Giampaolo è un music-nerd. Uno di quei ragazzi che il Venerdì sera preferisce starsene a casa con gli amici a sentire musica, provare macchine analogiche e plug-in vari. Dopo un paio di band e qualche altra collaborazione si è concentrato su Lamusa, progetto che lui definisce psycho-disco-italo e che riflette al meglio tutte le sue influenze musicali e di vita. Appuntatevi questo nome, segnatevi le prossime date e uscite, perché in questo Giant Steps vi presentiamo un personaggio che difficilmente passa inosservato.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Ce ne sono due che mi hanno emozionato particolarmente. George Benson “Give Me The Night” è uno dei dischi che sentivo sempre in macchina quando andavo al mare con i miei genitori, quindi mi suscita sempre atmosfere di vacanza estiva e spensieratezza. Poi “Rock With You” di Micheal Jackson che non ti saprei dire quando ho sentito la prima volta, ma che ancora oggi mi fa venire voglia di ballare e chi mi ha fatto appassionato alla disco music.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Tutto è nato quando da ero molto piccolo, forse alle scuole elementari, provavo a mixare le canzoni con due lettori cd e un mixer a due canali. Ovviamente con scarsi risultati. Poi ho scoperto Cubase SX3 e cercavo di capire come fare musica con il computer, poi ho avuto il periodo in cui mi sono comprato due giradischi Technics e quindi caterve di vinili. Per non farmi mancare nulla, sulla spinta di mio padre che suonava il basso, ho iniziato a prendere lezioni di basso e a ad avere le prime band. Infine è arrivato il momento dei sequencer, delle tastiere e delle macchine analogiche vintage, una vera droga! Chiaramente in ogni momento musicale attraversato ho condiviso la mia passione con un gruppo di amici con la mia stessa malattia, quindi forse la musica è da sempre una parte fondamentale della mia vita, non c’è stato un momento che sono stato “illuminato dalla musica”, è semplicemente sempre stato così.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Be’ fino ad ora, fortunatamente, non ho ancora avuto dei momenti di crisi cosi profondi da mettere in dubbio il mio rapporto con la musica; ovviamente la fine dei miei progetti precedenti mi ha segnato, ma ho sempre considerato quelle esperienze come un momento formativo da cui prendere il meglio, senza andare troppo in paranoia. Al contrario a volte vivo una sorta di “depressione post-parto” quando riascolto cose che produco. Avendo lo studio dentro caso capita spesso, ma fortunatamente mi metto subito a lavoro e mi scoraggio difficilmente.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
La mia carriera non ha ancora avuto un vero e proprio peek time, ti posso dire però che alcuni eventi mi hanno dato molto sia a livello emozionale che artistico. La tourneè in Francia con gli Holidays (la mia ex band) mi ha permesso di esibirmi davanti ad un pubblico più ricettivo rispetto a quello italiano; l’uscita su Blablaba Records con il nome Lomo mi ha catapultato in un mondo totalmente diverso dal mio. Poi l’uscita del singolo “My Friend Aede” e le prossime in arrivo sempre per Bomba Dischi & Bad Panda Records sono un altro step importante che non so dove mi porterà. Ah poi non posso citare Rockit, Vice, voi di Soundwall e il programma Babylon di Radio2 che ha passato il singolo “Dazed Island” e un mio mixtape: il rispetto della critica è fondamentale.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Guarda prendere un po’ d’aria non fa per me… esco molto poco. Attualmente la mia passione è il manuale della Yamaha DX7 e in generale drum machine, macchine analogiche di ogni genere e le tastiere ELKA… tutti oggetti che compro su un sito che spesso riempie le mie giornate: eBay. Ti potrei quasi dire che le aste negli ultimi anni sono diventate una delle mie attività principali! Quando trovo la giusta ispirazione per uscire rispolvero il mio vecchio skate o vado a qualche festival… l’ultimo è stato il Primavera Sound a Barcellona prima dell’estate.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Di non essere stato obbligato a suonare il piano da bambino, per il resto non ho grandi rimpianti.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Air – La Femme D’Argen
La Bionda – I wanna Be Your Lover
Shuggie Otis – Inspiration Information
Wham! – Club Tropicana
Talking Heads – Born Under Punches
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
In videoteca senza dubbio “City of Gods” come film e “Lost” come serie TV. Come libri il Manuale della Yamaha DX7, devo riuscire a capire tutti gli algoritmi che la fanno funzionare.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Per tanti anni ho fatto parte di band, mettevo i dischi in coppia con qualcun altro o lavoravo in studio sempre con un partner. In un momento della mia vita abbastanza scarico di stimoli esterni è nato Lamusa e senza nessun impegno ho caricato queste tracce su Soundcloud, la risposta è stata ottima e infatti ora ne parliamo insieme. Per cui a dirti la verità l’idea che un progetto psycho-disco-italo, in cui ho condensato tutte le mie influenze e che in parte consideravo quasi trash visto l’uso a volte smoderato di alcune percussioni, abbia ricevuto tutte queste attenzioni non posso che considerarlo il risultato artistico di cui vado più orgoglioso.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Spero di non darti una risposta troppo scontata, però non posso che dirti che il web ha dei lati positivi e negativi, la linea è sempre molto sottile. Io ci ho ragionato molto prima di capire bene quale fosse la mia posizione su questa quasi invadenza della rete e sono arrivato alla conclusione che il web fa bene alla musica. Farsi conoscere è fondamentale e il web ha abbattuto le barriere, dando la possibilità agli artisti di arrivare più direttamente in contatto con il pubblico. Poi certo, io credo di essere un caso particolare, ne apprezzo l’utilità ma in realtà non amo la sovraesposizione, mi limito a condividere la mia musica. Non sono molto “social”.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Il primo nome che mi viene in mente è Ariel Marcus Rosenberg aka Ariel Pink. Per chi non lo conoscesse vi consiglio di ascoltarvi “Life in LA” ed entrare nel suo mood.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ci sono due situazioni che ti posso raccontare, la prima è quando ho incontrato due bellissimi trans con delle fantastiche mutande rosa in topless che si baciavano al Berghain. Si lo so, se vai in quel club ti devi aspettare certe cose. Io non ero preparato. La seconda è quando in Francia dovevo suonare in una “secret location” che sarebbe stata svelata qualche ora prima dai promoter…bene alla fine ci trovammo in questo sfasciacarrozze sperduto nella periferia di Caen, quel giorno ho capito che spesso il termine underground viene equivocato.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Il problema della scena italiana è che non si da spazio agli artisti emergenti e la conseguenza naturale è che non si consoliderà mai una scena indipendente come ormai succede in ogni parte del mondo. In Italia se sperimenti non susciti interesse, sei quasi ghettizzato, la mia visione dell’arte mi porta a dire che non si sperimenta non si ha un evoluzione. Rimpiango di non aver vissuto gli anni ’70 e ’80 in cui anche i big della scena italiana erano a modo loro innovatori… di quella generazione ormai è rimasto solo Franco Battiato che finalmente si è di nuovo messo a giocare con un synth e con “Joe Patti’s Experimental Group” ha stupito un po’ tutti. Mi chiedo sempre, se un disco in quel modo l’avesse fatto qualche giovane leva che tipo di visibilità avrebbe avuto?
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
A brevissimo termine inizierò con il live, devo solo capire bene come organizzare il set-up e ci siamo. Per quanto riguarda la produzione a metà Novembre esce il primo EP per Bad Panda&Bomba Dischi che si chiama “Greatest Hits”; poi ad inizio 2015 uscirà l’album completo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.