Lucindo Cutolo, in arte semplicemente Lucindo, è un dj per metà napoletano e per metà brasiliano di base a Berlino. Se la musica è arte, ispirazione ed espressione di se stessi, per Lucindo, essa ha assunto anche il valore della rivincita e della rinascita. Influenzato fortemente dall’acid e appassionato di dischi sin da piccolissimo, la sua musica trova linfa in sonorità cruente e di forte impatto ispirate dalla voglia di rimettersi in gioco e da una mentalità così definita che ormai è diventata un vero e proprio stile di vita. Insieme a un suo set registrato in occasione di uno dei party più famosi della capitale tedesca, è un piacere per noi, oggi, presentarvi i suoi quindici passi da gigante per il consueto Giant Steps del lunedì.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non c’è stata una primissima traccia o un disco in particolare che mi ha cambiato la vita, può sembrare strano, ma è stata la registrazione su cassetta di un dj set di Claudio Di Rocco. Non ricordo la data che c’era scritta sopra, 1993 forse. Avevo dieci anni all’incirca e non avevo mai ascoltato house prima di allora, mi piaceva molto quel tipo di sound, ci sentivo qualcosa di diverso rispetto alla roba che ascoltavo in radio o che studiavo ed è da quel momento che ho iniziato a guardare la musica con altri occhi.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Fin da bambino i miei genitori mi hanno sempre invogliato a studiare musica. Grazie a loro ho potuto seguire corsi di piano e clarinetto, strumenti che ormai non tocco da una vita. Ero dodicenne quando un giorno mio fratello tornò a casa con un mixer, due piatti e una dozzina di dischi. Fu amore a prima vista, la svolta della mia vita. Osservavo sempre mio fratello quando suonava, ed è stato proprio lui ad insegnarmi. Dopo tre mesi già ero diventato bravo nel mixing e non mi scollavo mai dai giradischi. Ricordo che mi portava alle serate che organizzavano gli amici e mi lasciava suonare ai party privati in case, ville e garage. Ha sempre sostenuto che fossi molto portato per fare il dj, anche più di lui, tanto è vero che col tempo mi ha lasciato tutta la sua attrezzatura. Devo molto alla mia famiglia, è anche grazie a loro se ho raggiunto dei traguardi oggi.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
A diciassette anni già suonavo in qualche club della zona vesuviana e di Napoli con una crew che avevamo formato; purtroppo poi però, questi amici decisero di seguire un altro progetto escludendomi del tutto. Non la presi bene, anzi, per me fu un brutto colpo. Provai in tutti i modi a far qualcosa per conto mio ma ero troppo giovane per farcela da solo, mi sentivo tagliato fuori e così abbandonai l’idea di suonare nei club, e, con il passare del tempo, abbandonai anche i piatti.
Ho avuto un periodo di buio lungo circa tre anni, poi, non so come e non so perché ho ripreso a comprare dischi e a suonarli. Durante questi anni di ripresa ho avuto uno sviluppo involontario della mia personalità musicale facendo semplicemente musica per passione. Sono stati Davide (D.Carbone) e Pasquale (Ascion) che mi hanno invogliato a tornare dietro la consolle. Con loo poi, ho anche fondato successivamente 3TH Records. Da quel che so comunque, sono rimasto io l’unico di quel vecchio gruppo a continuare la carriera da dj.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
In primis la fondazione della label 3TH Records. La sua nascita è stata una specie di rinascita per me, il motivo di rimettermi in gioco dopo aver perso tanto tempo. Da non dimenticare inoltre, la prima volta che ho suonato al Tresor! Un’esperienza unica, come non l’ho mai vissuta in un altro club.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
La mia prima passione è ovviamente la musica. Fortunatamente riesco a dedicarle molto del tempo della mia giornata anche a discapito di tutto il resto. Mi appassionano molto inoltre anche i dipinti, specialmente quelli di Caravaggio e Goya, ma anche quelli dei caricaturisti inglesi come Thomas Rowlandson e James Gillray.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Diciamo tutto quel periodo di buio: il tempo perso non si recupera mai.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Uno dei miei album preferiti è “Music Has The Right To Children”, dei Boards Of Canada. Se vi piace suonare dischi acid quanto piace a me, che siano IDM, techno o hardcore, vi posso consigliare questi tre album: Ceephax “Volume One” e The Kosmik Kommando “Freaquenseize” – rilasciati entrambi dalla Rephlex – e Biochip C. “TB Uproar”, sulla Anodyne. Album tutti da suonare. Se poi volete riposare dopo una lunga sessione di mixing, mettete su “Arrhythmia”, degli Antipop Consortium uscito su Warp a inizio 2000. Un bel mix di hip hop e IDM.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Devo essere sincero ultimamente guardo in media due pellicole l’anno, attualmente penso che stare un paio d’ore a guardare uno schermo sia una perdita di tempo, a meno che non si tratti di news o documentari. Sono appassionato della trilogia di Star Wars, la prima, apprezzo molto gli effetti speciali di quei tempi così come i costumi e gli scenari creati apposta. Un’altra trilogia che mi è sempre piaciuta è quella di Alien, così come i vecchi western americani e i film di mafia (come ad esempio “Cotton Club” o “Bugsy”) da non dimenticare poi i film di Burton e Tarantino, i miei registi preferiti.
Riguardo ai libri devo ammettere di non essere un vero e proprio lettore, leggo saltuariamente. Due degli ultimi libri iniziati sono “Storia della Bruttezza” di Umberto Eco e “Sulla Cocaina” di Freud. Un libro che invece vorrei leggere ma che non riesco a trovare da più di un anno è “Techno” di Christian Zingales, autore inoltre di altri libri riguardanti il genere musicale, come “House Music” o “Electronica”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
“Alien Rebellion” sicuramente è stato il disco che mi ha dato più, ma non posso escludere “Human Invasion” e “Neanderthal”. Ogni mio lavoro ha a che fare con qualcosa di me stesso, sentimenti o emozioni che vengono scritti su un disco o un nastro, quindi questo mi rende fiero di tutti lavori che ho rilasciato finora.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Ammetto di non apprezzare moltissimo tutto quello che riguarda i social network per l’uso che se ne fa a sproposito.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Quelli più affini a me sono i miei amici Ascion e D.Carbone, con cui sono cresciuto insieme condividendo la vita, la passione per la musica e la 3TH. Con il tempo ho allacciato rapporti poi con artisti come Ryuji Takeuchi e Huren, persone a me molto care. Con gli Ontal e gli NX1 spesso ci scambiamo opinioni varie sulla musica e sulla scena attuale. Ho anche dei buoni rapporti con Andrew degli AnD, con Max Durante, Unhuman, Joseph Mcgeechan e tanti altri.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Uno degli episodi più assurdi della mia vita sicuramente è stato il modo in cui venni escluso dai miei vecchi soci. Mi invitarono ad una serata dove loro avrebbero dovuto suonare, e quando arrivai al locale mi resi conto che era una serata di lancio di una nuova crew. Rimasi a bocca aperta quando ad annunciare dalla consolle questo nuovo progetto furono proprio i miei compagni indossando le magliette del loro nuovo gruppo.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Una cosa che mi da fastidio in generale nella scena è il fatto che oggigiorno si tende a non considerare più la qualità delle produzioni, ma solamente la quantità, e spesso viene rilasciata troppa musica, perdendo di vista cosa vale davvero.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il mio prossimo EP uscirà a dicembre: la Overdraw di Gianvito Tripolis rilascerà tre tracce mie più un bel remix di Huren. Ancora da datare un remix per la seconda uscita di Skarn Division, etichetta di Federico Amoroso, che ha fatto il primo showcase della label al Dude Club di Milano lo scorso 29 ottobre con me e Positive Center. Anche con 3TH ci stiamo muovendo per la nona uscita, e anche altri lavori individuali sono in corsia di lancio, ma per il momento non ve ne posso parlare.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.