Egitto, Congo e Nigeria, ma anche tanto Sud America: Alessandro Gambo, conosciuto dietro ai Technics semplicemente come Gambo, rende omaggio alla sua Torino celebrando la multietnicità e i colori di Porta Palazzo, sede di uno dei mercati più vivi e affascinanti della città sabauda. È qui, grazie alla musica di MuteOscillator, Passenger e Lorenzo, oltre a quella dello stesso Gambo, che è andato in scena ad inizio estate uno degli appuntamenti più interessanti (musicalmente parlando) che 180gr ricordi da diverso tempo. Noi ve ne forniamo un assaggio, presentandovi i quindici passi e le riprese del dj set del boss di Land Of Dance Records. Buon divertimento…consigliatissimo!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Probabilmente “Piranha” di Afric Simone, è la canzone presente sul lato B del singolo “Ramaya”…ha groove, è voodoo, è corale, è tribale. Citerei anche “Don’t Let Me Down” dei Beatles, è pura passione! Entrambi i 45 giri facevano parte della collezione dei dischi dei miei genitori… prontamente rubata e fatta mia!
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Dopo aver partecipato al primo rave, nel 1996: sono rimasto letteralmente folgorato…altri direbbero bruciato! Volevo far parte della scena, contribuire a creare e condividere quell’energia che si sprigionava dalle casse e dalla gente. Ho provato a suonare anche qualche strumento ma con esiti davvero pietosi. Mixare la musica prodotta da altri mi sembrava più semplice.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Probabilmente la peggiore crisi la sto vivendo in questo periodo: mi scontro con la nuova generazione musicale, con il modo in cui la musica viene fruita ed intesa. La crisi la vivo nel comunicare il mio “pensiero” musicale, purtroppo non basta più la bella musica, c’è bisogno di altro, bisogna “vendere” la musica su altri canali, una volta bastava mettere un bel disco…
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Credo di essere stato molto fortunato, ogni fase della mia “carriera” ha avuto un momento importante: il primo sound system e i primi rave organizzati, la residenza in una delle serate più forti che Torino ha mai avuto (The Plug) dove ho potuto condividere la consolle con i nomi più grandi della scena elettronica mondiale e fare letteralmente “la gavetta”, essere il direttore artistico e resident dj del Doctor Sax Music Club dal 2005 al 2013, suonare nei migliori club europei, fondare tre etichette discografiche (Old And Young, Land Of Dance, Il Silenzio Del Rumore), essere il direttore artistico di Varvara Festival, suonare per 180gr e rispondere alle domande di Soundwall. Insomma ogni momento è divertente ed importante. Mi godo tutto!
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Poche passioni, ho una bimba di due anni, amo stare seduto, giocare, fare yoga e vaporizzare.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Giuro di non aver rimpianti; forse ho perso qualche occasione decidendo si seguire la via “underground”, ma assolutamente nessun rimpianto. Ho venduto qualche disco della mia collezione (circa 2000) che forse avrei potuto tenere. Per un attacco di panico non ho preso l’aereo che mi avrebbe dovuto portare a Detroit per suonare alla famosa grigliata che gli Underground Resistance organizzano durante Movement…ma non potevo farci nulla, non amo volare!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Domanda difficilissima, è come scegliere i cinque dischi da portate con te sulla Luna…Ma siamo nel 2016 e grazie agli mp3 caricherei senza ombra di dubbio sul mio iPod tutti gli album dei Beatles, dei Pink Floyd, dei Can, di Franco Battiato, de Il Volo (quelli degli anni ’70), dei Movie Star Junkies e dei CCCP.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Purtroppo leggo pochissimo, mi sono divertito tantissimo a leggere il “Satyricon”, De Sade e “Il gabbiano Jonathan Livingston”. Sui film sono molto più ferrato (sono laureato in Multimedia Arte e Spettacolo): da Tsukamoto a Pasolini, passando per Truffaut, Inarritu, Lynch, Lars Von Trier e le sceneggiature di Charlie Kaufmann… e comunque Matrix rimane una bomba di film!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Ho fondato tre la label, ho stampato già 20 vinili e non mi fermo, funzionano, vanno in sold out. È uno dei pochi modi (ancora puri) per diffondere il verbo. E ho anche appena scoperto che “Il Silenzio Del Rumore”, la label legata a Varvara Festival, è la seconda etichetta al mondo che nasce da un festival. Non ne esistono altre. Diffondere cultura, diffondere un pensiero. Ma come già scrivevo sono orgoglioso anche di questa intervista. Bisogna godere il più possibile.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
La crisi a cui mi riferivo è proprio questa, odio il “sé” digitale. Odio gli mp3 (se non per andare sulla luna!). Odio i post della gente che non rispecchiano la loro vera identità. Odio i like, mi mettono ansia. Preferisco la tangibilità, sono vecchio, lo so!
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sono un collezionista di musica e i miei dischi spaziano dal noise alla classica; ho affinità con tutti coloro che contribuiscono alla scena, l’importante è che siano “veri” e che credano fortemente nella musica e in quello che fanno. Sicuramente i Boston 168, miei soci nell’avventura Old And Young Records, Mick Wills grandissimo dj e produttore che ha appena stampato un disco su ISDR, Drvg Cvltvre, Jared Wilson, Ricardo Miranda e Santiago Salazar, i The Analogue Cops e i ragazzi di DTLS Sound. Sono tutte persone che ho avuto modo di conoscere e con i quali sono nate collaborazioni e amicizie. Gente che spacca a testa bassa.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Mi hanno chiamato a suonare prima di Gigi De Martino (quello del Canto Della Sirena) in una discoteca di provincia. Ascoltate il pezzo e capirete l’assurdità nel trovarsi in quella situazione.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
La non collaborazione: siamo il paese dove si fanno più feste e casino di tutta Europa e forse del mondo, paghiamo i dj (le guest) il triplo degli altri stati e viviamo solo di ospiti senza supportare la scena locale. I pr diventano dj, quelli che spaccano realmente sono tenuti in disparte perché non compresi, siamo abbastanza caproni, ma in fondo siamo il paese della pizza, mandolino e bunga bunga.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto cercando di non mettere altra legna sul fuoco, vorrei portare avanti quello che già bolle in pentola. Sta per uscire un quadruplo disco per celebrare la decima release di Land Of Dance con nomi molto grossi della scena house underground. C’è Varvara Festival, c’è il Magazzino sul Po (locale di cui sono art director) che deve ripartire con la nuova stagione e la relativa programmazione…e non facciamo elettronica!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.