La prima volta che ho sentito suonare Ivan Cibien, se la memoria non mi tradisce, è stato nel 2003, ad una serata di mezz’estate milanese sui Navigli. A dividere con lui la consolle DJ Zero, che nel corso degli anni è entrato a far parte (fra gli altri) del catalogo Poker Flat sotto il moniker Tommy Theft. A completare l’ensemble Lara Caprotti, una delle voci “black” più talentuose che possiate trovare dalle nostre parti ed oggi voce ufficiale di molti locali come il Pineta di Milano Marittima ed il QI Clubbing di Brescia. La cosa che mi colpì maggiormente fu la semplicità con cui venivano combinate tracce, campioni, acappella e live vocals come se fosse tutto già pre-esistente. Agli occhi del “me ragazzino”, ancora alle prime armi con la club culture, sembrava di essere di fronte a qualcosa di inimmaginabile. Nel corso degli anni, le strade dei tre si sono poi sfortunatamente divise e Ivan ha continuato la sua esperienza con altri progetti: prima come Starsgarage (in compagnia dell’amico Andrea Modena) ed ora con Flyme, un alias che si affaccia in maniera importante all’interno delle radici della black music, focalizzandosi in particolare sul ramo funk e soul. E proprio grazie a questo nuovo progetto è iniziata una collaborazione costante con i 291out, una vera e propria band (per altro prossimamente ospite di questa stessa rubrica) che volge il proprio stile proprio in direzione di tali sottogeneri.
La sua storia, che trovate in questa pagina (così come i sessanta minuti di good vibrations che ha deciso di dedicarci), è un tributo alla musica che lo ha accompagnato in tutti questi anni ed alla voglia di tenere sempre duro anche quando tutto sembra andare nella maniera sbagliata. E noi siamo felici di essere qua a raccontarla insieme a lui.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Bella domanda. Credo Lil’ Louis “Nyce And Slo (Tony Humpries Wildlife Mix)”.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Verso i diciassette/diciotto anni. Con Reason 1.0 facevo rudimentali esperimenti da suonare. Più suonavo in giro, più sperimentavo e viceversa. Così, per aggiungere personalità e “profondità” ai miei dj set, mi facevo degli intro, dei loop ritmici o vocali da suonare sul cdj. Inconsapevolmente, tutto è iniziato così.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Diciamo che più che un “con la musica” è un “per la musica”: penso di essere già alla terza o quarta (come direbbe qualcuno parecchio saggio) “anomalia sistemica”. Vivo la crisi come un momento di profonda autocritica, ma anche di rigenerazione ed eventualmente di evoluzione: quando la supero, mi sento più forte e consapevole di prima.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Indubbiamente il presente. Discograficamente sto seguendo diversi progetti, sono molto soddisfatto delle nuove cose. Adesso ho il live set che ho sempre voluto, ma che non ho mai avuto modo di realizzare. Per me è un’esperienza nuova, ma mi sta già dando tantissimo. Come dj un anno fa circa mi è stata proposta la residenza alla serata mensile rare grooves del Cantiere a Milano, per accompagnare alcuni tra gli eroi della vecchia scuola funk e soul italiana: personaggi come The NextOne, Dj Vigor (OTR) Katzuma (meglio noto come Deda), Gopher D, solo per citarne alcuni. Gente con una cultura musicale incredibilmente sconfinata e tecniche “imprevedibili”.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Mi piace imparare: generalmente leggo, approfondisco e mi incuriosisco. Amo la scienza, la tecnologia e i rispettivi derivati, in ogni forma. Ho scoperto che mi piace costruirmi le cuffie: monocuffie a doccia o semplici. Oppure sempre mono, ma ad arco…
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Credo di dare e di aver dato sempre l’anima, in tutte le occasioni. Ciò è di gran conforto!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Qualunque cosa di James Brown
Nina Simone “See Line Woman”
Peech Boys “Don’t Make Me Wait”
Marshall Jefferson “Move Your Body (Jamie Principle)”
Floorplan “Never Grow Old”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Tra i libri “L’universo Elegante” di Greene, “L’estinzione Dei Tecnosauri” di Nosengo, “Italia A Mano Armata” di Bruschini e Tentori. Film: Interstellar, Star Wars.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Come Starsgarage (Flyme e Andrea Modena), dal 2005 in poi abbiamo pubblicato diverse tracce house su etichette quali Irma, Spades, House Traxx… Abbiamo prodotto musica (sempre house) per la pubblicità. Nel 2008 abbiamo curato la compilation “Cosmic Waves” (questa volta musica “elettronica”), contenente, tra l’altro, alcune nostre tracce inedite. Più recentemente abbiamo pubblicato due EP disco/funk “Patched” e “Re-Patched” su Barking Dogs degli omonimi, nei quali ho re-editato alcune tra le tracce, conosciute e non, per me più sottovalutate della scena disco. Tuttavia vivo queste esperienze come delle tappe di un percorso evolutivo, più che come singoli risultati artistici.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Il web è un mero strumento e, in quanto tale, ciò che realmente lo qualifica è l’uso che ne viene fatto. Sicuramente oggi ci sono infinite possibilità rispetto a prima. Così come, se vogliamo, molte più variabili coinvolte. Per fare un esempio applicato al djing: se prima della “musica liquida” il problema per un crate digger era trovare fisicamente i dischi, oggi il problema è trovare quello che veramente stai cercando (o presumi di cercare).
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ultimamente frequento più musicisti che dj e produttori. Tendenzialmente mi circondo di persone belle (non solo esteticamente!), lego con quelle persone che in un qualche modo mi arricchiscono: tra queste, innanzitutto i pirateschi “291out”, musicisti e compositori incredibili dal gusto jazz-funk, rock, progressive con cui sto collaborando, rispettivamente: Luca Carini aka Capt. William Bones (meglio noto come “Presenza”) al basso, Floriano “Majà” Bocchino al Rhodes, Vincenzo Warren “Wawa” Ciorra alla chitarra, Antonio “Totemio” Bocchino alla Batteria, Roberto Dazzan alla tromba e Daniele Lacava al sax e flauto traverso. Tra i dj e produttori con cui ultimamente ho avuto feeling musicale particolare non posso non citare Walter Quiroga (Really Swing) e Riccio (Fly By Night).
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Una recente: ad una serata funk mi si avvicina ripetutamente un tipo chiedendo insistentemente se era possibile “mettere un po’ di salsa”. Non potendo soddisfare le sue esigenze, lo rimando ai dj che avrebbero suonato poco dopo, ovvero i Mokambo Brothers. Conclusosi il mio set, il tipo si ripropone ad uno dei due dj, il quale, dopo una pausa di sospensione, lo guarda con espressione gravissima ed esclama: “Ma certamente! Che salsa vuoi, ketchup o maionese?!?”. Inutile cercare di descrivere l’espressione del tipo che se n’è andato rassegnato, ma senza riuscire a trattenere le risate a sua volta!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Non sono per la polemica, quello che mi disturba è vedere del potenziale sprecato in qualche modo. Questo vale sia per l’artistico, che per l’organizzativo. Ma più che un fatto legato alla scena musicale, la ritengo una questione “culturale”.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Voglio innanzitutto dedicarmi a quello che più mi piace: storicamente vengo associato al progetto strettamente house Starsgarage, e, se da un lato c’è tanto sentimento, dall’altro vorrei proporre una serie di cose che nell’ambito Starsgarage non potrei realizzare al meglio. Il set allegato, rappresenta un istante di questo percorso in costante orbita tra club e jam. Sto lavorando intensivamente alle mie prossime tracce. Nel frattempo, con i 291out, mi esibisco dal vivo con un nuovo progetto che vede coinvolti alcuni degli elementi della band. Assieme al bassista Luca Carini, è così nata “La Galassia Arcana”, un EP dal gusto cosmico, composto dall’omonima traccia e dalla più funkeggiante “Fuga Dalla Galassia Arcana”, in uscita su Pizzico Records di Billy Bogus. Per Bosconi Records, invece, sto ultimando un altro EP estremamente variegato (che comprende, tra l’altro, anche Bop Phutura), contenente due tracce inedite. Parliamo di due delle etichette italiane più genuine, ma allo stesso tempo più all’avanguardia.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.