Paolo “Jay_T” Toma è uno dei talentuosi resident del Kode_1 di Putignano, nonché un veterano della scena hip hop pugliese che, dopo molti anni da dj, turntublist e breaker, si è avvicinato alla produzione musicale. Il suo esordio discografico porta il titolo di “Crop EP” ed è uscito lo scorso giugno su Elastica Records. La grande accuratezza nella ricerca di sample e giri musicali, campionati da vecchi vinili funk e soul provenienti dalla collezione dell’artista, e la meticolosità nel lavorare questi elementi di partenza per concettualizzarli, trasformarli e renderli materia personale sono le matrici di partenza delle sue tracce. Strutture ritmiche afro, riverberi dub e accelerazioni jungle sono le matrici fondamentali di un suono in costante mutazione, fatto di ritmi incalzanti e sempre diversi che scelgono il dominio delle frequenze basse come territorio sonoro prediletto per la fusione alchemica di tutti gli elementi in gioco. I suoi quindici passi sono solo l’inizio di un nuovo cammino, sulla buona, vecchia, strada.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Premetto che il mio avvicinamento alla musica elettronica è stato lento e graduale, dato che provengo da un background prettamente hip hop coltivato attivamente con la crew salentina Fiacche Cumpagnie con la quale ho fatto, per molti anni, tante jam in su e in giù per lo stivale. In quel periodo ascoltavamo i beats di Dj Premier, Pete Rock, Krs One e tutta la Boogie Down Production, Wu Tang fino alla nausea, Busta Rhymes, la Def Squad… Ad un certo punto, però, il mio interesse si è spostato su un altro tipo di scena, nella quale le radici hip hop evolvevano verso direzioni elettroniche. Era il 2005 quando sono stato letteralmente rapito dall’etichetta Stones Throw. Il suono di artisti come J Dilla, Rob Swift, Peanut Butter Wolf e Madlib era ossigeno puro per le orecchie; una vera e propria rivoluzione musicale e culturale partita dalla California e diffusasi in tutto il mondo.
Ecco perché una delle tracce che hanno impresso una vera e propria svolta elettronica alla mia storia è stata “Hyped Up Plus – Onethree” di Dabrye.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Intorno al 2007 ho iniziato a comprare i primi vinili, strettamente hip hop e funk, iniziando ad avvicinarmi alla musica suonata sempre con maggiore interesse. Dopo diversi anni di dj set in giro per locali e numerose esperienze musicali, ho avuto l’esigenza di cominciare a comporre le mie prime tracce, mettendo nero su bianco un po’ della musica che mi girava in testa. Da lì i primi esperimenti con l’utilizzo di vari software musicali e diversi tipi di produzione.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Vivo la musica in maniera viscerale e quindi ho passato diversi momenti di crisi con la musica. Ancora oggi continuo a riviverli. Ho sofferto parecchio il periodo universitario: non avevo molti soldi e non potevo permettermi strumentazioni e dischi che altri miei colleghi avevano già da tempo. Ho dovuto attendere i primi lavoretti per poter mettere in moto la mia passione. Ho ancora molta strada da fare e ne sono consapevole.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Le soddisfazioni ci sono state ma preferisco vedere il tutto come un cantiere in piena attività. Resta il fatto che uno dei momenti più importanti lo sto vivendo adesso, con l’uscita del mio “Crop EP” su Elastica Records. Sicuramente questo è uno dei passi più importanti della mia carriera musicale.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
In generale dovendo conciliare musica e lavoro, quello vero (il lavoro d’ufficio), non sono molte altre valvole di sfogo. Non ho altri interessi in quanto penso che la musica sia una di quelle passioni che bastano a riempirti la vita.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessuno. Per mia fortuna sono riuscito sempre ad esprimermi musicalmente con molta libertà, e soprattutto ho avuto tanto spazio per farlo. Le tante persone che, qui in Salento, mi hanno supportato sono state la principale motivazione ad andare avanti.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Romare “Projections”
Sun Ra “Sound Sun Pleasure”
J Dilla “Donuts”
Flying Lotus “Cosmogramma”
Jamie XX “In Colour”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Nelle biblioteche cerco soprattutto libri di musica, approfondimenti sulla nascita dell’elettronica, con la spiegazione e la storia dei diversi sottogeneri musicali che si sono man mano distinti nel tempo.
Ad esempio, questo periodo sto leggendo il volume “Apocalypso Disco” scritto da Riccardo Balli (Dj Balli): un viaggio che parte dalla fine degli anni ‘80 e racconta come la techno diventa un macro-codice nel quale molti si sono riconosciuti per anni e, soprattutto, la frammentazione in altri sottogeneri sempre più di nicchia. Un libro perfetto da leggere in riva al mare.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Le mie piccole soddisfazioni le ho avute principalmente suonando in festival importanti o in eventi club nei quali mi sono ritrovato a fare warm up o dj set conclusivi ad artisti come Kode9, Chemical Brothers e Shigeto. Sono consapevole che bisogna lavorare ancora parecchio per raccogliere veri risultati.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
È innegabile che la spinta dovuta ai media e soprattutto internet è molto importante e va sfruttata.
Certo sul web si trovano miliardi di tracce e innumerevoli artisti da tutto il mondo, un oceano musicale tutto a portata di click, pertanto io la rete la vedo come un investimento ma, soprattutto, un’opportunità di far conoscere in altre parti del mondo la tua musica, spingendola oltre i confine locali.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Essendo salentino, ho stretto amicizia con molti produttori locali, alcuni noti, altri un po’ meno. Uno su tutti: Fabrizio “Jolly Mare”, persona fantastica che mi ha dato innumerevoli consigli in materia di produzioni musicali. Oltre al suo immenso bagaglio di esperienza e un’amicizia nata tra le jam hip hop, Fabrizio resta, per me, uno degli esempi da seguire per professionalità e competenza. Non posso dimenticare altri nomi importanti quali Luca Ferrari, Andrea Mi (che non smetterò mai di ringraziare per lo splendido supporto) e Andrea “Populous”, altro amico di lungo corso che, come Jolly Mare, è diventato un nome di peso nella scena elettronica italiana e internazionale.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Quando fai il Dj in giro nei locali ne vedi tantissime di situazioni assurde. La più carina che mi è capitata è stata cinque anni fa, durante un dj set in un mercatino del vinile. Mi si avvicina alla consolle Alessandro “Sax” Nocco, il sassofonista di un famoso gruppo funk di Lecce (BundaMove) nonché uno dei più bravi musicisti pugliesi, che, preso bene dalla mia selezione, inizia ad accompagnare i miei dischi con i suoi assoli. Da quel giorno non abbiamo mai smesso di lavorare insieme, con la media di una/due serate al mese. È nata una bellissima amicizia.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Una delle cose che non mi piace e non condivido è il clientelismo di alcuni locali. Il fatto che si eviti a priori di proporre qualcosa di diverso dalla solita scena musicale. La mancanza di originalità di promoter disposti a spendere cifre assurde per artisti sopravvalutati ma definibili con una sola parola: mainstream!
La mancanza di coraggio nel dare un’offerta musicale varia, fruibile al pubblico in modo diverso, rispetto l’imbarbarimento musicale che intravedo molto spesso nelle scene EDM.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho un po’ di progetti in cantiere. Sto lavorando alla produzione di un video per il mio singolo “Right Night” e, contemporaneamente, sto scrivendo musica per sincronizzazioni video e pubblicitarie. Ho intenzione di chiudere un nuovo EP entro fine anno ma, soprattutto, vorrei dare spazio ad altre collaborazioni con artisti attraverso nuove produzioni e remix.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
“Walk On By (Zed Bias 160 Rework)”