Nel 1960 il sassofonista John Coltrane pubblica l’album che cambierà, in parte, la storia del jazz. Un capolavoro di sette composizioni (che poi diventeranno quindici nella ristampa del 1998) nelle quali rancore e delicatezza, calore e gelo, forza e improvvisazione si sciolgono in quella che sarà la vetta massima, il punto di non ritorno dell’hard bop. Quindici componimenti, dunque, quindici passi che faremo per conoscere e presentare ogni settimana i talenti d’Italia. Quindici domande per quindici risposte a favore di quelli che la storia sognano di scriverla. Spesso cerchiamo di convincerci del fatto che ciò che accade sia esclusivamente frutto delle nostre azioni e delle relative conseguenze delle stesse, ma la verità è che, nella maggior parte dei casi, il tutto si riassume in piccoli (ma giganti) passi, capaci di assumere un’importanza vitale nel nostro percorso e spesso anche di cambiarne la direzione o gli obiettivi finali. Ed è proprio da una strada che comincia la nostra prima storia.
Siamo sulla Pontina, l’arteria che collega Roma a Latina, dove il tempo (come al Berghain) sembra non passare mai, per motivi diversi e con conseguenze sulla salute mentale di chi la “abita” giornalmente a dir poco tragicomiche. Amedeo è un ragazzo nato e cresciuto a Pomezia, meta gradita dalla nobiltà ai tempi dell’Impero che fu ed è ancora oggi una delle tante città collegate alla Capitale da questa leggenda di lamiera, cemento ed imprecazioni di cui abbiamo appena parlato. Diversamente dalle ben note doti istrioniche che paiono rappresentare il carattere della gente che vive da queste parti, il nostro protagonista non è un chiacchierone. Sceglie attentamente le parole, ma quando si esprime non è mai banale. L’aspetto introverso del suo essere si manifesta anche quando si tratta di esprimersi artisticamente, infatti, oltre che un musicista è anche, per sua stessa ammissione, un assiduo “poster” di Instagram, dove la quotidianità trasuda dalle foto invece che dai fiumi di parole che inondano le pagine di altri noti strumenti social del web. Il suo primo approccio all’elettronica avviene attraverso Homework dei Daft Punk, ma a noi piace trattare i “passi” e quello che forse più di ogni altro ha caratterizzato la crescita musicale di Amedeo, passa ancora una volta per la Pontina ed è l’incontro con Roma e la sua imponente scena musicale, dalla quale sono passati alcuni dei più grandi talenti che il palcoscenico dell’elettronica possa offrire. Partendo da quei primi battiti, il suo cuore di appassionato comincia a prendere ritmo e le prime produzioni amatoriali in studio sono solo la naturale conseguenza di tutto quello strano meccanismo che, una volta avviato, è davvero difficile arrestare. Assimilate le basi, si comincia a fare sul serio: Amedeo inizia a suonare in giro per la capitale mentre continua, sempre più seriamente, a produrre. Il suo remix per R-Play è diffuso dagli speakers di mezzo mondo da artisti del calibro di Chris Liebing e Richie Hawtin, ma la sua testa e la sua lingua restano chiuse. Molti si sarebbero agilmente destreggiati nella pochezza di certe dinamiche che caratterizzano (in Italia ma non solo) l’ambiente musicale, ma Amedeo vuole che sia soltanto il lavoro a parlare per lui, i compromessi li lascia a quelli con la chiacchiera facile. Purtroppo il passo decisivo fatica ad arrivare e il tempo passa in fretta, così come il ricordo della gente. Oggi Amedeo continua a produrre e ad inseguire la sua passione passo dopo passo, con la testa sempre alta e la bocca ben cucita. Collaborare con etichette del calibro di Amazone Records e calcare la consolle di locali storici come il WesterUnie di Amsterdam, è un onore riservato solo agli iniziati del gioco e la consapevolezza di esserci arrivati con il solo moto del proprio talento non può che raddoppiarne il piacere.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Anche se in questo momento sembrerebbe una cosa ovvia, la canzone che mi ha davvero fatto capire cosa fosse la musica è stata “Around The World” dei Daft Punk. C’è una particolare storia dietro: ogni anno a casa di parenti sin da piccolo, festeggiavamo questa canzone ed anno dopo anno la ascoltavo sempre con emozione, si potrebbe davvero dire che ci sono cresciuto. Tutt’ora quando la ascolto casualmente alla radio, ho ancora la sensazione che siano dei minuti preziosi.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Anche qui, colpa di un parente. I primi giradischi da consolle (mi piaceva definirli “quelli per lo scratch”) li ho visti e toccati grazie ad un cugino più grande. Avevo circa quindici anni e guardavo ammirato quell’attrezzatura che neanche sapevo dove andasse collocata in un locale. Da li ho scoperto cosa volesse dire mettere le tracce a tempo, andare nei negozi di dischi e scegliere cosa portare a casa. Farti una cultura insomma. L’approccio con la produzione musicale venne abbastanza dopo e direi che fu una spinta quasi naturale verso quel mondo (come tutto del resto, se una cosa ti piace molto penso sia naturale la voglia di farla tua e reinterpretarla a tuo modo), ma siccome a quei tempi ero ancora uno studente e non avevo proprio la disponibilità economica per l’attrezzatura adeguata, decisi di cercare in internet e trovai un software per la produzione musicale scaricabile gratuitamente. Fu come affacciarsi su un nuovo mondo; riuscire a capire la struttura, le metriche, com’erano composti quei brani che ascoltavo giorno e notte. Fu davvero un’evoluzione per me.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Devo dire che non ne ho avuti. Sembrerà banale, ma sono riuscito sempre a trovare un sottofondo adeguato a qualsiasi situazione stessi vivendo, non c’è mai stato un periodo in cui sentissi il bisogno di dire: non ho più voglia di fare o ascoltare questa musica.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Se parliamo di momenti importanti a livello emotivo, senza dubbio “le prime volte”. La prima volta all’estero per esempio. Immaginati di essere da solo, senza i tuoi amici e su un palco con un migliaio di persone affamate di techno davanti. Mi sembra ieri, ho ancora tutto in testa: i primi supports da grandi artisti mi hanno regalato davvero degli attimi di gioia. Per uno come me, che aveva appena iniziato a produrre, vedersi il proprio brano spiattellato nelle playlist dai “big” fu davvero una soddisfazione.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Penso che chi abbia una vena artistica possa riuscire a tirarla fuori in vari modi, uno di questi è sicuramente la fotografia, immortalare momenti durante tutto il corso della propria vita è importantissimo. Guardare la stessa foto, anno dopo anno, capirne il suo significato, il contesto o percepire il ricordo che hai di quel momento, può assumere diversi significati. Oltretutto c’è anche lo zampino di Instagram, vado avanti a condividere praticamente tutto il giorno, a volte il problema è riuscire a smettere!
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Sicuramente non sono stato decisivo in alcuni momenti, ci sono state volte in cui non sono riuscito ad interpretare (per fortuna o per sfortuna) il sound richiesto da ottime label, con le quali sono rimasto, comunque, in ottimi rapporti.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Daft Punk – Homework
TOKiMONSTA – Creature Dreams EP
School Of Seven Bells – Alpinisms
Wbeeza – Void
Deadbeat – Drawn & Quartered
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Come lettura consiglio sempre Bukowski, a dir poco liberatorio e terapeutico. Come film sicuramente Dancer In The Dark e Into The The Wild.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Il mio ultimo lavoro su !Organism, intitolato Acid Planet, mi ha dato parecchie soddisfazioni e penso sia un EP che rispecchi molto il mio modo di fare musica. No Feelings EP, uscito su Hidden Recordings, con remix di Roberto Capuano mi ha dato molto a livello artistico.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online.
Bene, penso che, al giorno d’oggi, avere una connessione web e saperla utilizzare, sia importante quasi come saper leggere o scrivere, è davvero impressionante a cosa si rinunci oggi non essendo connessi. Prendi per esempio chi, come me produce musica, riesco a condividere istantaneamente a chiunque tutto quello che faccio, ciò che mi piace, quello che voglio dire, le mie fotografie, le mie produzioni, il tutto tramite la rete ed i social come Instagram, Facebook, Twitter o Soundcloud. Questo è estremamente utile se non fondamentale al giorno d’oggi. Anche escludendo il fattore social del web, internet è un mondo fondamentale per come sono fatto io, quando c’è qualcosa a cui sono interessato mi avvento sul mio laptop, cerco e mi informo su cosa ci sia dietro.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
I ragazzi come me, i miei coetanei, gente con cui mi sono trovato a condividere la consolle. Un esempio, quando suonai in Francia con Mas Teeveh, ci siamo trovati a discutere su release, esperienze, dischi e produzioni. Si è rivelato un ragazzo alla mano ed è stato uno scambio d’idee davvero gratificante. Se dovessi scegliere con chi condividere parole, sceglierei sicuramente un grande artista polivalente come Laurent Garnier, una bibbia da cui attingere sempre e comunque.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
L’ho vissuta quando ho suonato al Westerunie di Amsterdam. La serata si prospettava molto massiccia e gli headliner erano Par Grindvik, io e Lex Gorrie. La situazione, più che assurda, si prospettava drammatica, dato che al momento della partenza da Roma, dopo aver fatto il check-in ed essere saliti sull’aereo, nel momento dell’accensione a cinture allacciate il pilota è uscito dalla cabina di comando comunicando che c’era un problema meccanico alla coda dell’aereo. Il volo era rinviato a data da destinarsi, il tutto a poche ore dall’inizio della serata. Alla fine siamo riusciti ad atterrare e tutto è filato per il verso giusto.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Se parliamo della la scena clubbing, una cosa che sicuramente odio sono gli estremisti, i puristi, quelli che giudicano una performance in base al set-up che ti porti dietro. Sai, la solita storia del sync. Io sono abbastanza smaliziato su questo campo, sono partito dai vinili, passato per il primo Final Scratch ed ora ho trovato la pace dei sensi con 2 cdj’s ed un mixer. Questo mi ha portato a non giudicare quale set-up sia montato in consolle, ma ad ascoltare la musica che proviene dagli speakers. E poi odio anche l’esterofilia, veramente accentuata nel mio campo. L’anno scorso ho suonato il 90% delle mie date all’estero ed è incredibile quanto sia importante qui in Italia sapere a chi stringere la mano per andare avanti. Fortunatamente, si sono venute a creare delle situazioni migliori dentro e fuori Roma, con cui ho collaborato in passato. Mentre altre sono un obiettivo dove il promoter, pur sapendo che ospitando quel nome di nicchia non avrà il tornaconto che avrebbe chiamando un big, continua per la sua strada, il suo concept di clubbing eclettico, ovviamente molto selettivo. Credo sia proprio questo il gesto d’amore che una persona può compiere verso la club culture nella propria città.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
C’è sicuramente dell’ottimo lavoro in cantiere, tra cui due EP su vinile: uno su Amazone Records ed un altro per !Organism. Sono lavori davvero promettenti e con remix validissimi. Riguardo alle date, dividerò presto la consolle con Flug in Spagna e sarò in Germania prossimamente.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Vi lascio con un lavoro di Garnier, un grande artista e una grande persona, in una sola parola: classe.