutti i lettori a farsi un giro da queste parti e toccare con mano.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Dipende da cosa consideri parte della scena musicale, perché ci sono cose che mi danno fastidio, ma appartengono ad un mondo che con la musica non c’entra niente. Se parliamo di musica, l’Italia è tornata ad altissimi livelli da un po’ di tempo: c’è davvero un gran fermento sia in ambito house che techno. Però una cosa che mi da fastidio è che nei locali spesso non ci sono i giradischi o che non funzionano come dovrebbero.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Vi svelo in anteprima che stiamo avviando un progetto discografico qui con i ragazzi di Sound Department e ci saranno collaborazioni tra noi resident e tanti artisti a noi vicini (in particolare ce ne dovrebbe essere una tra me e il mio artista preferito).
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.