L’amore ha la capacità di prendere e sconvolgere la vita di punto in bianco, così, quando meno ce lo si aspetta. Può essere l’amore per una persona o per un luogo, in questo caso invece si tratta dell’amore per la musica techno, arrivato durante un periodo trascorso negli Stati Uniti e che è stato capace di cambiare le carte in tavola facendo scegliere un percorso ben preciso al protagonista del Giant Steps di oggi. Cristian Marras, 30enne sardo che nella sua Sardegna però non ci vive più da un pezzo, ha incontrato Berlino qualche anno fa per una ragione ben precisa. Determinato e caparbio, nel giro degli ultimi anni ha creato assieme ad altri amici Disconnekt, un party ormai affermatosi in città e che viene ora ospitato presso alcuni dei più importanti club della capitale tedesca. Parallelamente al progetto Disconnekt, Cristian si sta ritagliando il suo posto nella scena sia come dj che come produttore, non lasciando mai nulla al caso, ma inseguendo un obiettivo molto chiaro nella sua testa. Senza dilungarci troppo, lasciamo sia lui a spiegarci cosa ha in mente attraverso i suoi quindici passi da gigante.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Più che un brano in particolare, ricordo un periodo della mia vita, che per me è stato fondamentale dal punto di vista musicale. Si tratta dell’anno tra il 2005 e 2006 che ho trascorso negli Stati Uniti: proprio lì ho iniziato ad avvicinarmi alla techno, ascoltando principalmente musica prodotta da artisti di Detroit. Furono gli anni in cui uscirono “Interstellar Fugitives 2 – Destruction of Oder” che ho letteralmente consumato per quante volte l’ho ascoltata. L’anno dopo fu il turno di Jeff Mills con “Blue Potential” che includeva anche “The Bells” e lì è stato amore a primo ascolto. Altri pezzi che ricordo aver avuto un peso specifico nella nella mia vita sono ”Rej” di Ame e “Who’s Afraid of Detroit” di Claude Von Stroke.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ho capito che produrre e suonare sarebbe stata la strada che volevo intraprendere diversi anni dopo che ho cominciato ad ascoltare musica elettronica. Quando sono tornato dagli Stati Uniti per finire l’università, a 22 anni, non ascoltavo altro che techno: la ascoltavo a tutte le ore e in ogni momento. Fino a quando non ho iniziato, come ogni ascoltatore, a farmi delle idee: non avevo particolari nozioni musicali, e nella mia ignoranza immaginavo i suoni che componevano le tracce come strati posizionati uno sopra l’altro e pensavo a cosa avrei potuto fare io se avessi saputo in qualche modo “maneggiare” questi “strati di suono”. Cosi, mosso dalla curiosità, ho cercato nella mia città un corso di produzione di musica elettronica, trovandone uno di Ableton Live, software che uso tutt’oggi. Dopo quella prima infarinatura non ho mai smesso di usare Ableton e studiare tecniche di produzione, fino a che un paio di anni dopo decisi che volevo dedicarmi allo studio di musica a tempo pieno. Dopo aver mandato diverse application a scuole di musica, sono stato ammesso alla DBS Music Academy, con sede a Berlino, così poco dopo mi sono trasferito. Nonostante mettere le mani su una consolle non fosse cosa del tutto nuova, prima di spostarmi nella capitale tedesca, non avevo alcuna esperienza come dj neanche a livello amatoriale; ma poco dopo il trasloco, durante l’anno di studi ho iniziato subito a comprare vinili, incontrando anche un maestro che mi ha dato la possibilità di andare a casa sua, tutti i giorni, per allenarmi e mettere i dischi a tempo. In quel periodo iniziai anche ad organizzare piccoli eventi con i miei compagni di accademia, dove suonavamo tra di noi. Da li è stato tutto molto naturale: avevo finalmente capito che potevo esprimere molte cose sia attraverso i dj set sia producendo. Oggi non potrei scindere le due cose, sono fondamentali sia l’una che l’altra.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
I momenti di crisi più forti sono stati all’inizio, appena mi sono trasferito a Berlino. Spesso mi son trovato davanti a ostacoli che sembravano insormontabili: durante il primo anno oltre alla scuola di musica, ho frequentato corsi di produzione e sound design, confrontandomi spesso con persone più giovani di me che erano nettamente più brave. Lì ho attraversato veri momenti di sconforto dubitando delle mie capacità, pensando che forse stavo prendendo la strada sbagliata e che non sarei stato in grado di ottenere i risultati che mi ero prefissato. Non mi sono però dato per vinto: sono andato avanti con costanza e dedizione, cercando di studiare e apprendere il più possibile e finalmente, dopo un anno e mezzo, ho iniziato a vedere i primi frutti del mio duro lavoro che mi hanno dato la carica e la giusta dose di autostima utili per proseguire il mio percorso.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Uno dei momenti più importanti è quello che sto vivendo ora con il lancio della mia etichetta Rebels Conspiracy su cui è uscito poco tempo fa il mio primo solo Ep in vinile. Si tratta sicuramente del progetto musicale più importante che son riuscito a realizzare dopo oltre un anno di pianificazione e duro lavoro e che mi rende abbastanza soddisfatto.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
A Berlino ho trovato dei luoghi particolari nei quali mi piace andare e da cui riesco a trarre molta ispirazione. Il primo che mi viene in mente è il Funkhaus, un struttura degli anni ’50 immersa nel verde e che affaccia su un laghetto. Un luogo che oggi è molto noto nel mondo della musica per gli eventi che ci vengono organizzati, ma che io frequento già da 5 anni perché è una delle sedi della scuola di musica che ho frequentato. In passato ero solito andare li e stare giornate intere negli studi alternando ore di produzione a pause all’aria aperta, sia d’inverno che d’estate. Il Funkhaus è per me un punto di riferimento davvero importante. Purtroppo tra musica e lavoro non riesco a dedicarmi ad altre passioni come facevo quando vivevo in Italia, cerco di fare sport regolarmente, per distrarmi un po’ dal resto e mi è molto utile.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non ho grossi rimpianti, forse però, se potessi tornare indietro, inizierei prima a studiare musica.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Per rispondere a questa domanda mi piacerebbe citare album che sono dei classici molto diversi tra loro e che ho ascoltato in età diverse durante la mia vita e che consiglio, se non è ancora stato fatto, di sentire almeno una volta.
Bob Marley – Uprising
Pink Floyd – The Wall
Michale Jackson – Bad
Guns&Roses – Days of Thunder T
The Prodigy – The Fat of the Land
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Ultimamente non leggo più come prima, mi dedico più che altro a letture di apprendimento. Tra i libri che però mi sono rimasti nel cuore ci sono “The Secret” di Rhonda Byrne, “Siddhartha” di Hermann Hesse e “La città delle Bestie” di Isabelle Allende. Mentre per quello che riguarda i film, quelli che più mi hanno lasciato qualcosa sono “La vita è Bella”, “L’Attimo Fuggente” e “La Leggenda del Pianista sull’Oceano”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente il mio ultimo Ep “Rescue From Abuses”.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Purtroppo devo ammettere che un po’ come la maggior parte di noi, anche io sono abbastanza condizionato dal peso che il web ha oggi nelle nostre vite. Nutro un sentimento di amore/odio verso i social media, che sì ci permettono di comunicare con incredibile facilità e velocità ma allo stesso tempo sono un arma che condiziona le nostre vite e ci rubano tempo. Dalla mia, io cerco di non abusarne e usarli nel modo più produttivo possibile, a livello puramente promozionale.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Si, c’è una persona alla quale sono particolarmente affezionato, un dj e un artista vero, d’altri tempi, come ce ne sono rimasti pochi in giro. Per me questa persona è una fonte d’ispirazione continua, non solo per quello che riguarda la musica. Ho avuto la fortuna di conoscerlo appena arrivato a Berlino e subito ho instaurato con lui un legame speciale che continua tutt’oggi e che potrei paragonare al rapporto che una persona ha con il proprio fratello maggiore, quello che io non ho mai avuto. Questa persona mi è stata sempre vicino sia nei momenti belli, che in quelli brutti: gli sono molto legato anche perché mi ha insegnato tanto a livello musicale, come ad esempio a mettere a tempo i dischi. Sto parlando di Max Durante.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Leggendo questa domanda mi passano per la testa diversi di momenti e situazioni che potrei narrare. Se penso ad alcune di queste son sicuro che se le raccontassi nessuno mi crederebbe. Da quando mi sono trasferito a Berlino posso dire che vivo l’assurdità come una normalità.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Una delle cose che mi da fastidio della scena musicale italiana è sicuramente la pirateria. Scaricare musica pirata è veramente sbagliato e in italia è un fenomeno troppo diffuso sopratutto tra i giovanissimi, ci vorrebbe più istruzione.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto lavorando a diverse cose che presenterò nel 2019, posso preannunciare un V.A. sulla mia etichetta contenente un mio brano verso febbraio, e un nuovo Ep che uscirà verso Maggio.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Parlando del prossimo V.A. che uscirà sulla mia etichetta, posso salutarvi col link per sentire un estratto del mio prossimo brano: Mantra.