Roberto Semeraro in arte Pearl River Sound è un ragazzo sincero. Lo è nel volto, lo è nelle intenzioni, lo è nei confronti di sé stesso e del mondo in cui ci troviamo tutti a sguazzare. Pugliese di nascita, per crescita e formazione si sposta a Roma dove tra una unreleased di Aphex Twin, Dylan Dog e cucina post-contemporanea, studia (si, studia) musica elettronica e persegue i suoi obiettivi in musica. Rifuggendosi dai meccanismi mainstream che albergano nella scena italiana per indole, Roberto ha già all’attivo due album ed un EP sinestetici del suo modo di vedere le cose e i suoi quindici passi ci raccontano tanto altro. Senza aver paura d’essere sinceri.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Domanda difficilissima, ho una pessima memoria a riguardo e non credo riuscirei ad essere abbastanza selettivo da ricordare una particolare traccia o disco, ricordo però tre diversi timbri sonori legati al mio primo approccio alla musica, e cioè: i dischi dance anni ‘90 che comprava mio fratello (che all’epoca aveva 17 anni contro i miei 7), da quelli più commerciali tipo Corona a Jam & Spoon e cose più ricercate, poi ricordo il pianoforte di mia madre che suonava musica classica ed infine il “tamburellare” delle dita di mio padre sul volante. Questi di sicuro non sono dischi o tracce ma sono i primi suoni con cui ho avuto a che fare e che per la prima volta mi hanno reso consapevole di quanto il mio corpo fosse legato agli stimoli acustici.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ho capito che avrei voluto avere a che fare con la musica in tutto e per tutto, quando come un bambino che gioca e pian piano giocando impara a riconoscere i colori, gli animali, ecc… così allo stesso modo ho imparato a riconoscere che con la musica e i suoni potevo immaginare, ricordare, piangere e sorridere. E poi ho sempre desiderato “creare”, sentire mia qualcosa fatta da me. Creare una sorta di testimonianza della mia esistenza.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
I momenti di maggior crisi sono stati quando appena affacciatomi alla musica elettronica ero già stufo di lei… tutto quello che ascoltavo in realtà era come se non fosse abbastanza per me, per cui per un periodo abbandonai la musica elettronica ed iniziai ad ascoltare musica rock, poi per caso un giorno mi ritrovai ad ascoltare Aphex Twin e quel limite che avvertivo nella musica elettronica scomparve.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Carriera è un parolone, forse sarebbe meglio dire percorso. I momenti più importanti e decisivi per me sono stati due credo: il primo quando mi ritrovai a Firenze con due miei amici, bravissimi produttori, conosciuti come Herva e Dukwa, e fu a loro credo che feci ascoltare i miei primissimi lavori e fu lì che capii che quello che facevo valeva qualcosa, ed il secondo quando inviai per la prima volta dei miei lavori a Further Records, e la sera stessa mi contattò per chiedermi di fare uscire il mio primo album.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Le mie altre passioni sono i fumetti (soprattutto Dylan Dog), il cibo, la mia ragazza! I libri sul legame musica-numeri e universo, la storia e i documentari sugli squali. Non sono delle vere e proprie passioni, è quello che faccio di solito quando non faccio musica tutto qui. A parte il tempo che impiego negli studi di musica elettronica e pianoforte.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Il mio grande rimpianto è quello di aver smesso di mettere i dischi con il mio amico di sempre Alessandro con cui ho condiviso un tempo che ricorderemo per sempre, un tempo che sembrava di essere negli anni 90.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Skinny Puppy – Back & Forth Vol 7
Aphex Twin – Joyrex Tape
Arvo Part – Tabula Rasa
Bogdan Raczynki – Alright!
Tod Dockstader – Aerial #1
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Un libro che consiglio è “La conquista dell'”inutile” di Werner Herzog. Un film invece è “Alice nelle città” di Wim Wenders (credo si sia capito che mi piace il cinema tedesco).
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Beh di sicuro essere approdato su una label del calibro di Meda Fury ed essere riuscito a pubblicare un album molto personale come quello per Indole Records. Sono grato sia a Nick che a Jimmy (i rispettivi owners delle label che ho appena citato) per aver scelto la mia musica.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Credo che sia cambiato in meglio il nostro modo di informarci e di conoscere. Grazie al web c’è la possibilità di imparare tutto su tutto, gli effetti negativi però ci sono: c’è ormai una forte dipendenza per il web in generale che ha modellato completamente il nostro modo di pensare e vedere le cose. Oggi molte volte ha più importanza ciò che sembra e non ciò che è, l’apparenza vende più della sostanza e dovremmo ridimensionare un po’ questo aspetto. Per quanto riguarda me personalmente, io sarò dentro questo meccanismo virtuale finché ne avrò voglia, finché mi andrà di condividere ciò che faccio. Nel momento in cui non ne avrò più voglia andrò a vivere in qualche fattoria in mezzo alla natura a fare musica senza nessuna connessione internet ma con qualche animale in più.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Credo di sentire le affinità con tutto ciò che mi piace ascoltare e che mi influenza. Mi sento vicino a tutta la scena anni ‘90 soprattutto quella legata alla musica acid e elettronica, quella che va oltre i limiti di certi generi; facevano delle cose così assurde negli anni ‘90 che per me è ancora quello il futuro della musica. Le persone con cui vorrei condividere parole e altro sono veri e propri eroi per me se prendo in considerazione la scena italiana ad esempio Lory D, Leo Anibaldi, Mauro Tannino, mi basterebbe ringraziarli per averci lasciato un passato così glorioso.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Credo che la più assurda sia stata a Londra lo scorso ottobre, ero andato da solo allo Studio Space a Pennington Street a sentire Luke Vibert, con me avevo alcune demo in cassetta e sembravo abbastanza goffo perché riempivano in maniera evidente il mio giubbotto, e quando all’entrata hanno iniziato a perquisirmi mi hanno chiesto di tirare fuori tutto e perciò ho iniziato a tirare i miei nastri uno alla volta e tutti i buttafuori mi guardavano come a dire “che diavolo ci fai con delle cassette nel XXI secolo?”
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana.
Ci sarebbe tanto da scrivere, ma cercherò di fare il bravo. Ciò che non mi piace è che c’è una scena che si proclama sperimentatrice e innovatrice della techno che dilaga nella maggior parte delle città italiane; una scena che vestita di nero in massa si proclama il suono del futuro. In realtà, obiettivamente, non c’è niente di innovativo in quello che fanno…negli anni ‘90 è stata fatta musica più futuristica di questi nuovi artisti dark che di dark hanno solo la matita agli occhi. L’aggregarsi in massa per moda o perché “ci va il mio amico” porta sempre più alla perdita di una identità individuale che si deve invece distinguere. Ognuno di noi dovrebbe in realtà distinguersi, perché ognuno di noi ha qualcosa di diverso da dire. Ovviamente ci sono le eccezioni: scene che puntano più alla sostanza che alla moda del momento e stanno offrendo davvero qualcosa di nuovo, scene indipendenti da qualsiasi meccanismo. Nonostante ciò, le cose più interessanti che ascolto ogni giorno, vengono fuori da persone che non hanno nulla a che fare con il business della musica elettronica italiana, persone che la mattina lavorano in panificio e la sera fanno musica per loro stessi. Un’altra cosa che non mi piace è che c’è poca condivisione e molta invidia, all’estero questo invece non esiste, tutti si aiutano tra di loro.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Tutto ciò che faccio non è mai pianificato. Almeno finora non lo è mai stato. Di sicuro ho intenzione di scrivere un album nuovo e fare alcuni studi sulle frequenze. Lo sapevate che la frequenza armonica dell’universo è di 432 hz?
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.