Amante del suono analogico dall’anima black che ha le sue radici nel jazz, nel funk e nella disco, Dcdj Soulmind è uno dei più autorevoli sostenitori di quei club in cui a contare è solo l’amore per la musica e la condivisione di emozioni e sensazioni. Oggi è sulle nostre pagine per il consueto appuntamento in collaborazione con 180gr con le sue parole ricche passione: dai Pink Floyd all’esperienza a Disco Volante, dalla cucina al rapporto con grandissimi artisti quali Volcov, Tama Sumo e Lakuti, Dcdj Soulmind ci racconta un può del suo mondo.
Occhio, quando a prendere la parola è un veterano, allora è meglio leggere con la massima attenzione.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Se penso alla primissima, devo dire sicuramente “Careful With That Axe Eugene” dei Pink Floyd, dall’’LP “Ummagumma”, disco che era nella collezione di mio fratello di tredici anni più grande di me. Io a nove/dieci anni già ascoltavo l’intero album, ma ero particolarmente affascinato da quella traccia grazie all’urlo al suo interno.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Non so di preciso quando, è stato amore a prima vista la prima volta che sono entrato al Typhoon (club a Gambara, Brescia) nel 1981. Ho subito pensato: io voglio essere un dj che mette questa musica.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Di sicuro quando è finita, nel modo peggiore possibile, la mia esperienza al Disco Volante. Anche perché mi sentivo pieno di responsabilità per come è successo e, per un intero anno, ho avuto il rifiuto totale nei confronti della musica.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Ho fatto davvero molte cose anche a livello di promoter e ciò mi ha fatto conoscere molti dj, produttori e musicisti, consentendomi di instaurare con loro rapporti umani e di amicizia che vanno oltre le serate. Ecco, credo che qui risiedano i momenti più importanti. Tutti.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Ho un’altra grande passione, la cucina. Dedico ad essa tutto il tempo che merita: quando mi metto davanti ai fornelli mi rilasso e mi sento bene.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non ho grossi rimpianti, ho sempre cercato di vivere la musica con passione e usarla come forma di comunicazione. Se proprio devo rimpiangere qualcosa, è il fatto di non essere mai stato capace di suonare realmente uno strumento.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Questa domanda è molto difficile! La musica che ho ascoltato e che mi piace è così tanta…vi elenco cinque dischi (ma sarebbero molti di più) che individuo come molto importanti con il mio approccio con la musica.
Don Cherry “Brown Rice”
Weather Report “Mr. Gone”
Brian Eno / David Byrne “My Life In The Bush Of Ghosts”
Pat Metheny Group “Travels”
Theo Parrish “Parallel Dimension”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Per quanto riguarda la lettura, trovo che questa sia una cosa molto personale e ognuno di noi abbia gusti ben precisi. Per quanto mi riguarda mi piace leggere libri che parlano di storia, politica o musica. Un film che amo in modo particolare è “Blade Runner”, compresa la sua colonna sonora, da cui anche Theo Parrish ha preso spunto per un suo disco (“Solytari Flight”).
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
A livello di promoter e resident dj è sicuramente avere creato, dal dicembre 2009 al maggio 2014, quel club che era il Disco Volante dove, a parere di tutti, si respirava musica. Il risultato personale di cui vado più orgoglioso, invece, è l’essere andato ad ottobre di quest’anno a mettere musica al Panorama Bar. È stata una notte veramente magica.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Ho cercato di adeguarmi e capire come riuscire a usare al meglio questo potentissimo mezzo. Io, alla soglia dei cinquant’anni e appartenente a una generazione cresciuta senza web, mi sono avvicinato molto tardi ma ho cercato lo stesso di cogliere la potenzialità di questo strumento.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Come già detto, la mia lunga esperienza di promoter e dj negli anni passati mi ha fatto conoscere moltissime persone che stimo molto. In particolare ho stretto un legame particolare con Paolo LDSQ di Le Disque Record Store di Verona, Enrico Crivellaro (Volcov) Stefano Boatti (K.Soul) Lerato Khathi (Lakuti) e Kerstin Egert (Tama Sumo)
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Non ricordo una situazione in particolare: in tanti anni che metto musica mi sono ritrovato veramente in moltissime situazioni diverse e in certi momenti estreme, nel bene o nel male.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Sinceramente più avanzo con gli anni e meno bado a molte cose. Mi da fastidio nella musica, ma anche nella vita, l’ego eccessivo che porta solo alla “santificazione” di se stessi e dei propri interessi.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Tutto parte dalla consapevolezza di non voler più fare il promoter. Credo di aver già dato e che questo sia il momento di lasciare la palla ai più giovani…poi con la musica ho sempre avuto un rapporto istintuale e quindi questa cosa mi rende difficile fare dei progetti.
Diciamo che il mio prossimo progetto è prepare la borsa per il prossimo party..
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.