Se lo Zu::Bar è riuscito a conquistare una posizione di tutto rispetto all’interno della scena italiana, una parte considerevole del merito va a Giammarco Orsini, che con la sua musica contribuisce da cinque anni a dare un’identità forte e una riconoscibilità chiara al club pescarese. Eh sì, perché per fare di quattro mura il baricentro emozionale di un’intera città non basta chiamare a raccolta gli assi del deejaying europeo; ci vuole piuttosto un’anima che sappia (inter)connettersi col cuore di chi, settimanalmente, si pone petto alla consolle e sceglie di affidare a voi le aspettative del suo weekend. Giammarco Orsini ha fatto proprio di questo la sua missione, attraverso l’invidiabile attitudine alla ricerca – di un suono, di una sfumatura o, più semplicemente di un’amalgama particolare – per portare l’esperienza del suo pubblico a un livello più alto possibile.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non credo ci sia stato un brano, piuttosto ce ne sono stati moltissimi. La musica è sempre stata una via per esprimermi e farmi comprendere, legata a stati d’animo e momenti.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ascoltare musica, selezionarla e mixarla è sempre stata una passione, ma, per rispondere alla vostra domanda, più che di un momento posso parlare di un processo iniziato cinque anni fa con la residenza allo Zu::Bar di Pescara. Qui ho avuto la possibilità di realizzare quello che avevo sempre desiderato, riuscendo ad esprimermi con regolarità e conquistando gradualmente la fiducia delle persone intorno a me e del pubblico. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con grandi artisti ogni settimana e ho iniziato a fare musica. Tutto questo mi ha portato ad acquisire maggiore consapevolezza e mi ha spinto a dedicarmi con voglia ed entusiasmo alla mia passione.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Non credo di aver mai vissuto un rapporto di crisi con la musica; come dicevo poco fa è per me un mezzo di espressione. Piuttosto ne ho vissuti, e ne vivo spesso, con le aspettative e il valore che di volta in volta ripongo in lei. Tra il liceo e l’università ho vissuto un periodo di forte demotivazione e frustrazione, il risultato fu il mio totale disinteresse alla musica dance. Eppure, proprio in quegli anni, sono riuscito ad appassionarmi a generi differenti, come mai mi era riuscito in passato.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Mi piace il cinema e la lettura, mi piace il calcio e amo passeggiare in città o in riva al mare. Cerco sempre di trovare lo spazio per tutto, ma negli ultimi anni sono stato molto focalizzato sulla musica.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Ahimè non aver ancora imparato a suonare il pianoforte!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Bon Iver “Bon Iver”
Fabrizio De Andrè “In Direzione Ostinata E Contraria”
Jonsi & Alex “Riceboy Sleeps”
Sigur Ros “Agaètis Byrjun”
Steve Reich “Music For 18 Musicians”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Consiglio “Le affinità elettive” di J.W. Goethe e “Si alza il vento” di H.Miyazaki.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente quello di aver diviso la consolle con dj che consideri maestri e aver ottenuto buoni feedback da alcuni di questi.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Il web è un mezzo che offre moltissime possibilità, la chiave di tutto sta nel modo in cui si sceglie di utilizzarlo. Per quello che concerne la musica credo sia molto utile, pensate a Discogs o ad una webzine come Soundwall o anche a tutti gli aspetti legati alla promozione di un marchio o eventi…
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sono coloro che mi stimolano ad un confronto costruttivo, persone che conosco da molto tempo come Mattia Diodati, con cui condivido il progetto Lumière, Francesco Del Garda, Gian Luigi Mendozza (che probabilmente conoscete meglio come Allì Borem), Fernando Costantini, Enrico Mantini, Alessandro Rapini. Senza i loro consigli e la loro esperienza sicuramente non sarei migliorato sotto molti aspetti. Ci sono anche persone che conosco da meno tempo, con il quale mi sono subito trovato bene come Simone De Kunovich o Domenico Rosa.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
La scorsa estate mi trovavo ad Ibiza ed ero in casa con l’intento di andare a dormire. Fernando (Costantini) riceve una chiamata e in dieci minuti mi ritrovo a suonare, fino alle sette del mattino, un disco a testa con lui, Loquace e Javi. Tutt’oggi non conosco il nome del locale, nessuno di noi aveva mai suonato insieme ma è stata una serata fantastica.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Nonostante i mezzi e le possibilità di cui si dispone oggi, il pubblico italiano in genere non sembra molto educato o particolarmente interessato ad “accrescersi”. Spesso per un locale è più conveniente puntare sui grandi nomi piuttosto che su altri, innescando un processo che non permette la sperimentazione e non valorizza i giovani talenti. Dico spesso che è possibile lavorare anche in un altro modo, e l’esistenza di realtà di questo tipo lo dimostrano. Questo mi basta e mi da speranza che si riesca a creare sempre un maggior numero di persone realmente appassionate.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Questa estate sarò ospite al Barrakud Festival di Corfù, avrò l’opportunità di suonare in più di un’occasione allo Zu::Shaman di Pescara e parteciperò ad ISF 2015 a Vieste. Sto lavorando molto in studio e creando musica con Mattia Diodati per il nostro progetto Lumière. Entro la fine del 2015, poi, sentirete parlare di un collettivo di ragazzi italiani chiamato Hype Killer. Al momento non posso rivelare altro.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Una traccia tratta dall’album “Riceboy Sleeps” di Jonsi & Alex: “Atlas Song”