Oggi su Giant Steps abbiamo il piacere di presentarvi un artista di cui sentirete parecchio parlare nelle primavere a venire, siamo pronti a scommetterci su. La prima volta che abbiamo sentito alcuni suoi lavori, tra cui il colossale remix di “The World Is A Ghetto” di George Benson, ci siamo chiesti come si potesse rendere cotanti capolavori ancora meglio di quanto fossero in origine. Non per niente il ragazzo ha colto subito l’attenzione di un certo Greg Blackman, che forte di tre decadi di esperienza sulle spalle, ha capito immediatamente che valeva la pena investire in questo giovane ed esplosivo talento. Suonho si presenta su Soundwall con un sacco di voglia di raccontarsi ed un mixato carico di “chicche” d’annata. Qualcosa che, vi garantiamo, non sentirete tutti i giorni.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non un disco solo ma un artista in toto: James Brown! Mi ha dato sicuramente un imprinting musicale molto forte ed il suo sound così potente e significativo ha sempre avuto pieno possesso di me.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
La musica è sempre stata parte integrante della mia vita, in un modo o nell’altro. Sin da piccolo m’intrufolavo nelle feste dei ‘grandi’, giocavo con i nastri delle cassette e mixavo i primi dischi fino a propormi ai party di compleanno degli amici, e così via. Ho sempre avuto un buon senso del groove, da bambino battevo qualsiasi cosa per portare il tempo ed è un ‘tic’ che mi è rimasto sinora. Alla produzione mi sono affacciato relativamente tardi, diciamo che da “Endtroducing” di dj Shadow in poi ho sperimentare molto, cercando di raffinare una tecnica compositiva, un mio personale workflow, un mio gusto, uno stile riconoscibile, ma non ho rilasciato nulla di questi ‘esercizi di stile’. Fino a che, qualche anno più tardi, ho remixato lo stesso Shadow per il suo “Remix Project” uscito su CD in tiratura limitata, quello è stato sicuramente un momento chiave: l’essere stato scelto fra tanti da un dj di fama mondiale, abituato a selezionare molto, mi ha dato la carica necessaria per provare a dire la mia e mi ha fatto capire che potevo dedicare parte della mia vita alla produzione musicale.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
E’ un rapporto in costante evoluzione, vive di cicli e fasi, e come in tutti i rapporti ci sono alti e bassi ma non sono mai stato in crisi vera con la musica. Ho uno splendido rapporto con essa, non mi tradisce mai. La musica rappresenta per me un punto fermo, qualcosa su cui posso contare sempre.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Diversi, ogni piccola tappa è stata a suo modo significativa. Non vorrei fare un elenco di esperienze importanti ma citarne alcune che mi fa piacere ricordare. Oltre dj Shadow, mi ha dato molte soddisfazioni vedere il mio lavoro su Donny Hataway entrare in heavy rotation su palinsesti radiofonici importanti come quello del “Craig Charles Funk and Soul Show” sulla BBC inglese o di “Popcorner” su RAI Radio2 e nelle playlist di diversi ‘big’: Greg Wilson, Nicola Conte, Gilles Peterson (che poi ha selezionato un mio remix per “Havana Cutura Remix project”) e tanti altri. L’ultima sorpresa è stata vedere il mio remix di Jimi Hendrix diventare una “global viral hit” nello spot norvegese “How To Dock Like a Boss” che scoraggia simpaticamente l’uso dell’alcool alla guida, e nel caso specifico, durante la navigazione. Da dj mi riempie di felicità calcare club storici e festival europei spesso al fianco di artisti che stimo moltissimo.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Molto spesso trovo ispirazione ascoltando e selezionando brani musicali, da cui a volte estraggo dei pattern che uso per rielaborare e costruire qualcosa di mio, ma non solo, è difficile dire cosa possa ispirarti, tutto quello che hai attorno può darti lo spunto se si è predisposti ad assorbire. In questo ho i miei interessi che mi aiutano. Anche se non so cucinare, il cibo è certamente una passione, sono una buona forchetta e mi ritengo fortunato nell’avere a fianco una compagna che prepara ottimi manicaretti. Amo riportare a casa souvenir culinari dai miei viaggi. Mi appassiona il cinema, dalla commedia italiana fino alla fantascienza, sono abbastanza onnivoro e sono sempre attento alle nuove uscite dei miei registi preferiti. Adoro viaggiare, mi piace esplorare e sono molto curioso. Che siano brevi gite fuori porta o lunghi viaggi non fa differenza. Fortunatamente vivo in una regione molto verde, l’Abruzzo, che con i suoi parchi nazionali mi permette di compiere escursioni che mi lasciano sempre qualcosa e che soddisfano il mio piacere di essere immerso nella Natura. Il tempo per queste cose è sempre ben speso e non è mai abbastanza!
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Fortunatamente non molti. Ho fatto alcune rinunce e declinato alcune opportunità molto interessanti, sotto diversi punti di vista, ma in quel momento mi vedevo costretto a farlo. Probabilmente il rimpianto maggiore è quello di non aver studiato da piccolo uno strumento musicale che adoro come il piano, ma non è mai troppo tardi, “life long learning” no?
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Cinque sono davvero pochi, scelgo alcuni album essenziali
Mina “Signori…Mina! Vol. 1” (Raro! Records, Fonit Cetra, 1993)
Una voce unica. Questo album contiene le migliori esibizioni live di Mina in TV , con performance memorabili come “The Beat Goes On”!
James Brown “Live At The Apollo” (King, 1962)
Un concerto storico, James era letteralmente in fiamme! In scaletta molti suoi classici fantastici come “It’s A Man’s, Man’s, Man’s World “.
Marvin Gaye “What’s Going On” (Tamla Motown, 1971)
Pura magia, un album pieno di capolavori che non ti stanchi mai di ascoltare, è infinito.
Quincy Jones “Big Band Bossa Nova” (Mercury)
Certamente uno dei miei produttori preferiti, qui con un’orchestra stellare realizza un album che dopo decenni suona sempre magnificamente.
Ennio Morricone “Bruno Nicolai - Metti, Una Sera A Cena” (Cinevox, 1969)
Sopraffino Maestro compositore, Morricone ha firmato centinaia di colonne sonore ma questo tema è quello che ogni volta mi fa accapponare la pelle.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Amo la fantascienza e da molto tempo aspetto la trasposizione cinematografica di due libri che in passato hanno molto stuzzicato la mia fantasia: Condominium di James G. Ballard e Neuromante di William Gibson. In videoteca consiglierei I Soliti Ignoti, 2001 Odissea nello Spazio, Into The Wild, Strade Perdute, Pulp Fiction.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sono fiero di alcuni remix ufficiali per artisti che amo moltissimo come Nina Simone, Piero Umiliani, Bob Marley, Bessie Smith con i Bahama Soul Club, ecc… Dieci anni fa potevo solo sognare di mettere le mani sui brani di questi grandi artisti. Più di tutto mi inorgoglisce il sodalizio artistico col cantante inglese Greg Blackman, un vero talento! Direi che siamo fatti l’uno per l’altro. Il nostro primo disco insieme è a buon punto. Abbiamo impiegato molto tempo per concepirlo e svilupparlo esattamente come volevamo che suonasse, finalmente in autunno/inverno faremo il mixaggio dei takes definitivi, spero che l’album veda la luce nel 2016. Non vedo l’ora, il solo pensiero mi elettrizza.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Il web è per me un mezzo molto potente, mi permette di ampliare le conoscenze a dismisura, di comunicare con chiunque, di farmi conoscere dove non potrei arrivare fisicamente, e persino di collaborare a distanza. Penso che la rete diventi l’estensione di noi stessi nel mondo, ma bisogna ricordarsi che la rete è appunto uno strumento. E’ importante saperlo usare bene e usarlo il giusto, quindi senza costantemente controllare l’ultima notifica per esempio. Altrimenti se ne diventa schiavi.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ci sono diversi dj e producer che stimo e con i quali sento una certa affinità. Dovrei citarne molti ma vista la mia scarsa memoria rischierei di dimenticarne qualcuno. Mi sento molto appagato dal sodalizio con Greg Blackman e parallelamente sto collaborando con diversi altri cantanti e musicisti molto talentuosi con i quali condivido gusti e visioni musicali. Al momento non posso svelare le chicche che stiamo preparando, mantengo la massima segretezza. Se ti dicessi qualcosa poi dovrei ucciderti…
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Mi capita spesso di ricevere richieste ‘assurde’ in console, ma questa è la mia preferita finora: durante una sessione di rari 45 giri colombiani si avvicina la signorina dei panini e mi chiede: “Puoi mettere qualcosa di più radical chic?” ed io: “Radical chic?” ero stupito! E lei: “Si”, continuavo a non capire. ”Puoi farmi qualche esempio?“. Mi rispose “Non so, fai tu!” e tornò al suo posto… Quella sera, pur sforzandomi, non credo di aver soddisfatto il suo “gusto musicale”.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
L’anacronistico monopolio S.I.A.E. dei diritti d’autore, le burocrazie infinite e il carico fiscale che impediscono di creare progetti innovativi e competitivi con l’estero, l’ipocrisia di chi pensa che chiudere le discoteche equivalga a risolvere il problema dello ‘sballo’… Potrei andare avanti ma diventerebbe solo uno sfogo.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Un remix ufficiale di Nina Simone è in uscita a breve, si tratta di “Love Me Or Leave Me” tratta dal suo primo album “Little Girl Blue”, è appena uscito negli U.S.A. (28 agosto 2015) e si appresta a uscire in tutto il mondo e in tutti i formati possibili, vinile incluso. All’orizzonte ho altri rework ma è presto per parlarne. Attualmente di certo ho l’album con Greg Blackman, una raccolta delle collaborazioni accennate sopra (ho in serbo esaltanti sorprese) ed infine quello che si accorda meglio con la mia passione per i viaggi: continuare a girare l’Europa (e spero oltre) con i miei 45 giri.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Con questa ci fai l’amore: Flowers – For Real (1976) / LA Xpressio 1976