Francesco Profeti ha ereditato il progetto Hertz Collision dopo la decisione di sciogliere la formazione iniziale, un duo, proseguendo con lo stesso moniker il lavoro iniziato nel 2009. Nel 2014 il progetto inizia a concretizzarsi e le prime produzioni vengono pubblicate su NuLabel per poi approdare su Frozen Border, Uncage e Be As One. Come da prassi l’interesse verso queste release porta il progetto Hertz Collision ad esibirsi in svariati club nazionali ed europei da Tresor, Griessmuehle e Polygon fino al club di casa, il Tenax di Firenze. L’ultima fatica di Francesco è “Afraid” contenuto in un VA curato da Mattia Trani per Suburban Avenue, di questo e di molto altro si parla tra le righe del nostro Giant Steps che vi consigliamo di leggere ascoltando il mix che Hertz Collision ha preparato in esclusiva per noi.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Credo che la primissima canzone che mi ha provocato un’emozione sia stata Carpet Crawlers dei Genesis o forse Take me Home di Phill Collins. Sono le classiche influenze da parte dei genitori che ricevi quando sei piccolo. Per quanto riguarda il genere techno, credo Electric Deluxe uscita su Electric Deluxe e Speaker Attack di Alexander Kowalski.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Penso che fondamentalmente sia stato un concetto maturato dopo i primi anni in cui provavo a fare musica in cameretta con Pietro Franchini, il mio ex-socio e grande amico. Eravamo poco più che maggiorenni e la possibilità di fare un live con Ableton ci incuriosiva parecchio.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Periodo crisi intesa come seria non saprei, piuttosto, direi ogni volta che non riesco a completare una traccia cado facilmente e forse stupidamente in pensieri di momentanea incapacità.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
La prima cosa che mi viene in mente è aver rilasciato “Lost” su Invite Choice Records, la nostra prima traccia uscita su vinile. Poi è stata molto significativa l’esperienza di suonare a Firenze, casa nostra, in una discoteca importante come il Tenax, invitati da Marco Faraone per lo showcase di Uncage. Direi che il legame che si è creato con Marco, negli anni, è diventato veramente importante; mi confronto spesso con lui e ci sentiamo quasi tutti i giorni. Rientra tra queste esperienze importanti anche aver avuto la possibilità di suonare a Berlino in templi della musica come Tresor e Griessmuehle. Questo per quanto riguarda il periodo in cui eravamo un duo. Da quando sono da solo, credo che le soddisfazioni più grandi siano state l’essere supportato da Zak (DVS1) ma sopratutto averci creato una splendida connessione. Considero inoltre il mio EP “Campo di Marte” rilasciato su Be as One insieme a Marco Faraone, uno dei primi passi importanti da solista.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Due mie passioni riguardano l’organizzazione di eventi e la cucina, questo binomio mi ha portato alla creazione insieme a Davide Calamai del festival “Funk e Frattaglie”. Un evento full immersion dedicato alla cultura popolare delle frattaglie e della musica funk, dove la cultura enogastronomica si fonde con quella musicale, un ibrido tra innovazione e tradizione. La cultura del cibo, sopratutto quello legato alla mia cara Toscana, mi ha sempre affascinato e per organizzare un evento come questo servono tempo e attenzione, che negli anni sono riuscito a trovare con piacere.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Il rimpianto più grosso credo sia stato quello di non essermi trasferito a Berlino nel 2015. Generalizzando direi tutte le volte che per paura di non riuscire o per futili motivi non ho dato importanza e retta alla mia pancia, perché si, le cose le sento di pancia.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
John Frusciante – “Carvel (Shadows Collide With People)”
Depeche Mode – “Violator”
Jon Hopkins – “Immunity”
Vril – “Prolog”
Linkin Park – “Hybrid Theory”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non sono un gran lettore ma sicuramente mi verrebbe da consigliare “Trainspotting” e “Ritmi Afrofuturistici”. Per quanto riguarda i film: “Lock&Stock”, “Alien” e “Ghost in the Shell”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Non ne ho uno preciso, ultimamente il fatto che Truncate abbia messo il mio remix della sua traccia “Missing“ sul suo Soundcloud mi inorgoglisce parecchio. Senza dubbio anche aver sentito per la prima volta DVS1 al Berghain suonare “Campo di Marte”.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Fa parte della nostra vita ormai e che lo vogliamo o no, esiste, basta saperlo usare in maniera etica e costruttiva.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Diciamo che un pò ce ne sono e con tutti loro ho un bellissimo rapporto: DVS1, Vil, Marco Faraone, Mattia Trani, Alignment, Truncate, Manuel di Martino, Antonio Valente, Giordano, Lawrence Kurt. Negli ultimi mesi sono diventato il resident di un progetto fiorentino chiamato Tropical Animals, un party che conta 10 anni di attività. Sono molto contento di averne preso parte sopratutto perché con tutta la crew e l’owner, Ricardo Baez, si è creata una bellissima alchimia e fin da subito mi hanno fatto sentire parte della famiglia.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Partendo dal presupposto che per me la vita è sempre un pò assurda, la cosa più particolare mi è successa a Parigi al Concrete. In quell’occasione sono riuscito a salire in consolle mentre Laurent Garnier suonava a pieno regime e con il locale pieno. Nonostante questo, ha trovato il tempo di scambiare due parole con me e ringraziarmi per il vinile che gli avevo portato. Ci siamo salutati con un abbraccio ed è tornato a mixare. Questo per me è stato pazzesco.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
La falsità e il secondo fine che spesso si nascondono dietro a molte scelte o azioni di chi fa parte del music business. Un’altra dinamica che non condivido è la capacità, quasi soffocante, che ha la gente di pensare di essere migliore di te e la poca voglia di collaborare. Questo lo ritengo il veleno principale che deteriora e impoverisce una scena musicale ma per fortuna non siamo tutti cosi.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
In questo periodo di quarantena, non potendo lavorare come organizzatore e fonico di presa diretta, sto concentrando tutto sulla produzione musicale. Sto chiudendo un paio di EP: uno su Uncage e VA con Hayes Collective, In Silent Series e Voxnox. Da poco è uscito il nuovo VA di Suburban Avenue curato da Mattia Trani, che include la mia traccia “Afraid”.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.