La storia di due ragazzi italiani dal background diverso che si incrociano sotto l’accogliente tetto della sempre più internazionale Amsterdam e decidono di unire le forze per creare nuove sinergie musicali ed empatiche. Una storia che, vista con gli occhi di italiano in Olanda, ha per chi vi scrive un fascino tutto particolare. Vedere dei ragazzi come noi che ce la stanno facendo, andando ad uscire su un’etichetta di rilievo come Detroit Underground, è una vittoria per tutti coloro che hanno provato a portare la propria vita e le proprie passioni al livello successivo lontano da casa. Averli ospiti sulle nostre pagine è non solo un piacere ma anche un grande valore aggiunto. Il resto lo lasciamo raccontare da musica e parole che CYB ed Elisa hanno raccolto per noi.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
CYB: Più che una traccia in particolare o un disco preferirei menzionare un live che vidi e che cambiò totalmente il mio modo di interpretare la musica. Si tratta di un concerto a Ferrara dei Tortoise. Partii con mio fratello e un gruppo di amici con lo spirito di far serata senza documentarmi sul gruppo in questione. Quello fu un concerto memorabile, rimanemmo letteralmente investiti da un’onda di suoni e soluzioni musicali. Fu un concentrato di originalità, tecnica e sentimento, tre aspetti che nella musica di oggi difficilmente possiamo trovare “combinati” in una singola performance.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Elisa: Ho iniziato a lavorare nella musica in maniera costante ed attiva relativamente tardi. Fino ai venticinque anni ero un ascoltatrice attiva ed una musicista da camera. Ero costantemente immersa nel mondo dei suoni, ma non li producevo ancora per nessuno. Quando mi sono trasferita in Olanda, nel 2007, ho deciso di prendere la cosa seriamente, mi sono iscritta al Conservatorio di musica elettronica a Den Haag ed ho iniziato ad esibirmi. Da lì non mi sono più fermata.
CYB: Se penso ai primi concerti fatti, oltre vent’anni fa, e alle ultime esibizioni, riesco sempre a trovare un filo conduttore: la passione e il desiderio di salire su un palco per fornire una proposta “differente”. Non ho mai amato seguire le mode, produrre musica in funzione di quello che era ed è il trend del momento, oltretutto molto passeggero. Riuscire a proporre qualcosa di originale e riuscire a proporlo in maniera convincente, che abbia quindi presa sul pubblico, è a mio parere il più gratificante dei risultati che un musicista possa ottenere. Queste pulsioni, questi obiettivi sono rimasti nel tempo inalterati, quindi, tirando le somme, credo di aver percepito fin da subito che la musica mi avrebbe accompagnato a lungo.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
CYB: Nel 2012, dopo anni di militanza e tour come batterista interruppi la mia collaborazione con la band francese Ulan Bator. Nonostante avessi altri progetti che mi tenevano impegnato è stata quella rottura che mi ha spinto a cambiare orizzonti, a spingermi a comporre per la prima volta musica in solitario. E’ stato un acquisire consapevolezza dei propri limiti ed un incentivo a una nuova ricerca, con tanta dedizione e duro lavoro. Chiaramente nel tempo il desiderio di un “confronto musicale” mi ha sempre portato a cercare nuove collaborazioni. Ho sempre trovato molto stimolante sperimentare nuovi processi creativi con musicisti provenienti da percorsi artistici differenti. Quando mi sono trasferito ad Amsterdam ad esempio, iniziare a produrre musica con Elisa è venuto spontaneo, dopotutto ci siamo conosciuti in Italia due anni fa. Il tempo di una cena ed eravamo già a dividere la consolle.
Elisa: Penso che l’ultimo momento di crisi sia stato quando ho deciso di sciogliere la band che avevo formato: Violet Fall. Da lì però ho immediatamente iniziato la collaborazione con CYB, é stata quasi una transizione naturale.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
CYB: Esser salito sul palco dopo Thurston Moore dei Sonic Youth è stata indubbiamente una grandissima soddisfazione. Fondamentalmente ricordo con piacere ogni palco sul quale ho avuto il piacere di salire, dal circolino di provincia al Barbican Theatre di Londra. Credo siano stati tutti passaggi che hanno arricchito la mia esperienza in materia.
Elisa: Non saprei con precisione, forse ritrovarmi in tour in Giappone con Frank Bretschneider, fondatore assieme ad Alva Noto dell’etichetta Raster Noton. Avevo ascoltato per anni le sue tracce e le mie prime produzioni si ispiravano un sacco alla sua musica. Poi finisci che ti ritrovi nel backstage con lui a bere birrette!
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Elisa: L’attivita fisica è sempre stata una grande componente nella mia vita. Ma non riuscirei mai ad andare in palestra a sollevare pesi. Ho bisogno di uno sport dove vi sia contatto fisico. Sin da bambina mi son sempre dedicata a mille sport, anche a livello agonistico. Quando vivevo in Italia ho giocato per tanti anni a calcio. Arrivata in Olanda ho subito capito che faceva troppo freddo per correre novanta minuti in un campo di fango. Quindi, dopo aver provato varie discipline, mi sono innamorate del pugilato. Dedico alla boxe più tempo possibile. Cerco di allenarmi due, tre volte alla settimana. Adoro la tecnica. Mi insegna molto anche a livello compositivo, il minimalismo e la semplicità del pugilato si avvicinano alla mia concezione musicale.
CYB: Mi piace molto fare sport, ma il tempo che gli dedico è relativamente poco comparato a quello che riservo per la musica. E anche mentre pratico attività fisica il pensiero è comunque sempre rivolto ai prossimi piani in ambito musicale.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
CYB: Non ho grandi rimpianti, sono soddisfatto dei risultati conseguiti con le mie band e di quelli che sto ottenendo nel mio percorso personale come CYB. Posso dirti che avrei voluto essere più capace di “vendere la mia musica” ma non tutti i musicisti riescono a comporre e al tempo stesso essere al 100% manager, promoter o booking agent di se stessi. Apprezzo molto chi fa musica e la porta in giro con umiltà e qualità, non mi rivedo in coloro che pur di arrivare venderebbero la madre.
Elisa: Non credo nella parola rimpianto. Cerco di non basare mai nessuna scelta o non scelta sulla scia del rimpianto. Il percorso che intraprendiamo ci porta sempre e costantemente novità. Se continui a guardarti dietro vivi coi tuoi fantasmi. So che a volte ho fatto scelte sbagliate, ma forse sono proprio quelle che mi hanno poi spinto nella direzione che ho deciso di seguire.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
CYB:
Holy Fuck “Congrats”
Tortoise “It’s All Around You”
Siriusmo “Enthusiasm”
Gesaffelstein “Aleph”
Zenker Brothers “Immersion”
Elisa:
Kraftwerk “Tour de France”
Aphex Twin “Selected Ambient Works”
Jan Jelinek “Loop Finding Jazz”
Bjork “Medulla”
Autechre “Amber”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
CYB: Il libro, un classicone, “Viaggio al termine della notte” di Céline. Per il film direi “Sogni di Gloria”, un piccolo grande film realizzato da amici, il Collettivo John Snellinberg.
Elisa: Io e CYB siamo in fissa con una serie televisiva: Gomorra. Da quando abbiamo iniziato la serie, il nostro modo di comunicare è drasticamente cambiato: nello scegliere un suono di sintetizzatore può darsi che l’interrogativo sia “Che t’aggiè à ricere? A Don Pietr’ dicessi’ che chisto nunn’è buono!”. Un film che consiglio di vedere è Blade Runner 2049, al cinema! La colonna sonora è qualcosa di assolutamente imperdibile. Suoni lunghissimi, cupi, con un sacco di rimandi alla musica techno. Sublime. Per quanto riguarda i libri, se dovessi citare l’autore che più mi ha segnata nel corso della vita, senza ombra di dubbio, sarebbe Dostojevski. E di lui consiglierei tutti i suoi romanzi. Se proprio devo sceglierne uno vi direi “I demoni”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Elisa: Fortunatamente non c’è mai stato un lavoro a cui ho partecipato o un progetto musicale a cui ho lavorato di cui io non vada fiera. Ho sempre potuto scegliere di lavorare alle cose che mi piacevano ed in cui credevo. E poi, ovviamente, vado super orgogliosa del lavoro che sto facendo con CYB. Ci siamo assolutamente trovati! Riuscire oltretutto ad uscire per un’etichetta che da anni seguiamo come Detroit Underground è indubbiamente una gran soddisfazione.
CYB: L’EP con Elisa sarà la mia undicesima fatica discografica, in attesa di eguagliare Asterix entro la fine dell’anno, è un risultato del quale sono molto orgoglioso.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
CYB: I social network hanno rivoluzionato il mondo. Ricordo ancora con affetto gli anni in cui nel mentre caricavi un video su Youtube avevi tempo per stendere il bucato, uscire a comprare le sigarette e leggere due libri. Oltretutto erano le prime ricerche che facevamo sul web ed eran sempre mosse da una curiosità ed un desiderio di vedere cose nuove. Oggi è diventato tutto troppo veloce, trovi tutto e ascolti tutto in un click. Il linguaggio globale è cambiato, la gestualità, la scansione delle attese. Proprio quelle attese che un tempo potevano esser momento propizio per riflessioni ed analisi, per acquisire, modellare e sviluppare un senso critico, per discutere con gli altri, adesso sono teatro di menti inghiottite da un telefono. Il web fornisce un’infinità di soluzioni, il problema è che al tempo stesso tende ad incanalare le masse e propinare sempre le stesse cose. Basti vedere come certe “puttanate” di gattini o simili arrivino ad avere milioni di visualizzazioni. Il web è importante ma nel corso degli anni avremmo dovuto utilizzarlo con più cautela, cercando di educare la gente ad appassionarsi alla propria realtà, agire e pensare per renderla bella e stimolante e non abbellirla con mille filtri per farla sembrar tale sui social.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
CYB: Siamo sempre molto ben predisposti nell’accogliere nuove collaborazioni. Al momento stiamo lavorando con due visual artist, CORRELATE, con i quali stiamo allestendo un vero e proprio live AV. Già a gennaio avremo occasione di presentarlo in giro in diverse occasioni.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Elisa: Penso che tutta la mia vita sia frastagliata da episodi assurdi. Non saprei assolutamente da dove iniziare. Forse però uno tra gli episodi più assurdi che mi é capitato con la musica é stato perdere l’aereo di rientro dal nostro Tour in Giappone. Avevo uno di quei voli “complicati” che partono all’una del mattino e con il check in al giorno prima. Bene, io nella confusione della situazione mi sono presentata al check in nel giorno della partenza: praticamente 24 ore dopo. Ero da sola perché tutti i miei compagni erano già partiti su altri voli. Un’Odissea! Una delle tante, ahimè.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
CYB: Posso dire di essermi allontanato dall’Italia stanco di un sistema che tendeva e tuttora continua ad accentrare sempre di più la proposta musicale. Le nuove generazioni hanno perso la curiosità ed il desiderio di scoprire nuovi ascolti. Quello che ne deriva è che ovunque finisci sempre per ascoltare sempre le stesse cose, siano esse concerti o dj set. Si respira sempre una tendenza romantica al “revival”, sembra ci sia quasi paura di cambiare, di rischiare, di capire che i tempi son cambiati e che la musica si evolve velocissimamente. In Germania venti, venticinque anni fa non hanno avuto lo stesso nostro approccio superficiale ed ottuso nell’analizzare l’ascesa di musica elettronica e club culture. Lo Stato, la società capirono che si trattava di un patrimonio, hanno investito ed adesso vantano un business stratosferico. La musica è cultura ed in Italia, purtroppo, non siamo mai stati fenomeni nel valorizzarla.
Elisa: Vivendo da oltre dieci anni fuori dall’Italia non sono granché a conoscenza della scena musicale italiana. Posso affermare che un sacco di musicisti che adoro hanno le nostre stesse radici: Donato Dozzy, Domenico Crisci, Alfredo Mazzilli, Lucy, Luigi Tozzi, Fabrizio Lapiana per citarne giusto alcuni.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Per l’uscita di “M/W” su Detroit Underground, il prossimo 10 gennaio, abbiamo già un bel po’ di date di promozione in giro per Olanda, Italia e Slovenia. Stiamo ultimando la lavorazione di un secondo EP che vorremmo far uscire in rapida successione. Nel mentre punteremo comunque a mantenere parallelamente un’intensa attività live.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.