Uno stile eclettico e per certi versi difficile da definire, una passione sconfinata per la musica e un deciso distacco, voluto o forse no, da quelle che sono le esigenze del mercato musicale dei giorni d’oggi. La mentalità di chi vuole andare dritto per la propria strada, inseguendo i propri sogni; il carisma e l’umiltà degli uomini veri. Mannella, nome d’arte e cognome di Alessandro, protagonista del Giant Steps di oggi, corrisponde perfettamente a quanto descritto. Tutto in un unico corpo e una sola anima. Socio e collaboratore dei The Analogue Cops, proprietario insieme a loro di PicNic34 e in solitario di JTseries, la sua musica si scosta dai canoni classici della techno che oggi va per la maggiore e assume un valore più identificativo e caratteristico che la rende – perché no? – più affascinante.
Influenzata dalle sonorità tanto di Detroit quanto di Chicago e pervasa dal calore tipico dell’house, dedicategli un ascolto per capire davvero chi è Mannella.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Diciamo che un disco o una traccia precise non ci sono. Sono sempre stato appassionato di musica fin da piccolissimo, ma il periodo dai sedici anni in poi è stato decisamente caratterizzante.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ero giovanissimo quando ho iniziato a frequentare il mondo del clubbing milanese e già dalla prima volta sono rimasto affascinato dal carisma ed il movimento che il personaggio protagonista “al di là” della consolle creava. Dunque ho sentito fin da subito il bisogno di iniziare a creare “la mia onda”. Ti illustro lo scenario: in cantina dei miei genitori, tra lavatrice e conserve della nonna, usando due giradischi da ascolto ed un mixer sgangherato tentavo il primo approccio al mixing. La necessità di produrre invece, è arrivata decisamente più tardi, diciamo intorno al 2008. In generale la musica mi ha sempre trasmesso energia e pienezza, sensazioni che negli anni si sono trasformate in passione e dedizione a 360°.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Credo che, come ogni artista, i momenti di crisi siano spesso dietro l’angolo. D’altronde non si può avere ogni giorno la stessa carica di creatività purtroppo; questo mi abbatte, ma la voglia di far musica prevale sempre e comunque su tutto.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente il trasferimento qui a Berlino, città che mi ha dato l’opportunità di aprire due etichette, collaborando con grandi artisti e persone fantastiche.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
In realtà basta poco per rigenerarmi: una cena con gli amici o una mostra con la mia donna, insomma del tempo speso con le persone che più mi fanno star bene. Altre volte invece preferisco stare solo, ed è lì che mi chiudo per ore e ore in qualche record store.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non credo di averne in particolare. Credo che ogni evento avvenga sempre per un motivo e a tempo debito. Non posso dire di viver di rimpianti, piuttosto di aspettative positive per il futuro.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
St. Germain “Boulevard (the complete series)” (F Communications)
Kelan Philip Cohran & The Hypnotic Brass Ensemble “Kelan Philip Cohran & The Hypnotic Brass Ensemble” (Honest Jon’s)
Japanese Telecom “Japanese Telecom Album” (Intuit Solar)
Theo Parrish “You Forgot” (Sound Signature 015)
Mannella & Marieu “Tecnologia Robotica” (PNC 001)
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
“PAZ!”, tratto dalle tavole di Andrea Pazienza, “π – Il teorema del delirio” di Darren Aronofsky e “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman sono tra i miei film preferiti. Per quanto riguarda la lettura ho divorato un sacco di saggi sulla reale storia della civiltà umana e sui misteri dell’archeologia.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente l’esordio al Tresor, anche se devo ammettere che ogni piccolo passo nella mia carriera è per me motivo di grande soddisfazione.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Come tutti i mezzi di comunicazione ci sono i pro ed i contro, ma ciò che proprio non sopporto è l’inclinazione delle persone a crearsi una vita “fantoccio” dietro uno schermo e la dipendenza che certe persone hanno dai vari social network: a volte sembra che per alcuni la “vita reale” sia quella del web!
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Tra i miei amici più cari e gli artisti con cui collaboro, sicuramente Modi (del Wall Milano), Marieu ed il Dome (per chi non lo sapesse, i The Analogue Cops), Francesco Devincenti e Marco Pellegrino (Anlog Cut).
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Più che assurda questa la definirei…tragica! Ero rimasto a piedi con la macchina tra le campagne ibizenche, senza telefono, da solo, mentre andavo a suonare allo Space. Inutile dire che quella notte purtroppo non sono mai arrivato a destinazione!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Sicuramente la bassa cultura della musica elettronica in generale, che costringe spesso e volentieri ad eclissare i grandi talenti della scena underground italiana. Se ci fosse prima di tutto cultura e rispetto ci sarebbe sicuramente più possibilità di portare – da parte di promoter e organizzatori – alla luce i tanti talenti nostrani invece di puntare sempre e solo su artisti mainstream per riempire i locali. È anche vero che è molto difficile, da parte di chi organizza, poter educare il pubblico sacrificando talvolta la buona riuscita della serata. Insomma…open your mind!!
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
A breve uscirà il secondo EP su JTseries con tre tracce mie ed una traccia in collaborazione con Blawan e sto già lavorando sul terzo con un’altra collaborazione molto speciale che per il momento non voglio anticipare. Inoltre ci saranno altre uscite su diverse altre etichette. Di pari passo con le mie produzioni sto iniziando a preparare una performance live con soli hardware, che proporrò nei prossimi mesi. Un altro progetto che ho a cuore è il Decipher Language, party in collaborazione con Stojche, Francesco Devincenti che facciamo con cadenza più o meno trimestrale al Griessmuehle.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.