Belga di nascita, ma dal DNA inconfondibilmente italiano, Fernando Costantini è uno di quei giovani artisti ad essersi meritato l’attenzione della critica grazie al sudore della fronte e al lavoro costante; quello fatto in silenzio senza proclami, quello che accresce la consapevolezza e che mette le basi per un percorso solido e longevo. Dopo averlo visto all’opera una manciata di volte, e dopo aver seguito con curiosità il suo percorso, siamo lieti di ospitarlo sulle nostre pagine mentre volge al termine il suo mini-tour sudamericano.
Artisti con una testa simile sono merce rara: godetevi il suo set e – soprattutto – l’umiltà delle su risposte in attesa che, anche da queste parti, la sua stella inizi a brillare veramente.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non penso ci sia una traccia in particolare, direi piuttosto che ce ne sono state molte. Si tratta di quei dischi che ti aprono sempre nuove prospettive e che danno un valore speciale ai momenti della tua vita.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ogni volta che entravo in club ero molto attratto dalla figura del dj, mi piaceva guardarlo selezionare e mixare dischi e vedere come riusciva a creare un’atmosfera positiva e a far divertire le persone. Produrre musica è arrivato dopo quando sentivo l’esigenza non solo di “suonare”, ma anche di fare qualcosa esattamente secondo il mio gusto.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Quando sei giovane hai sempre molte domande sulla strada che intendi percorrere, ma pochissime risposte. A volte capita di iniziare un percorso che magari non è quello che davvero vuoi, ed è proprio in questi momenti che possono esserci delle crisi. Ma è proprio grazie a questi momenti che capisci cosa ti piace davvero e inizi a lottare per raggiungere il tuo obiettivo. Ne ho vissuto uno simile qualche tempo fa: non ero soddisfatto di quello che stavo facendo e così mi sono fermato ed ora sto ripartendo più determinato che mai. Questo anche grazie alle persone che mi sostengono e che fanno un ottimo lavoro per me.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
È una grande soddisfazione per me aver ricevuto il supporto di artisti che stimo e che mi hanno ispirato nel mio percorso musicale. Inoltre dal 2016 ho la mia residenza con il party Roomies al Fuse di Bruxelles, uno dei miei club preferiti.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Leggo molto di psiclogia perché mi interessa capire i comportamenti delle persone e cosa accade nella mente dell’uomo. A volte mi dedico anche all’astrologia.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
La mia carriera è iniziata troppo velocemente e non avevo l’esperienza per comprendere tutte le dinamiche che si nascondono dietro questo settore: volevo solo far ascoltare la mia musica, ma a un certo punto non mi sono più sentito a mio agio e ho capito che avrei dovuto fare un passo indietro. Ho voluto fermarmi e ricominciare dal basso per avere il controllo sulla mia vita artistica e crearmi il supporto delle persone che realmente mi stimano per il mio lavoro.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Le release su Guidance Recordings e Wally’s Groove World. Poi “Amazing Things” di John Beltran, “Re:ECM” di Ricardo Villalobos & Max Loderbauer e “Young Man With A Horn” di Miles Davis.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Come letture consiglio “L’arte di mare” di Erich Fromm e “Un nuovo mondo” di Eckhart Tolle.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Le mie prossime uscite, che saranno firmate FERN.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Il web è un mezzo molto utile che permette a chiunque di entrare in possesso di informazioni di ogni tipo, ma che spesso viene usato solo per scopi di business creando un’immagine illusoria di un lato illusorio o negativo della società fornendo informazioni distorte.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
È molto importante confrontarmi con i miei amici, aiuta a crescere artisticamente e ti offre sempre una prospettiva diversa dalla tua. Ad esempio con Anthea, Oshana, Giammarco Orsini, Nicolas di Sons Of Tiki e John Dimas, dal momento in cui ci siamo conosciuti, non abbiamo mai smesso di scambiare idee, energie e condividere le nostre esperienze anche al di fuori della musica. Per me sono tutti grandi artisti e sono lì ad aiutarmi e sostenermi e spero che continueranno a fare parte della mia vita.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Dormire per cinque ore su una motocicletta, la più comoda al mondo, tre anni fa al durante il Sónar.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
La scena italiana si sta evolvendo tanto negli ultimi anni, ovviamente essendo nato in Belgio ho avuto di modo di conoscerla pian piano. In generale ho sempre avuto belle esperienze e il pubblico è sempre molto caloroso. Se c’è una cosa che noto è che oltre ai grandi party con ospiti mainstream si stanno sviluppando situazioni di nicchia che però non riescono ad evolvere perché non sempre i promoter comprendono davvero cosa stanno proponendo.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho un paio di EP in uscita nei prossimi mesi: uno per Partisan, la label di Anthea, e uno su Do Easy Records, label austriaca di base a Vienna.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Dedicata alla mia mamma.