Dopo il bellissimo esordio rappresentato da “Raw Music Theory” per Wicked Bass, nel 2013, Giorgio Bacchin si è preso diversi mesi di tempo prima di rilasciare altro materiale, giusto il tempo di sentirsi sufficientemente soddisfatto di quanto prodotto. Certo, come lui stesso ammette nella sua intervista, è ancora lunga la strada per potersi dire completamente felice del proprio lavoro, ma nonostante l’eccessiva prudenza dell’esporsi il 2015 è stato un anno ricco di soddisfazioni. Tra gli studi universitari e gli estenuanti allenamenti di rugby – già questo dovrebbe bastare per farvi capire il perché questo giovanotto ha solleticato in modo particolare la nostra curiosità – sono usciti “La Duna” (su Mörk, bellissimo) e “Abductions” (sempre sul Wicked Bass), “Planet G” (il secondo out di Unrelated Records dopo “Rawer South Side EP” di Leskin) e il Lobster Theremin numero diciotto, dal titolo “Richards Revenge”. Insomma, l’avrete capito, Raw M.T. non è un artista qualsiasi. Il suo set e le sue parole sono qui per dimostrarvelo.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Sicuramente 10CC “I’m Not In Love”.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Se devo essere sincero, ancora faccio fatica a considerare il fatto di produrre o suonare musica come un qualcosa di “fondamentale” per la mia vita. Sicuramente è la mia passione più grande, alla quale dedico tutto me stesso, ma per ora è solo passione ed è difficile pensare che un giorno potrà essere il mio mestiere primario. Certo sarebbe bello, bellissimo, ma preferisco tenere i piedi per terra, perché il mondo della musica è in continuo cambiamento e le mode sono fugaci. Per il momento cerco solamente di vivere l’attimo e di raccogliere ciò che ho seminato, seguendo una prospettiva di continuo miglioramento.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente le uscite con Lobster Theremin e Wicked Bass mi hanno dato grande visibilità e mi hanno permesso di raggiungere degli ottimi traguardi. Ma i momenti più importanti li ricollegherei alle influenze che ho subito; l’aver avuto l’occasione di ascoltare e conoscere veri “cultori” del vinile (non faccio nomi, la lista è lunga) mi ha aperto gli occhi, facendomi capire che il mondo della musica è vastissimo e va vissuto a trecentosessanta gradi, senza seguir troppo le mode o focalizzarsi necessariamente su un genere.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Attualmente sto vivendo un momento molto intenso, fatto più di fatiche che altro, ma vivo con l’idea che in futuro saranno ricompensate. Mi è difficile trovare svago, perché sto dedicando molto del mio tempo agli studi. Sono ad un passo dalla laurea, il che richiede più dedizione del solito. Poi pratico Rugby, ad un livello sostanzialmente professionistico, e questo richiede moltissime energie fisiche e mentali, oltre ad un elevato quantitativo di ore settimanali.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Senz’altro rimpiango il fatto di non aver mai imparato a suonare un vero strumento e di non aver mai studiato cose che riguardano il suono in senso stretto. Ma in futuro cercherò di trovare spazio anche per questo.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Various “Trance Atlantic”. Quest’album mi è stato regalato da un amico, dopo averlo ritrovato in mezzo alla collezione di dischi di suo zio. Lo porto sempre con me ed è senz’altro un album essenziale.
Derrick May “Innovator”. Penso che non serva dire nulla.
Sabu Martinez “Afro Temple”. Questo è un album che ho scoperto da poco; sicuramente piacerà a tutti gli amanti della musica afro-jazz. Assolutamente stupendo!
Vibraphone Records (Discografia). Etichetta Italiana, rinata da poco dagli stessi fondatori che la crearono all’inizio degli anni ’90. Preferisco non menzionare un singolo EP o una traccia in particolare, perché tutte le uscite sono di pari livello e sono eccezionali.
Doc L Junior “Footnotes 3”. La Sex Tags (affiliate comprese) penso sia l’etichetta odierna più interessante, rimanendo nell’ambito della musica elettronica. Devo essere sincero, questo EP manca alla mia collezione e i prezzi di certo non aiutano, ma è un acquisto che prima o poi farò.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non sono mai stato un esperto di cinema, tanto meno un grande lettore. Certo adoro andare al cinema, però non ho mai avuto tempo o voglia di approfondire l’argomento in maniera seria, quindi preferirei non espormi a riguardo.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Riguardo i miei EP passati (compreso l’ultimo su Lobster Theremin), non posso ritenermi completamente soddisfatto, perché presentano enormi carenze dal punto di vista tecnico/musicale. Ma ho un progetto in serbo che preferisco tener velato per ora, il quale mi rende davvero orgoglioso, anche se il merito sarà mio solo in parte.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Personalmente sono un grande utilizzatore del web e non dico che sia necessario, ma sicuramente, se usato in maniera intelligente, può essere estremamente utile, in particolare se si considera la velocità in cui girano le informazioni. Certo però, può essere anche molto pericoloso; bisogna stare attenti a non inciampare in meccanismi poco virtuosi. È molto facile farsi travolgere dalle tendenze e spesso può essere una grossa fonte di distrazione.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sicuramente i ragazzi della B.P.R. (Basso Piave Resistance). Siamo cresciuti insieme e il nostro percorso è stato comune, di conseguenza i gusti e le idee si sono amalgamate e ora sono simili, ma sicuramente non uguali. Ogni volta che cerco un consiglio in ambito musicale, che può riguardare un EP o altro, cerco sempre di confrontarmi con loro. E questo mi aiuta tanto. Oltretutto sono ottimi cultori musicali e dj e credo che sarebbe davvero bello riuscire a creare, magari in futuro, una scena musicale locale, come hanno fatto per esempio i ragazzi di Early Sounds Recordings o ancora i ragazzi della riviera del Brenta.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Una volta ho messo dischi in un club strafigo, super underground, uno di quei club perfetti per hypster e nerd. Ad un certo punto arriva un gruppo di persone tutte in camicia bianca, che mi chiede di mettere musica commerciale e un microfono per far karaoke. Certo questo può capitare di norma, ma che sia capitato proprio in un contesto simile mi ha lasciato perplesso…
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
L’ignoranza ma sopratutto la superficialità della maggior parte delle persone che curano e si occupano della scena musicale in Italia.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto per lanciare un’etichetta e la prima uscita sarà qualcosa di davvero eclettico. Non voglio dire nulla in merito all’artista, ma sarà un prodotto molto diverso da quello che siete abituati a sentire quando nel web digitate la parola Raw. Oltre a questo sto lavorando ad un EP per un’etichetta italiana leggendaria, ma ancora non c’è nulla di pronto.
Passi sintetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.