Partire da un piccolo paese di provincia e arrivare, da solo, fino a label come Steadfast NY, Soma o Hypercolour, farsi remixare da Marcel Dettmann e Norman Nodge. Un percorso che non è da tutti, per cui non serve solo fortuna ma anche indubbio talento, necessario per arrivare a certi “techno traguardi”, come farsi remixare da Steve O’Sullivan per SorryForThis Records, l’etichetta di Harmonized, locale di cui è attualmente resident. Il Giant Steps che vi presentiamo oggi è Roberto Clementi, dj e producer marchigiano, che si sta facendo conoscere in giro per il mondo, specie per le sue produzioni di cui sentiremo sicuramente parlare anche in futuro, perché di step ne ha fatti molti e, come ci anticiperà lui stesso, di altrettanto importanti ne farà nell’immediato.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Fin da molto piccolo i miei genitori hanno sempre notato la mia predisposizione alla musica, poi crescendo con il brano “Let Down” dei Radiohead ho acquisito una certa consapevolezza, lo ascoltavo per ore disteso sul divano; con questa canzone ho capito quanto profondo per me fosse l’ascolto e la dimensione che avrei potuto raggiungere grazie alla musica. Dopodiché è bastato continuare a cercare in modo maniacale dei suoni che mi consentissero di avere una precisa esperienza, cosa che cerco ogni giorno ,che sia in grado di muovere le mie corde, coinvolgermi ed elevarmi a quell’esatto viaggio che cerco.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Premetto che non ho mai guardato MTV in vita mia. Detto questo, non riuscirei a dire con esattezza il momento esatto, ero molto giovane e vidi attraverso un canale satellitare una diretta della Street Parade che mi colpii molto. Inoltre, un giorno dello stesso periodo, vidi mio fratello che eseguiva la programmazione di un software, in linguaggio Basic, con un Commodore VIC-20 per generare un singolo suono. Rimasi subito affascinato dalla possibilità di poter creare musica elettronica in quel modo, poi, in generale, le prime volte che sono entrato in discoteca per ballare, sentivo la musica come qualcosa di mio e sono sempre stato ossessionato dalla voglia di inventarla. Ho studiato solo successivamente solfeggio per aiutarmi nella produzione ma, a livello di strumenti, la mia attrazione è stata sempre verso campionatori e sintetizzatori, come se il resto mi sembrasse già da bambino istintivamente noioso.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Forse quella attuale perché sono in una situazione molto delicata ma sento che la mia vita è la musica. Provengo da una famiglia media di in un paesino di provincia, se da un lato sto facendo molte uscite su label importanti e sono resident due-tre volte al mese all’Harmonized, dall’altro lato ho sempre fatto tutto da solo, senza un manager o un’agenzia, inviando musica e facendo uscite discografiche. Ho faticato molto e sono riuscito ad arrivare a livelli impensabili, sia con i miei dischi che con le esibizioni in pubblico, basti pensare a tutti gli EP e l’album uscito questa estate su Soma Records, iconica etichetta di Glasgow, oppure alle uscite su Echocord Records di Copenaghen (da sempre una delle mie label preferite per l’avanguardia delle sue uscite), con i remix di Marcel Dettmann e Norman Nodge. A volte mi perdo un po’ d’animo, quando vedo che le carriere si formano molto più velocemente e in modo più agevole della mia, solo con i contatti giusti, quando io invece non li ho mai avuti. Forse non sono un fenomeno a crearmeli o ad accettare certe dinamiche ma sto cambiando atteggiamento, in generale però credo molto nella musica e, per fortuna, vedo che all’estero il mio modo di pensare è condiviso e artisti che in Italia vengono molto blasonati risultano poi totalmente insignificanti per la scena mondiale. Ora come non mai sento però il bisogno di qualcuno che creda in me, oltre a tutti i miei amici degli staff di cui ho fatto parte negli ultimi anni, come il Maf Maf Festival, il 20 Hertz Club a Cattolica, Nobody Beats e oggi Harmonized che mi sta aiutando davvero molto.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
A livello discografico sicuramente il mio EP su Steadfast NY, la label di Brendon Moeller, uno dei miei artisti preferiti nella scena techno contemporanea, un vero guru visionario dell’elettronica, mi ha sempre spinto ad innovare e superare i miei limiti. Nel 2012, con Brendon ho fatto un disco chiamato “Stage1”, uscito sulla sua label Steadfast NY che mi ha consentito di avere una grande visibilità nel panorama underground, aprendomi porte come Soma Records ed Echocord Colour. Per quanto riguarda le mie esibizioni invece, come scritto anche sopra, l’inizio della mia collaborazione e la mia residenza all’Harmonized sta dando una grande spinta a tutto il lavoro svolto fino ad ora.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Fin da quando avevo 8 anni mi è sempre piaciuto andare a pesca, abitavo in una zona dove c’erano molti laghi artificiali e pescavo quasi tutti i giorni dopo la scuola, sia d’inverno che d’estate, poi crescendo ho abbandonato questa passione, ma ora l’ho riscoperta da poco, grazie ad uno dei miei migliori amici. Della pesca adoro ascoltare l’armonia della natura perché è tutt’altro che un silenzio, come si potrebbe pensare. Nel mio modo di essere sento un legame tra lo stare chiusi in studio a cercare nuove idee e lo starsene in riva ad un lago, per ore ed ore, quasi immobile, aspettando che un pesce arrivi all’amo. Purtroppo però il tempo da dedicare a questa passione è sempre meno, ma cerco almeno di andarci quelle cinque-sei volte l’anno per non perdere l’allenamento.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Dal 2006 ho fatto parte di un duo, suonavamo live techno melodica, il progetto è durato per 8 anni e si chiamava i-rob, abbiamo fatto anche un’uscita su Tenax Recording. Musicalmente mi piacerebbe fare ancora qualcosa ma ora sono molto concentrato sui miei lavori e non riesco a dedicarmi anche a quello.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Difficile fermarsi a cinque, comunque consiglierei:
Brani:
Michael Andrews – “Goldfish”
Brendon Moeller – “Space”
Album:
Sonic Youth – “Washing Machine”
Radiohead – “OK Computer”
Aphex Twin – “Selected Ambient Works 85-92”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Film:
Nuovo Cinema Paradiso (Giuseppe Tornatore con colonna sonora di Ennio Morricone). Ogni volta che lo rivedo mi emoziona, un capolavoro.
Libri:
Creatività e pensiero laterale – De Bono Edward. Questo libro mi ha aiutato a risvegliare una parte di me che la società contemporanea aveva soffocato. Durante gli studi universitari di comunicazione ho avuto una grande passione per la sociologia e ho approfondito poi, per conto mio, autori come Max Weber, Karl Marx ed Émile Durkheim. Credo che questo tipo di letture debba essere una componente fondamentale per il bagaglio culturale minimo che ogni persona dovrebbe avere.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente il mio album su Soma Records, non è stato un esplosione di successo ma è proprio come lo volevo fare. In questi giorni ne sto preparando uno nuovo, ma non posso ancora annunciare dove uscirà. Mi dicono che ho un buon flusso creativo in studio, perdo quasi il controllo di me stesso per quanti progetti inizio. In generale il pacchetto album o almeno EP di 4 tracce si presta di più al mio modo estroso di essere.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Brendon Moeller, Claro Intelecto, Zenker Brothers, Andreas Tilliander, Shed, Len Faki, Moritz von Oswald e molti altri.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni?
Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online… utilizzo tutte le tecnologie e i social network in modo quasi maniacale, anche se ora mi sono dato dei paletti per ottimizzare il tempo. Comunque sono risorse indispensabili e, artisticamente parlando, ti consentono di studiare la musica ancora in modo più approfondito e globale.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ero ospite in un piccolo festival prima di un famoso guest, si è assentato un attimo per andare in bagno ed è stato picchiato. Abbiamo dovuto spegnere la musica e la serata è finita così. Davvero un’esperienza da dimenticare.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Ce ne sono tante, ma più che lamentarmi ho avuto la fortuna di essere circondato da persone con la mia stessa voglia di fare e creare situazioni che ci piacessero. In generale vedo troppe persone nel mondo della musica che non hanno nessuna personalità, parlano molto ma sono poco coraggiosi nelle scelte che fanno.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il 19 Gennaio 2015 uscirà un EP su Kontra Music, prestigiosa label svedese molto rispettata, inoltre colgo l’occasione per svelare in anteprima un EP di 4 tracce su Hypercolour UK, non so ancora se nella formula più underground che hanno come Hype ltd. Credo che sia è un bel traguardo per me, sono riuscito ad entrare in questo circuito rimanendo musicalmente me stesso e hanno davvero apprezzato i miei demo, credono fermamente al progetto ed è un onore per me far parte dello stessa label che rilascia artisti come Laurent Garnier, Maya Jane Coles e molti altri di altissimo profilo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.