Questa settimana il nostro Giant Steps ci porta nei meandri del talento musicale di Andrea Gamba, anni 21 e già capace di emozionare tramite un suono che pesca liberamente fra il più puro beat making dell’hip hop contemporaneo, dalle epiche chillout e downtempo che ricordano molto il filone musicale che vede Bonobo fra i principali esponenti. Nativo di Brescia, DayKoda è ora di stanza a Milano, dove i suoi studi come ingegnere del suono presso il Conservatorio Giuseppe Verdi ne stanno ritagliando il profilo artistico, grazie anche a molte prolifiche collaborazioni coi i compagni di studi. Già da tempo tenuto d’occhio dai grandi avamposti dell’elettronica europea, siamo più che felici di offrirgli il nostro spazio per presentarsi e parlarci un po’ di sé.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Potrei citartene mille, la prima che mi viene in mente forse è “What I am” di Eddie Brickell and the new Bohemians. Un pezzo fantastico, un feeling tutto suo, da pelle d’oca since 12 years old.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Nel momento in cui, all’età di 14 anni, sono salito per la prima volta su un palchetto a suonare per cinque persone in croce. Prima di dedicarmi alla musica elettronica ho avuto diversi gruppetti all’interno dei quali suonavo la chitarra. Quello che mi da suonare per gli altri e/o per me stesso è indescrivibile.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Ci sono spesso momenti di crisi: sopratutto in questi ultimi anni, succede di non essere soddisfatti del proprio lavoro e di abbattersi pensando di mollare. Quello che bisogna ripetersi in questi casi è di fregarsene e continuare a fare quello che ti piace fare senza alcun tipo di timore. Non è facile, ma è necessario.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente il primo approccio con il mondo dell’elettronica ed aver conosciuto i ragazzi di Beat Machine, che oltre ad avermi motivato e dato il coraggio di uscire dal guscio, mi stanno seguendo con dedizione e quasi con “spirito paterno”, consigliandomi ed aiutandomi sempre. È bellissimo vedere che qualcuno crede in te, mettendosi in gioco nonostante la situazione della musica in Italia. Grazie a loro sono riuscito a farmi conoscere di più ed a spingere il mio mood attraverso altre label e piattaforme di condivisione musicale.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Detto in tutta sincerità, sono abbastanza un bradipo. Mi piace molto guardare film, serie tv e giocare a videogiochi online. Ma forse grazie a questo ”bradipismo” riesco a godermi appieno anche i momenti più semplici come una birra tra amici o una passeggiata in città. Purtroppo con il conservatorio e lo studio non riesco a dedicarmi a tutto quanto come vorrei, ma va bene così. Essere impegnati aiuta a vivere bene.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Sinceramente non ho rimpianti, forse delle delusioni passate e alcuni momenti di tristezza come lo scioglimento del mio ex-gruppo, oppure il continuo pensare a come avrei potuto migliorare una traccia già pubblicata. Ma nulla di che, davvero.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Ce ne sono tantissimi, ti faccio un elenco cosi facciamo prima:
“Collection 1” di Teebs
“Early Rised” di Taylor McFerrin
“Apocalypse” di Thundercat
“Pook” di bsd.u
“Sing a New Sapling Into Existence” dei Kona Triangle (Lone + Neon Jung)
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Film stupendi sicuramente (per citarne un paio che di recente ho visto) “Moonlight” e “Boyhood”. Come libri consiglio “1984” di George Orwell ed “Il Grande Gatsby” di Scott Fitzgerald.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Questi due EP rilasciati in un anno e mezzo (uno con Insight Music e uno in self release con l’aiuto di Beat Machine). Mi hanno dato grande soddisfazione, anche se non completa e totale. E sì, ne sono orgoglioso.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Non la vedo come una cosa negativa, è un modo veloce ed efficace per far sentire la tua voce a tutti, per condividere esperienze, stati d’animo e (nel mio caso) musica anche con persone che senza questo strumento mai riuscirebbero a raggiungere.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
I miei compagni di Conservatorio sono quasi tutti dei producer e grazie a loro ho imparato cose nuove riguardo alla musica elettronica, da nuovi musicisti e progetti musicali a me prima sconosciuti a tecniche compositive nuove. Sicuramente con loro vorrei condividere quello che faccio. Chissà che in futuro non ce ne sia l’occasione!
Per il resto, non ho grandi contatti con altri “colleghi” nostrani.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Non mi viene in mente proprio nulla di assurdo, forse sono una persona troppo “ordinaria” come cantava John Legend!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Sicuramente il fatto che l’ascolto di TUTTA la musica sia molto superficiale, ma sopratutto il fatto che vengano privilegiate determinate scene musicali piuttosto che altre. È piuttosto demotivante vedere come tanti lavori e progetti così validi rimangano una nicchia per poche persone.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto lavorando a nuove produzioni e nuove cose che vedranno luce tra un po’, presto o tardi non lo so. Just wait!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.