Dopo avervi parlato di Steve Murphy, DJ Octopus e Sagats, Giant Steps torna sulle rive del Brenta per presentarvi un altro giovane dj e produttore che con la sua musica e il suo lavoro sta pian piano facendo breccia all’interno della scena house, italiana e non. Parliamo di Jay Green, co-proprietario di Noho Records proprio insieme a Sagats, e autore di una serie di lavori uno più interessante dell’altro. Merito di un suono ruvido ma al tempo stesso rotondo, in grado di trascinare senza mai passare il segno che delimita le cose fatte con gusto da quelle – perché no? – un po’ pacchiane.
E allora zero esitazioni, premete play e volume al massimo. I vicini di casa se ne faranno una ragione.
Ascolta Jay green for Giant Steps” su Spreaker.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Diciamo che non c’è stata una traccia in particolare, sono appassionato di musica da sempre. La amo tutta, indistintamente, per questo mi è davvero difficile indicare un singolo brano: la musica tutta mi ha cambiato la vita, mi emoziona da quando sono bambino.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ho capito il suo essere fondamentale quando sono cominciati ad arrivare i primi feedback positivi per i miei dj set, una volta uscite le mie primissime release.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Per fortuna ancora non ne ho avuti. Posso dire, però, di dover affrontare delle piccole crisi tutte le volte che mi ritrovo in studio ma non riesco a creare nulla in grado di soddisfarmi.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Un ruolo fondamentale nella mia formazione l’ha giocato sicuramente il mio lavoro da impiegato e magazziniere nella distribuzione di CD e vinili. Avevo ogni giorno la possibilità di ascoltare tutta la musica che volevo: ho avuto tra le mani ogni giorno una quantità impressionante di dischi italiani e stranieri, indipendentemente dal genere e dal periodo in cui è sono stati prodotti, così da poter arricchire il mio background musicale.
Altri step importanti sono stati la fondazione di Noho Records insieme a Luca Segato, in arte Sagats, e le release d’esordio su Wilson Records e Hardmoon London, che mi hanno permesso di farmi conoscere a livello internazionale.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Quando cerco un po’ di pace mi metto ai fornelli, oppure vado a farmi una passeggiata. Adoro ammirare il paesaggio, specie se di mare! Vivendo a Ibiza, tra l’altro, ho davvero l’imbarazzo della scelta! Trovo ispirazione andando ai concerti, nei club oppure ai mercatini dell’usato: sono un grande appassionato di vintage e mi piace da matto collezionare cose di vario genere.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessuno in particolare, per fortuna, ma l’essermi perso in Daft Punk a Torino mi fa ancora rosicare parecchio…
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Cito cinque album che non mi stanco mai di ascoltare:
Prodigy “Music For The Jilted Generation”
Sangue Misto “SxM”
Happy Mondays ”Squirrel And G-Man Twenty Four Hour Party People Plastic Face Carnt Smile”
Daft Punk “Homework”
Mile Davis “On The Corner”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Come libro vi dico “Giorgione, orto e cucina”, mentre come film “24 hours party people”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Esser stato chiamato a suonare quattro ore al Panorama Bar è stata un’esperienza veramente gratificante e indimenticabile.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
La vivo bene: mi permette di essere aggiornato sempre su ciò che riguarda il mio lavoro, oltre a consentirmi di restare in contatto con chiunque, ovunque io sia.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Che domande sono…con tutta la crew della Riviera!
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Anni fa avevo lo studio/loft di cento metri quadri nella zona industriale del mio paese natio. Un giorno, mentre facevo passavo l’aspirapolvere per dare una pulita, mi sono fermato praticamente ipnotizzato: avevo Leo Mas ospite in studio e stava suonando la sua musica inconfondibile, lì a un metro da me. “Che figata”, ho pensato, “fino all’altro giorno facevo le pulizie ascoltando le sue cassette e adesso è qui che suona in diretta!”. Questo è un ricordo che mi fa sempre sorridere.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
I dj “rapaci”.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Le prossime release: una sulla romana Puas Puas (con il remix dei maestri The Analogue Cops) e un’altra sulla nuova label che inaugurerò con il mio socio Sagats (con il remix dei miei amici DJ Octopus e Steve Murphy).
Poi la mia collaborazione con Rocket Radio: a breve sarò protagonista di una diretta di due ore direttamente dal parco Benimussa, qui a Ibiza, dove vivo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.