Si fa spesso l’errore, seguendo un artista da tanto tempo, di finire per darlo un po’ per scontato e alla lunga di sottovalutarne valore e costanza. E’ una cosa che a me è successa con Denis Leo, in arte Okee Ru: nella mia testa lì da sempre, forse per il tiro classico di tutto ciò che porta la sua firma (tanto che “Underground Communication”, uno dei suoi primi EP su Exprezoo, non è mai uscito dalla mia playlist delle “cose dal sapore americano”), pur non avendo mai ricevuto la visibilità e i riconoscimenti che il suo gusto e la sua ricerca musicale meriterebbero. Nato in Salento, ma figlio del suono di Chicago e Detroit, Okee Ru è uno di quei nomi che dovreste aver già appuntato e di cui non dovete perdervi più nulla, soprattuto ora che stanno per uscire dei lavori di cui lui stesso va più che fiero. Questa settimana #GiantSteps parla la lingua dell’house music di qualità, ascoltare il suo set per credere.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
All’inizio non c’è stata una traccia vera e propria che mi ha fatto capire questo, io ero davvero piccolo quando mio fratello mi faceva ascoltare le sue varie compilation clubhouse e tanta discomusic. Lì mi sono legato a questo tipo di musica e alla musica in generale. Iniziai a seguire Danilo un carissimo amico dj della zona che mi ha insegnato tantissime cose dopo pochi anni ho comprato la prima consolle dalla quale non mi sono più staccato.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Nel 2009 uscì un disco su Mathematics “A Prescription Of Love EP” di Marcello Napoletano (che allora non conoscevo) a farmelo notare fu Gianluca Natile. Lo ascoltavo tutti i santi giorni, lui è stato la mia ispirazione vera e propria. Gianluca ed io registrammo assieme una puntata per una radio con le tracce dell’EP…dischi in vinile e microfono, mai andata in onda! Una settimana dopo decisi di chiamarmi “Okee Ru” e di produrre la mia prima traccia, in seguito arrivarono le prime release su Exprezoo, Deependence, Grand Canal, Enterbt e Wilson.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Grazie a Dio non ci sono mai stati momenti di crisi, piuttosto ho avuto bisogno di pause, bisogno di ricaricare le batterie e capire dove andare e cosa fare ma adesso sono già operativo in studio da mesi per le prossime release.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Senza dubbio momenti importanti sono stati la residenza ad Altavoz a Venezia e Deep ’N Morning a Napoli, due tra le realtà più belle in Italia. Quasi non ci credevo quando mi sono state proposte, ma ce l’ho messa tutta e in futuro darò sempre il massimo per tenermi stretto quei posto. Il passo più importante forse lo sto vivendo ora, a stretto contatto di uno dei miei miti, ma avremo modo di parlarne in uno dei prossimi passi.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
La mia passione è la musica, non c’è nient’altro che posso chiamare passione come questa. Per ricaricarmi ascolto continuamente musica o guardo un film, non sono un grande appassionato di libri, ma ogni tanto mi concedo anche qualche lettura.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessun rimpianto fin qui e spero di non averne mai!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Herbie Hancock “Dedication”
Guy Cuevas “Ebony Games”
Chez N Trent “Prescription Underground EP”
Marcello Napoletano “A Prescription Of Love EP”
Drexciya “The Unknown Aquazone”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
“Love saves the day” di Tim Lawrence da leggere assolutamente e “2046” di Wong Kar Way, dove il futuro ricorda sempre e solo il passato.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto finora, ma qualcosa di veramente speciale arriverà a breve. Dopo un anno di stop nel quale ho preferito lavorare, suonare in giro, viaggiare ricaricarmi e trovare una mia stabilità, mi sono rimesso in moto con uno studio nuovo e col mio socio “Gigi Chord” per le prossime release e il nostro primo album.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Oggi “tutto” si può fare e in questo il web recita un ruolo fondamentale: è facile documentarsi, è facile ricercare, è facile promuovere, è facile contattare la gente, è facile essere giudicati senza neanche essere mai entrati in contatto se non nei social network; insomma ci sono i pro e i contro. Se parliamo di musica, oggi convivono tanta spazzatura e tanti ottimi prodotti, il dj/producer è diventato una figura ormai comune, così come ci sono migliaia di scrittori o blogger. Col web sembra che tutto passi in fretta e si evolve in un attimo, tutto così velocemente…ecco penso che ci sia meno qualità, ma rimane un mio umile pensiero e certamente c’è anche oggi chi fa la differenza.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Col passare del tempo ho avuto modo di conoscere maestri con la “M” maiuscola, gente che mi ha insegnato tanto e oggi continua a darmi sacrosanti consigli. Sto parlando di artisti come Marcello Napoletano, Robert Crash, Frequency Modulation, Paolo Bracciale, Chez Damier, Marcellus Pittman, Lucretio & Marieu, Simoncino, Antonio Marini, Ennio Colaci, Max D.Blas, Pako S & Genny G, Luciano Esse, i re-UP, Guido Nemola, Punknown e i più giovani Battista, Die Roh, Steve Murphy, Dona, Martino, Autre, Herva e D’Aquino, Tigermask, John Catalano e Summed, Jolly Mare, Fabio Monesi e Giorgio Luceri. Con loro avrò sempre tanto in comune. Poi ci sarebbero pure Ksoul & Muteoscillator, Enrico Crivellaro, Luca Trevisi, Mayo Soulomon, Dcdj Soulmind, Dario Damerini, Riccio, Joe Drive, Nicola Conte, Dax, Bakerboy..è gente che stimo tantissimo che spero presto di conoscere personalmente e magari condividerci qualcosa in futuro.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Era il 29 Settembre Deep’N Morning a Napoli, trascorsa mezz’ora del mio dj set arriva Marcellus Pittman in consolle prende i dischi e iniziamo a suonare assieme… indimenticabile, quanta energia! Non me l’aspettavo.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
In italia abbiamo un potenziale enorme, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Qui ci sono tanti bravissimi producers giovani e non, tante nuove strutture e festival. Le cose che mi danno più fastidio sono le rivalità tra i promoter nella stessa zona, la gente che frequenta i club per tutto tranne che per la musica e, ovviamente, la burocrazia italiana che associa troppe volte il party a qualcosa di illegale.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Credo che questo sia il momento più importante della mia carriera, a giorni uscirà la prossima release “Die Roh & Okee Ru” su Muscle Records con remix di Lucretio, mentre tra qualche mese assieme a Gigi Chord usciremo sulla storica Balance Records di Chez Damier e questo mi spinge davvero a impegnarmi sempre di più in studio. Ho preso un grande impegno per il futuro con un maestro di vita e di musica, voglio soddisfarlo e crescere al suo fianco al massimo. Dopo vorrei fare grandi cose anche su Deependence dove sono cresciuto: ripartirà la label, finalmente, e un “luogo” dove mi sento a casa; Deepandence è un progetto che sento proprio mio. Un’altra novità sarà, poi, “Afro Messapia Sound”: è la nostra piccola famiglia in Salento, ma di questo, vedrai, avremo modo di riparlarne in futuro.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
https://www.youtube.com/watch?v=g6HZrgTMGFc