Marco Dassi sa esattamente quello che vuole e come lo vuole, l’intervista che state per leggere ne è la riprova. Determinato e molto ambizioso, nonostante la giovane età, il dj e produttore varesino ha già all’attivo una serie di uscite che ne attestano il rispetto di pubblico e colleghi: la pubblicazione di “Varese Ist Leer” su “Richie Hawtin pres. Sounds From Can Elles” (Minus, ovviamente, al fianco di Gary Beck, Psyk, Joel Alter e Jorge Savoretti), ma soprattuto i suoi due album per Hell Yeah e Hystriacal ne fanno uno dei motivi di orgoglio di Ego, casa discografica indipendente che l’ha letteralmente preso sotto la propria ala e ne sta guidando le ultime fasi della sua crescita.
Oggi Giant Steps vi presenta il carattere deciso di Marco Dassi: grossa considerazione di sé e amore per i synth.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Parliamo di “HIStory” l’album di Michael Jackson. Ricordo di aver scoperto questo artista durante una vacanza con i miei genitori: avrò avuto all’incirca quattro anni e, nonostante la mia tenera età, la voce e la musica di quello che è stato definito il “re del pop” mi hanno fatto innamorare fin dal primo ascolto.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Non c’è stato un preciso momento, ma bensì una serie di eventi e normali progressioni di vita che mi hanno fatto avvicinare a questo mondo in maniera totalmente naturale e soprattutto in maniera graduale.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Ci sono due aspetti con i quali posso identificare i “momenti di crisi”, il primo riguarda la fase che io chiamo “di buio totale”: quella dove manca l’ispirazione a causa dello stress dato da nervosismi vari e dai troppi pensieri che riguardano la vita di tutti i giorni. Il secondo invece sono le etichette discografiche: nel mio percorso di sviluppo ho avuto modo di vivere diverse realtà discografiche e ammetto che anche loro si mettono d’impegno per creare uno stato di “crisi” nel compositore. Anzi più che mettere in crisi, direi che tendono a “disorientare”.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Ho raggiunto diversi “traguardi” nella mia giovane esistenza alcuni importanti e altri meno rilevanti, che però mi hanno aiutato a maturare anch’essi. Sicuramente uno da citare è quando, nel 2008, ho firmato una traccia per Minus. Un altro momento degno di nota è quando sono entrato a far parte dell’etichetta che mi ha cresciuto a livello musicale, la Hell Yeah Recordings, dove ho stampato il mio primo album. Come ultimo, ma non meno importante riguarda la mia realtà odierna: la casa discografica Ego. Qui ho avuto la possibilità di stampare il mio secondo album sotto Hysterical.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
La mia unica passione è la musica. Comporla, arrangiarla e non parlo solo di elettronica. Amo il pianoforte e negli ultimi due anni, dopo diversi studi, sono riuscito ad ottenere una manualità sufficiente per poterlo suonare liberamente senza l’aiuto di nessuno.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Per fortuna non ho rimpianti legati alla musica, ho sempre fatto quello che volevo e se ancora non sono riuscito in qualcosa, sono convinto che sia solo una questione di tempo e poi ci arriverò. Se mi guardo indietro posso solo sorridere.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Michael Jackson “Dangerous”
Bob Marley “Legend”
Ludovico Einaudi “Divenire”
Gregor Schwellenbach “Spielt 20 Jahre”
Lucio Battisti “Una giornata uggiosa”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non sono un’amante dei libri, piuttosto preferisco informarmi e leggere di argomenti che mi interessano, quindi non mi sento di consigliarne uno in particolare. Per quello che riguarda i film, mi piace molto Quentin Tarantino: consiglierei di vedere “Le iene” o “Pulp Fiction”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
I miei primi due album e l’entrata nella casa discografica Ego.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Sicuramente il web ci ha dato e ci darà molto, pensiamo solo alla musica: con l’avvento di internet e dei social network quanti talenti hanno avuto la possibilità di essere notati? Penso si tratti di un’arma a doppio taglio; per quanto mi riguarda tutto questa tecnologia, anche nei servizi, mi stressa: ormai sembra che la nostra vita ruoti attorno a cose astratte e poco importanti, perdendo di vista ciò che è realmente conta ed è tangibile.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Da più di quattro anni condivido con persone stupende un progetto chiamato “This Is Not”, penso non potessi scegliermi compagnia migliore con cui portarlo avanti. Mi riferisco ai miei tre soci (A.Crestani, A.Salvetti, G.Galmarini), ma anche allo staff che ci accompagna nel progetto. Per il mio ultimo album ho collaborato con Giorgia Angiuli, con la quale mi sono trovato davvero bene. Da poco invece ho scoperto Annalisa, cantante con cui sto preparando pezzi davvero forti e con la quale ho un’ ottima intesa lavorativa. Mi ritengo comunque una persona professionalmente solitaria.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Una volta suonai in Slovenia ad un pool party sopra una collina che dominava l’intera vallata di Lubiana, poco dopo essere arrivato sul luogo, mi ritrovai seduto al tavolo con gli organizzatori e la gente del posto che mi offrivano vodka dentro cocomeri giganti e ad ogni mio sorso battevano i pugni sul piano regalandomi sorrisi davvero indimenticabili. (Non vi racconto come è finita eheh)
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Mi dà molto fastidio come le istituzioni nel nostro Paese siano davvero lontane a capire il concetto moderno di “Night Life”. Riconosco ci siano problemi più importanti di questo, ma noto come negli altri paesi, le istituzioni abbiano sviluppato una certa sensibilità sull’argomento, dando spazio e assecondando eventi e situazioni impensabili nella nostra realtà nazionale. Per quanto riguarda la scena musicale italiana, invece, penso ci dovrebbe essere maggiore unione e collaborazione, lasciando perdere le ripicche e l’invidia.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Insieme ad Ego sto lavorando ad un nuovo progetto dove sperimento nuove sonorità senza perdere l’identità che fin qui mi ha caratterizzato…ma vi ho già raccontato troppo! Stay Tuned!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.