Protagonista di un percorso artistico emozionante, ricco di insidie e momenti particolarmente provanti, come avrete modo di leggere nelle sue risposte sincere, Gigi Galli è uno dei dj della “vecchia guardia” tra i più amati e rispettati dai giovani colleghi e dalle nuove leve di clubber. Merito di un approccio totalmente puro e disincantato nei confronti della musica, caratteristica che l’ha reso protagonista di una delle consolle techno più importanti del circuito, il Ribbon Club di Terracina, e che l’ha visto condividere giradischi e mixer con alcuni degli artisti più importanti del mondo.
Oggi siamo lieti di presentarvi i suoi quindici passi, un invito a trattare la nostre passioni con cura e rispetto.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Sicuramente l’esecuzione live del brano “Soul Sacrifice” della band di Carlos Santana a Woodstock. Lo guardai per caso da piccolissimo in tv, penso fosse un documentario sul famoso festival. Mio padre è un fan sfegatato di Carlos Santana quindi i suoi vecchi album erano la colonna sonora dei viaggetti familiari che facevamo in macchina.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Sempre, da quando ho visto quel video di Santana.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Nella prima fase della mia carriera, da giovanissimo (ero dj resident al Giona Club di Fondi ancora minorenne, nella metà degli anni ’90), suonavo praticamente gratis ma stavo iniziando ad “andare forte”, a farmi una certa reputazione. Poi ho avuto alcuni problemi abbastanza gravi con le droghe per cui mi sono fermato per molti anni, fino a che, dopo essermi ripulito, ho deciso di ricominciare più o meno nel 2007 quando ho conosciuto Dave Manuel, Davide Del Vecchio e i ragazzi della crew con la quale lavoro ancora oggi: Rehab (mai nome fu più azzeccato!). Possiamo dire che a fare le cose seriamente, per quanto riguarda l’ambito musicale, ho ricominciato nel 2009. Ho provato anche a fare altro ma l’unica cosa di cui sentivo davvero la mancanza in quegli anni bui era la musica. Adesso ne parlo tranquillamente ma non lo auguro a nessuno.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente suonare varie volte al party Homopatik a Berlino è stato splendido…è bellissimo avere tante ore a disposizione davanti a tutte quelle persone a cui non interessa il nome di chi è in consolle. Loro vogliono solo vedere di che pasta sei fatto e solo successivamente, magari, vengono a chiederti chi sei. Un’altra bella soddisfazione è arrivata anche quando il mitico Dj Rush, dopo avermi ascoltato al Ribbon Club dove lavoro, mi ha chiesto un podcast per la sua radio. Adesso sto aspettando che arrivi quella che sicuramente sarà la più grande fino ad ora: l’uscita del mio primo EP, ma magari ne riparleremo a tempo debito perché per adesso non voglio anticipare nulla…
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Poco tempo, più che altro la notte…amo il cinema d’autore e le serie tv.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Perdere tutti quegli anni, come ti dicevo prima, è stato il più grande rimpianto della mia vita. Un altro è quello di non essermi mai dedicato in modo troppo serio alla produzione come sto facendo adesso. Io sono della vecchia scuola: prima o eri dj o eri producer! A parte gli scherzi prima le cose o si facevano in modo serio non si facevano proprio e ben pochi potevano permettersi uno studio e delle attrezzature professionali. Oggi con un buon computer e due casse da studio puoi già avere ottimi risultati.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Piccola curiosità: io ed alcuni miei amici abbiamo sempre notato che a casa del novantanove per cento delle persone che conosco (che siano dark, metallari, ravers, punk o nerd di merda) c’è sempre un disco di Miles Davis e questa cosa mi piace parecchio, quindi al di fuori dei cinque consiglio a tutti di avere almeno un suo album.
Comunque ce ne sono troppi…direi sicuramente “Antisystem” di Lory D del 1993, ancora oggi avanti cento anni; tutta la discografia di Aphex Twin, Autechre e Drexciya perché sì…“Computerworld” dei Kraftwerk del 1981 ha dato il via alla techno! Poi direi “Temple Of The Morning Star” dei Today Is The Day: è un disco del 1997 che secondo me ancora oggi rappresenta al meglio tutto il marcio che c’è nella nostra società.
Per finire sforo menzionando due bellissime suite: tutto il lato A di “From Here To Eternity” di Giorgio Moroder del 1977 e “E2E4” di Manuel Göttsching, un disco del 1984 che mi emoziona ogni volta che l’ascolto.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non sono uno che legge tantissimo, più che altro articoli e recensioni musicali, però almeno i classici della letteratura li ho letti quindi mi sentirei di consigliare i grandi Kafka, Tolstoj, Pirandello e “La Repubblica” di Platone, che mi ha affascinato anche se è un libro che molti considerano di destra e io non lo sono per niente. Poi consiglio di leggere “Mondo Techno” di Andrea Benedetti a chi ancora non l’ha fatto. Per quanto riguarda il cinema posso dirti i film che mi hanno cambiato la vita: “Profondo Rosso” (1975) di Dario Argento, “Pulp Fiction” (1994) di Quentin Tarantino, “Videodrome” (1983) di David Cronenberg, “The Meaning Of Life” (1983) dei Monty Python, “Tetsuo: The Iron Man” (1989) di Shinya Tsukamoto, “L’Angelo Sterminatore” (1962) di Luis Buñuel, “The Game” (1997) e “Fight Club” (1999) di David Fincher, “Amore Tossico” (1983) di Claudio Caligari e tutta la filmografia di David Lynch…anche qui ce ne sarebbero molti altri!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente il set che ho fatto la prima volta che suonai all’Homopatik: otto ore sono sembrate cinque minuti! Poi il podcast che ho realizzato qualche mese fa per “Futurismi” che riassume con fedeltà il lato più oscuro del mio essere.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Penso che, se usato con intelligenza, internet sia un’inesauribile fonte di sapere; ha cambiato totalmente le nostre vite. Personalmente cerco di non farmi sopraffare e divido ancora tra il tempo da passare su internet e “la vita”! Per fare ciò ho deciso di non avere smartphone ma un telefono che può solo chiamare e mandare SMS. Ti faccio un esempio per farti capire come sono fatto: prendiamo la pubblicità per un evento…internet ormai è indispensabile, quello ok ma i PR che fanno la differenza secondo me sono sempre quelli che scendono in strada, flyers alla mano. Per quanto riguarda i social network ancora sto mettendo sulla bilancia le cose positive e negative perché per me per adesso sono alla pari…anche se è antidemocratica come idea, ancora non so se sia un bene o un male che tutti abbiano la possibilità di dire la loro in rete.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sicuramente Dave Manuel, grande amico e mente del Ribbon…con lui condivido il progetto Mute8 con il quale stiamo lavorando ad alcune produzioni e suonando in giro. Poi direi Raffaele Attanasio e Manuel Di Martino che oltre ad essere due formidabili dj-producer sono anche loro dei grandi amici e seguo al cento per cento i loro consigli visto che sono ancora un novellino per quanto riguarda la produzione ed il mercato discografico. Adoro moltissimi artisti della scena techno italiana come Luciano Lamanna, Max Durante (anche se ora è in pianta stabile a Berlino), Gennaro Russo, Mark Morris, Random/Noize e naturalmente i “nostri” B R 1 0 0 2 e supporto le varie crew come ad esempio Mutate e Nice To Be di Napoli, Closer e Mx Lab di Milano, Timeshift di Bologna, Genau di Torino ecc. ecc.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Tante…ho suonato in rave illegali nei posti più impensabili e in centinaia di after quindi immagina tu. Avrò suonato in tutto l’arco delle ore e dei giorni della settimana nelle condizioni più critiche del mondo e con tutte le consolle possibili! Un episodio che non dimenticherò mai, però, è stato quando una ragazza mi ha chiesto “ma dopo metti pure un po’ di techno?” mentre sotto girava “The Seawolf” degli Underground Resistance!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Spesso noto come il “non voler collaborare” faccia un po’ figo ultimamente…si sentono un po’ tutti come già arrivate! Dal canto mio preferisco aver a che fare sempre con persone che reputo “amiche” (un parolone per ciò che concerne questo mondo). Odio tutte queste gelosie varie di cui sento parlare ogni giorno.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Nelle domande precedente ho già risposto a questa: nuovi lavori discografici come Gigi Galli e Mute8 e poi spero di suonare tanto in giro…quella è la mia vera dimensione!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Vi saluto con il podcast che ho realizzato per Futurismi, di cui vado particolarmente fiero…
Se a qualcuno interessa, mentre rispondevo alle domande stavo ascoltando un po’ di tracce di The Mover…ciao!