Nato e cresciuto a Roma, Luigi Tozzi è solo l’ultimo dei giovani talenti formatosi ascoltando i dischi prodotti e suonati da quel nucleo di artisti che hanno contribuito a fare della città eterna uno dei cuori pulsanti della techno europea. Non è un caso, infatti, che la sua musica sia finita nell’orbita di Dino Sabatini e della sua Outis Music – piattaforma che col suo catalogo ha raccolto l’eredità di Elettronica Romana stampando i lavori a firma Modern Heads, Gianluca Meloni, Donato Dozzy, Giorgio Gigli e Claudio PRC – e che la svedese Hypnus Records si sia affidata a lui a più riprese negli ultimi ventiquattro mesi.
Oggi sulle nostre pagine potete leggere i suoi quindici passi e abbandonarvi ai paesaggi liquidi e alle atmosfere dilatate del suo set. Fate un bel respiro e rilassatevi.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non potrei parlare di un disco o di una traccia soltanto, ma del filone che mi ha realmente incuriosito e fatto venir voglia di provare a mettermi in gioco. Quando ho scoperto il lato dub della techno (Basic Channel sostanzialmente) mi sono realmente appassionato oltre che all’ascolto, anche alla ricerca, per capire quali fossero i meccanismi e anche i principi tecnici dietro quel suono, e da li sono poi passato all’idea della produzione.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Mentre lavoravo sul mio primo album a settembre scorso.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Più o meno ogni volta che mi trovo a valutare il mio lavoro, spesso dopo aver lavorato per settimane o mesi su dei progetti mi ritrovo a riascoltarli nell’ottica di farne uscire un disco e ho l’impressione di aver completamente perso la magia che c’era in studio nel momento in cui componevo i brani. Penso che dipenda dal fatto che in fase di produzione si ascoltino gli stessi suoni in loop per talmente tante ore che dopo un po’ diventa quasi impossibile averne un’impressione unitaria, come quella di chi ascolta il lavoro finito per la prima volta.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Tutto il lavoro fatto con Hypnus, perché è un progetto partito dal nulla che si sta ritagliando uno spazio importante, ed averne fatto parte dall’inizio contribuendo alla crescita dell’etichetta è una bellissima soddisfazione.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Le due attività che mi permettono di staccare di più sono il cinema e l’apnea, sicuramente diversissime tra loro ma hanno in comune il fatto di trasportarti lontano dalla realtà e di “purificarti” in qualche modo. Sopratutto andare sott’acqua, prevalentemente da solo, mi permette di passare molte ore di seguito in mezzo alla natura e di fare dei pensieri che probabilmente non farei mai rimanendo in città.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessuno direi, alla fine ci sono esperienze belle e brutte, ma fanno tutte parte di un bagaglio che ha una valenza formativa!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Basic Channel ”Quadrant Dub”
Plastikman ”Consumed”
Donato Dozzy “K”
Dino Sabatini ”Shaman’s Paths”
Mike Parker “Lustrations”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Film:
“Un uomo da marciapiede” di John Schlesinger
“Sentieri selvaggi” di John Ford
“Blade Runner” di Ridley Scott
Libri:
“Umiliati e offesi” di Fedor Dostoevskij
“Il potere del cane” di Don Winslow
“Il grande sonno” di Raymond Chandler
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Il brano di cui sono maggiormente soddisfatto ad oggi è “Hierophant”, uscito su un Various Adepts di Hypnus ad agosto scorso.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Per quanto mi riguarda la presenza del web è qualcosa di assolutamente positivo: mi ha permesso di condividere musica con persone che altrimenti sarebbero state irraggiungibili, e di ottenere feedback e consigli preziosi sui miei lavori. Inoltre è una fonte di conoscenza ed arricchimento culturale continuo, l’importante chiaramente è non abusarne e non dargli troppo peso.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Mi sento particolarmente affine e legato affettivamente ai miei tre label owners: Michel di Hypnus, Dino Sabatini per Outis Music e Luca per quanto riguarda Mental Modern. Sono persone sulle quali posso contare sempre e che capiscono profondamente quel che faccio, sono felicissimo di poter collaborare con questi tre progetti in pianta stabile e so che insieme faremo ancora tanta strada.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Direi vedere il mio nome scritto bello grande su una locandina di un evento per il quale non ero stato mai contattato, quattro giorni prima della data.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Tutte le persone e le dinamiche che girano intorno alla scena anche se non hanno nulla a che fare con la musica, mi sembra qualcosa di insensato e che nuoce gravemente all’immagine e alla godibilità di certe situazioni.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto iniziando ad accettare qualche data sia per dei dj set che per delle performance live, adesso sono molto concentrato sull’organizzazione di questi viaggi che mi poteranno un po’ in giro per l’Europa e anche in Asia molto probabilmente. Per quanto riguarda la produzione invece è uscito ultimamente un disco su Hypnus al quale tengo molto e ho concluso da poco il lavoro sul mio primo album.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.