Marvin & Guy sono un duo di Parma, Alessandro e Marcello, che nasce artisticamente durante la serata Apartment che loro stessi organizzano e, proprio per queste occasioni, pensano bene di iniziare ad arricchire i loro set con qualche edit di loro produzione, rifacimenti più o meno profondi di vecchi successi disco di cui sono appassionati, specie Marcello che, più grande anagraficamente, si è beccato tutta l’house music dell’ultima decade del secolo. I ragazzi ci prendono gusto e passano alla produzione vera e propria, arrivano le prime uscite, si fanno la loro etichetta M&G, escono e suonano all’estero più che in Italia,si fanno notare, arrivano i primi grandi palchi. Nel 2015 si consacrano a un pubblico più ampio, evolvono il loro sound verso maggiori influenze house ed elettroniche, prima con un EP su Young Adults e recentemente addirittura sulla Hivern Discs di John Talabot con “Egoísta”. Oggi su Giant Steps abbiamo l’onore di presentarvi uno degli ultimi prodotti più riusciti del sempre brillante export italiano, in materia di musica elettronica.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che vi ha cambiato la vita? La primissima. Quella che vi ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Partiamo dal presupposto che arriviamo da due generazioni musicali diverse. Per quanto riguarda Marcello le prime vere emozioni le ha provate a sedici anni circa, quando iniziò ad interessarsi al djing, quindi si parla di house music nei primissimi 90’s, il disco era “Black Rascals – Keeping My Mind” cioè Blaze sotto mentite spoglie. Per Alessandro il discorso è differente perché le sue prime emozioni vere, inerenti alla musica, derivano anche qui dall’adolescenza ma sono legate ad un’esperienza con una piccola band che suonava rock e derivati, nel suo caso la canzone che nello specifico ha acceso la scintilla nei confronti della musica è stata forse “The Doors – The Ghost Song”, ma in generale tutti gli album dei Doors.
Passo numero due: quando avete capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della vostra vita?
Come Marvin & Guy il tutto nasce quando, nel 2010, abbiamo creato un party nella nostra città, chiamato Apartment, basato totalmente sulla disco più underground, legata a realtà del passato come Paradise Garage, The Music Box e The Loft (per intenderci), i party hanno avuto tanto successo grazie anche alla location. Negli svariati pomeriggi di cazzeggio musicale è nata l’idea di provare a mandare alcuni edit, che usavamo esclusivamente nei nostri set, a qualche etichetta qua e là dato che il momento era particolarmente felice per quel genere di “produzioni”. Dopo i vari successi nel circuito disco edits abbiamo capito che potevamo creare qualcosa di originale, facendo ad ogni uscita uno step in più.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel vostro rapporto con la musica?
Ad oggi, essendo anche un progetto recente, possiamo dire di non aver avuto ancora momenti di sconforto perché le cose sono sempre state in crescita.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, della vostra carriera?
Le prime date grosse all’estero senza ombra di dubbio, come ad esempio la partecipazione lo scorso anno al Nuits Sonores a Lione e, attualmente, la soddisfazione molto grande di essere stati presi sotto l’ala di John Talabot.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le vostre altre passioni? Come le sviluppate? Quanto tempo riuscire a dedicare loro?
La passione di Marcello dopo la musica è senza dubbio la pesca, lo fa da anni, figurati ora che si è trasferito su un isola come Lanzarote! Alessandro invece è molto appassionato di grafica, ma si tratta semplicemente di un hobby a tempo perso, la musica porta via ad entrambi talmente tanto tempo ed energie che è difficile occupare il resto del tempo con altre passioni.
Passi perduti: quali sono finora i vostri più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Sicuramente alcuni sbagli in passato ne abbiamo commessi ma, ad ora, di rimpianti non crediamo di averne. Ogni scelta è stata ponderata e decisa con consapevolezza, pensando quindi anche ad eventuali ripercussioni.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo voi i cinque album (o brani) che consigliereste e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Change – “The Glow Of Love”
The Doors – “An American Prayer”
Piero Umiliani – “Synthi Time”
Metro Area – “Metro Area”
Sonic Youth – “Washing Machine”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consigliereste?
Nessuno dei due è troppo appassionato di libri, preferiamo entrambi i film, nello specifico tutta la filmografia di David Lynch, si può dire che “Mulholland Drive” abbia segnato “mentalmente” entrambi.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora andate più orgogliosi?
L’uscita del nostro “Dance Abilities” lo scorso febbraio, sotto la Young Adults di Los Angeles, è stato uno step fondamentale per consacrare il nostro passaggio dagli edits ad un genere che, ad ora, viene chiamato “indie dance” ma che noi amiamo definire “groovy techno”. Però il disco con Hivern Discs, uscito questo mese, è realmente qualcosa di cui andiamo particolarmente fieri, soprattutto per i feedback ricevuti da artisti del calibro di Roman Flügel, John Talabot, Pachanga Boys, Ivan Smagghe e altri.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui sentite più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
In questo campo automaticamente viene naturale prendere spunti da altri artisti, magari anche da nomi molto più “grossi”, al momento proviamo grande affinità con colleghi e amici come Rebolledo, Ivan Smagghe, Jennifer Cardini, Cosmo Vitelli e gli italianissimi Boot & Tax.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
È da parecchi anni ormai che il web condiziona tutta la popolazione mondiale nel bene e nel male, quindi ti adegui e fai di tutto per cercare di sfruttare positivamente e quotidianamente l’innesto di questo “nuovo” metodo di comunicazione. Noi facciamo musica, la facciamo per essere ascoltata, quindi condivisa, il web è un aiuto ulteriore e diretto nella relazione con il pubblico, per la condivisione di tali lavori. Per noi è totalmente positivo.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che vi è capitato di vivere?
A marzo 2013 abbiamo avuto una data a Philadelphia, erano due date in una in realtà: abbiamo suonato all’after party di un evento ed era organizzato nel ghetto di Philly. Visivamente sembrava il Bronx degli anni ’80, molto decadente ma con un fascino particolare che alle volte ti può lasciare senza fiato. Questo after party era al secondo piano di un palazzo che cadeva a pezzi, non proprio in senso figurato, in cui ovviamente non ci sentivamo troppo al sicuro. Era incredibile vedere trecento persone che ballavano senza pause, sopra a questo pavimento pericolante, sprezzanti del pericolo che stavano correndo in quel frangente, ma la cosa che ci aveva lasciato stupiti era il fatto che ci fossero praticamente solo donne, in realtà sembravano uomini vestiti da donne, agguerrite come fossero in battaglia, dalle due alle sette del mattino, era stato un momento molto intenso e a tratti grottesco. In più aggiungici che alle nove dovevamo prendere il pullman da Philly a New York, ci è rimasto molto impresso nonostante magari possa sembrare un fatto non così tanto particolare e strambo.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ci danno fastidio nella scena musicale italiana?
A noi non piace molto fare polemica, anche se onestamente ce ne sarebbe da fare parecchia inerente alla scena musicale italiana. Possiamo solo dire che ci fa molto piacere vedere quanti artisti del nostro “Bel Paese” stanno emergendo anche all’estero, soprattutto per quanto riguarda i live di musica elettronica, uno su tutti il nostro amico Populous. L’unico appunto negativo che vorremmo fare, se ce lo concedi, sulla scena italiana è inerente a tutti quei personaggi frustrati e invidiosi dei successi (eventuali) altrui che non fanno altro che lamentarsi, di qualunque cosa inerente alla musica, ore e ore sui propri social. Questa è una cosa che realmente non riusciamo a tollerare, sembra sempre una gara a “chi ce l’ha più lungo” e sta sfuggendo di mano, anno dopo anno.
Passi che state per compiere: quali sono i vostri prossimi progetti?
Attualmente abbiamo tanti lavori che si stanno per chiudere, di cui la maggior parte di questi siamo certi che ci daranno tante soddisfazioni. Tanti remix a cui teniamo particolarmente, altre release sul filone di “Egoísta” con etichette importanti e sicuramente un ritorno su Hivern Discs, ma per ora non possiamo e non vogliamo fare nomi, possiamo solamente confermare che tutti questi lavori avranno il nostro tocco “groovy”.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Essendo sempre stati ispirati molto anche dalla scena disco africana, specialmente quella della zona Ovest, come ad esempio la Nigeria, ci sentiamo di usare “Hotline – Doing It In Lagos”, tra l’altro attualmente è uno dei dischi più rari in circolazione.