C’è una cosa che la Campania continua a fare da decenni con una costanza e una perseveranza disarmante, ovvero sfornare dj e produttori ricchi di cose da dire e vogliosi di misurarsi con le sfide che il clubbing è solito riservare. Questo è un dato di fatto che diamo ormai per assodato. Stiamo parlando di quei giovani dalle idee chiare e dall’animo techno che, anno dopo anno, stagione dopo stagione, gettano le loro speranze e le loro energie nella mischia, certi che la consapevolezza e la cultura della loro terra non esiterà a mostrar loro le linee guida giuste da seguire. Di figure in grado di “matchare” con questo identikit è piena la storia, soprattutto quella più recente, e il napoletano Manuel Di Martino, di cui Soundwall è lieta di presentarvi oggi i suoi quindici passi, è solo l’ultimo e rappresentativo esempio.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Ce ne sarebbero molti da citare, però su tutti dico “One Of These Days” dei Pink Floyd. Sono cresciuto con le atmosfere incredibili di questo gruppo che ha fatto una musica per me fondamentale per la mia vita.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Intorno ai quattordici anni ho iniziato a “smanettare” con un vecchio giradischi di papà, un anno dopo ho iniziato a mettere i dischi a casa con la mia consolle comprata con i miei risparmi. Lì ho sicuramente capito che, o nei club o a casa mia, i dischi li avrei comunque fatti girare! Non mi importava dove: per me suonare era un momento in cui riuscivo ad uscire fuori da ogni pensiero e a divertirmi da matti, anche in camera mia in cuffia. Invece per le produzioni si è trattato di un discorso diverso: dopo qualche anno di esperienza di buon livello come resident in alcuni club locali, ho sentito qualcosa dentro di me che mi ha portato al volermi esprimermi anche come produttore.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Crisi particolari non ne ho mai avute, ma ci sono stati dei momenti “bassi”, quelli sicuramente. Per quanto riguarda la produzione, ci sono dei periodi in cui devi allontanarti dallo studio perché sei saturo e non riesci a tirare fuori niente di niente; metti giù un groove e lo cancelli, abbozzi una traccia e dopo cinque minuti la butti via. Quelli sì che sono momenti brutti, e la miglior soluzione è “ripulire” la mente con un po di relax fuori dallo studio.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Credo sia ancora presto per parlare di momenti davvero importanti, però sicuramente un po’ di soddisfazioni sono riuscito a togliermele. Stampare dei dischi in vinili e avere un buon successo sono momenti importanti per chi fa musica, così come suonare in alcuni club italiani di un certo spessore come, per esempio, i Magazzini Generali o il Dolcevita. Il passo più importante, tra quelli recenti, è stato l’apertura della mia label Persistence.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Seguo molto la moda e il design d’interni, mi piace mangiare bene (e quindi girare per poter assaggiare cose di qualità), leggere e giocare a calcio. Trovo o almeno cerco di trovare spazio per tutto: con il calcio ho dei giorni in cui ho allenamenti e partite; per la moda, il design, la lettura e la gastronomia, appena ho un attimo libero cerco di non farmi sfuggire l’occasione!
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Per fortuna non ho nessun rimpianto, rifarei tutto quello che ho fatto fino ad ora. Al massimo posso rimpiangere l’aver venduto a diciotto anni i miei giradischi per poter comprare le prime macchine per produrre musica.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Cinque sono davvero pochi, ma posso provarci:
Depeche Mode “Violator”
Pink Floyd “Wish You Where Here”
Black Sabbath “Paranoid”
La Famiglia “41° Parallelo”
Dave Clarke “Devil’s Advocate”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Potrei citare davvero mille film, ma consiglio su tutti la saga de “Il Padrino” e “Gli Intoccabili”, rimanendo in tema mafia americana. Chiudo con “Non ci resta che piangere” con Troisi.
Riguardo i libri voglio citare “Storie sulla pelle” di Nicolai Lilin.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Direi tutta la prima release della mia etichetta Persistence, un various che comprende la mia traccia “Acid In Your Eyes Part 2”. Non dico sia la cosa migliore che abbia fatto, ma riguarda un passo davvero importante dal punto di vista artistico: l’apertura di una propria label è una cosa molto particolare che si comprende a pieno solo quando la sfida si materializza davanti ai propri occhi.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
La vivo bene: è un grande strumento se usato correttamente, un mezzo che può darti visibilità e l’occasione per farti conoscere dove non puoi arrivare ancora fisicamente. Ahimè, però, c’è anche chi usa il web in maniera esagerata, accelerando e amplificando anche gli aspetti peggiori che lo riguardano. È una cosa attuale e io sono a favore della tecnologia, purché se ne faccia buon uso.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Vi dico Nicola Campanella, in arte Kaelan. Lo conosco da anni e ci confrontiamo costantemente, sia riguardo le nostre vite private che dei nostri progetti; ci scambiamo molte idee e non a caso fa parte della prima uscita della mia etichetta. Come lui Raffaele Attanasio, con il quale sono prima di tutto amico al di fuori della musica tanto da far parte della stessa comitiva da anni. Poi gli Hertz Collision (Pietro e Francesco), i quali saranno inseriti nella seconda release di Persistence, e Marco Bruno, che ho conosciuto diverso tempo fa e stimo moltissimo. Infine, non meno importanti, Valerio Iuliano e Mario Ruggiero, due miei amici di vecchia data con i quali ho condiviso tanti momenti oltre la musica e che sono sempre pronti a darmi un consiglio sincero.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Quando ero piccolo ne ho vissute diverse, ma ne ricordo una in modo molto chiaro. Dovevo suonare in un party di un locale vicino casa, avrò avuto 16-17 anni massimo; mi inizio a preparare perché mancava poco e stavo per iniziare. Prendo le mie cuffie, tiro fuori i miei dischi e i miei porta cd, ma a quel punto si presentano un ragazzo, con la sua consolle in un case, e l’organizzatore (se così vogliamo chiamarlo) dicendomi che era il suo turno vista la maggiore affluenza. A quel punto scopro che la ragione del cambio erano le venti/trenta persone che erano venute al suo compleanno e che sedevano al suo tavolo. Così ho tolto tutto di mezzo le mie cose, visibilmente deluso…col senno di poi è stato meglio così: quelle non sono mai state le situazioni adatte a me! Peccato solo per i miei amici che erano lì per sentirmi suonare.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
La poca cultura che c’è, soprattutto tra le nuove leve, e anche la facilità con cui molti producer cambiano genere da un momento all’altro solo perché è cambiato il trend musicalel. Alla fine, a conti fatti, è una pecca che danneggia solo loro: la cultura e la coerenza sono dei valori molto importanti secondo me.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il prossimo inverno sono in uscita due vinili, uno sempre su Persistence, mentre l’altro su Blackwater. Sono in programma, poi, tante belle date e qualche remix di cui non posso ancora svelare i particolari. In più sto iniziando a lavorare al mio primo album, che spero di stampare stamperò sulla mia label nel 2016.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri
https://www.youtube.com/watch?v=UdeVX7UjeIk