Fiorentino DOC, Lorenzo Fortino è uno dei giovani più interessanti che il capoluogo toscano abbia offerto alla nostra scena negli ultimi anni. Digger instancabile, Lorenzo è stato resident di alcune delle realtà cittadine più importanti – su tutte il Viper Club e Lattex+, dove è tra i protagonisti per tre anni a partire dall’autunno 2011 – prima di partire alla volta di Londra e Berlino, dove sviluppa e approfondisce una passione pressoché incurabile per i dischi. A qualche settimana dall’uscita del suo secondo album “Empaetia”, sulla sua label Futop Musica, siamo lieti di averlo sulle nostre pagine con i suoi quindici passi. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Il primissimo disco non saprei, da piccolo ascoltavo quello che mettevano i miei genitori durante i viaggi l’estate in macchina…era musica di Edoardo Bennato, Lucio Battisti, Lucio Dalla, Bob Dylan, Bob Marley. Le tracce che che mi rimasero più in testa furono “La Canzone del Sole” di Lucio Battisti e “No Woman No Cry” di Bob Marley.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Premesso che ho iniziato ad ascoltare la musica techno abbastanza presto (all’età di tredici anni) e ho iniziato ad andare a sentire quel tipo di musica pochi anni dopo; il mio migliore amico Giacomo D’Aquino già suonava e quello è stato fondamentale….visto che ero spesso con lui…ma la serata che mi cambiò un po’ la vita fu il 21 maggio 2005 quando con degli amici andai al Link di Bologna a sentire Richie Hawtin (che ancora conoscevo solo di nome). Fece un dj set epico di cinque ore che chiuse sul finale con “Marionette” di Mathew Jonson…il sole che entrava nella sal…c’era un’atmosfera unica….li ho capito che dovevo iniziare a suonare.
Per quanto riguarda la produzione devo citare alcune persone per me fondamentali: il primo a introdurmi fu Ettore Manetti di Grassina, un mio amico dj più grande di me che ai tempi mi spiegò l’uso di Ableton per la prima volta, Lorenzo Fabiano, un altro amico/produttore di Firenze che mi ha fatto continuare questa passione e infine Mass Prod. Martino ha alimentato questa mia voglia di capire di più riguardo alle strumentazioni analogiche e col tempo sono arrivato al mio modo di produrre ideale. Attualmente quando sento la necessità mi devo mettere subito a produrre qualcosa; sempre in maniera molto spontanea (alterno mesi senza fare nulla a periodi molto attivo).
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Ho avuto un momento diciamo “strano” quando ho smesso volutamente di suonare da dj resident alla serata Lattex+ di Firenze a fine 2013 dopo due anni e mezzo. Non avevo più stimoli in quel periodo, non credevo più in niente e nessuno, stavo per smettere di suonare del tutto (anche se forse neanche io ci ho mai creduto fino in fondo). Non è stato un bel momento, ma alla fine dopo un anno di pausa ho ripreso a suonare con molta più consapevolezza e testa di prima, determinato nel portare avanti il mio stile in questa roba.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Carriera non mi sembra la parola giusta, meglio “percorso”. Sicuramente i due anni e mezzo che sono stato dj resident alla serata Lattex+ di Firenze mi hanno fatto maturare molto – nonostante in quel momento non me ne rendessi conto, dover fare molte aperture ai vari ospiti mi ha fatto avere una visione completa del dj set che ora ritrovo come esperienza a mio favore.
Una soddisfazione personale è esser stato invitato a suonare alla jam invernale Age of Aquarious e a quella estiva Concrete Jungle create da The Next One (leggenda dell’hip hop a livello mondiale) dove suonerò anche quest’anno. Colgo l’occasione per ringraziarlo di tutto quello che mi ha insegnato e di aver creduto in me dandomi sempre spazio per suonare.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Tutto nella mia vita nel bene o nel male è girato intorno alla musica.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Rimpianti?! È ora che mi sto iniziando a divertire, concretizzando tutto quello che avevo in testa!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Premesso che frasi del tipo “questo disco lo devi avere per forza” per me non hanno senso, provo a suggerire degli album che chi ha i gusti simili ai miei certamente apprezzerà:
Franco Simone “Se Di mezzo C’è L’Amore”
Camelz Finnezza Click “Nextraterrestrial Album (Futuristico Suono Degli Anni Zero)”
D’Arcangelo “Broken Toy’s Corner”
Nuel “Trance Mutation”
Madteo “Noi No”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Film : “Non essere cattivo”, “Modigliani”, “Abbandonata dal destino”, “Fa’ la cosa sbagliata”, “Alaska”, “City Of God”, “Bronx”, “The Warriors”, “Noi i ragazzi dello zoo di Berlino”, “L’Universale” e “Trastevere”.
Libri : “Stranieri come noi” di Vittorio Zucconi, “Una perfetta imperfezione” di Osho, “Space is the place. La vita e la musica di Sun Ra” di John F. Szwed, “Techno: Ritmi Afrofuturisti” di Claudia Attimonelli, “La mia rivoluzione. L’autobiografia” di Johan Cruyff e “Vado a vivere nel Bronx” di Giaime Fiumanò.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Il mio secondo album “Empaetia” (dedicato a Ponte a Ema) perché rappresenta tutto quello che vivo, attraverso le atmosfere della mia musica. Ringrazio il mio grande amico Lorenzo Biffoli, a cui affido la parte fotografica di ogni mio progetto.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Penso che il web sia molto importante per approfondire qualunque argomento uno cerchi. Io guardo molti filmati riguardo alla musica dove parlano persone che hanno vissuto i vari periodi, per avere una visione veritiera di quello che è successo realmente. Mi piace anche molto leggere le interviste per capire la mentalità di una persona.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Nella mia città mi confronto sempre con tutti i miei amici : Bakerboy, Dagdrom, Mirko Casalini, Sciahri, Herva, Dukwa, Dunk e Lord P. Per quanto riguarda le persone di Firenze che ora non stanno qui, sicuramente Rufus ha avuto un’influenza su di me come dj e come figura di riferimento, quindi lo ringrazio per quello che mi ha insegnato…voglio e devo ringraziare anche Fabio Della Torre che mi ha sempre supportato da quando ci siamo conosciuti e ogni volta che ci confrontiamo ascolta sempre il mio parere. In Italia in questi anni ho avuto la fortuna di conoscere molti dj, produttori e mc con cui mi sono confrontato con molto piacere e molti di questi ormai sono grandi amici: Healing Force Project, Hazylujah, Volcov, Twice, Native, Madteo, Cilloman, Dcdj Soulmind, Nuel, Passenger, Chevel, Giorgio Luceri, Marcello Napoletano, Frequency Modulation, Jonathan Leo, Pearl River Sound, Claudio Fabrianesi, Francesco Farfa, Roby U Key, David Love Calò, Simona Faraone, K Soul, Ennio Colaci, Deep88, Mattia Trani, Claudio Mate, Roberto Bosco, Filippo Zenna, Whodamanny, Riccardo Schirò, Francesco Save, Mattia Lapucci, Reekee, Soultaz, Jabar, Mat Chiavaroli, Paquita Gordon, Funky Kriminal, Tony Negro, Dj Vale, Dj Mbatò, Pezzone, Herrera, Fat Fat Corfunk, KBC, Ekstra, Truskull, Roy Zen, Deal The Beatkrusher, Mc Shark, Casti, Lamaislam e Bandog.
Per quanto riguarda persone fuori Italia devo assolutamente ringraziare: DJ Stingray, Mike Banks, Patrice Scott, Marcellus Pittman, Lique (Malik Shakur), Iomos Marad e William Basinski.
Quelli invece che vorrei conoscere e farci una bella chiacchierata sono: Juan Atkins, Jeff Mills, Mathew Jonson, Omar S, Brian Eno, Alva Noto, Mika Vainio, Large Professor e Roc Marciano.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Troppe, ma ogni volta che riparlo con i miei amici siamo d’accordo su quale è rimasta nella storia: febbraio 2014, Panorama Bar di Berlino, domenica mattina verso le 9. Marcello Napoletano inizia a suonare, un dj set con dischi principalmente funk….vi assicuro che era veramente nel suo viaggio e lo stava trasmettendo a chi rimase quella mattina; io e i miei amici volavamo con i gran dischi che metteva, ma tanta gente non l’ha presa bene…passava qualcuno ogni tanto….”play house music please! Play house music please!“. Che risate, grande marcio!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Purtoppo tanti dj italiani molto bravi suonano poco nel nostro paese. In Italia per rafforzare la nostra scuola dobbiamo suonare noi italiani, i dj esteri sono i benvenuti solo quando portano un valore aggiunto che serve a far crescere la nostra scena; quando vengono qua sta a noi metterli a proprio agio dimostrando le nostre capacità.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Uscirà a breve il mio primo EP in vinile sempre sulla mia etichetta Futop Musica.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Uno dei miei dischi preferiti “Too Many Ghosts” di Hazylujah (grande Massi!)