Aldo e Corrado comprano dischi da anni, probabilmente hanno iniziato le loro rispettive collezioni quando molti dei giovani dj osannati negli ultimi mesi dovevano ancora scoprire l’esistenza dei giradischi. Per questo il loro amore per la techno è non può che essere considerato una storia di lunga data; un percorso che ha attraversato tante, tantissime fasi, facendoli crescere tanto come artisti quanto come uomini.
Quando hanno, qualche tempo fa, hanno deciso di unire le loro forze e di creare il loro progetto Wizard K – un omaggio a The Wizard, Jeff Mills – non potevano che ideare qualcosa che andasse in qualche modo “oltre” per riuscire a contenere tutta la loro fame di musica: quattro giradischi e due mixer era il minimo sindacale.
Oggi sono sulle nostre pagine dopo averci fatto ballare a Timeless Festival con i loro quindici passi del gigante e la loro musica. Pronti ad iniziare la settimana con la giusta carica?
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Aldo: In adolescenza, grazie alla frequentazione di amici più grandi, ascoltavo in special modo new wave e synth-pop e non ho dubbi che il primo disco che ha provocato in me un certo feeling con la musica è “Rage In Eden” degli Ultravox.
Corrado: Sicuramente l’etichetta Transmat di Derrick May ha influenzato molto il mio percorso musicale e “String Of Life”, prodotto con il suo alias Rhythim & Rhythim, è stato il disco in assoluto che più di tutti mi ha avvicinato alla musica.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Aldo: Erano i primi anni Novanta, già mettevo musica nelle feste tra amici usando consolle improvvisate, capitai in un party e in quel momento il dj suonava “Pullover” di Speedy J. Quel sound, la reazione del dancefloor, quei momenti mi hanno dato il via affinché acquistassi ad ogni costo piatti e mixer.
Corrado: Volevo emulare Marco Trani, mi feci prestare dei piatti da un amico e dopo esser riuscito a mettere in battuta due dischi, provai una tale emozione che mi resi conto che la mia vita da quel momento sarebbe cambiata.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Aldo: Sicuramente a differenza di oggi, dove la musica elettronica e techno è apprezzata anche in Italia, nel periodo dei primi anni 2000 ebbi un rapporto conflittuale con la musica, in quanto da noi la scena era dominata da sonorità che non mi rappresentavano.
Corrado: Ebbi un blackout dopo la fine dei rave party illegali quando divennero di dominio pubblico e la commercializzazione musicale seguente mi tolse quell’ispirazione che mi aveva avvicinato al movimento.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Aldo: Mi viene in mente un episodio in particolare: poco dopo aver dato il via a questo progetto insieme, suonavamo in un club e l’artista che ci avrebbe succeduti era Rebekah; al momento del cambio tra noi e lei ha iniziato ad applaudirci e poco dopo tutta la gente l’ha seguita. Questo sicuramente rimane un bel momento impresso nella mia mente.
Corrado: Sì sono d’accordo, quando un artista affermato ti omaggia in quel modo perché evidentemente ha colto nella tua musica e nel feeling creato con il dancefloor sensazioni positive, ti rimane in qualche modo impresso nei tuoi ricordi.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Aldo: Sono un grande fan di film di fantascienza, non smetterei mai di guardare Matrix o Interstellar!
Corrado: Non ho altri hobby al di fuori della musica! Se non è techno è rock psichedelico o new wave: sono sempre indaffarato con i vinili, quando posso mi piace andare nei mercatini dell’usato, sono un grande fan ad esempio dei The Cure e dei Depeche Mode.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Il fatto che, in passato, abbiamo dedicato molto tempo e spesso in maniera quasi ossessiva alla ricerca e alla selezione dei vinili e molto tempo all’arte del djing e non aver approfondito il lato produttivo, cosa che attualmente stiamo prendendo seriamente in considerazione.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Aldo:
The Clash “London Calling”
Kraftwerk “The Man Machine”
Visage “Visage””
Derrick May “Innovator”
Convextion “Convextion”
Corrado:
Depeche Mode “Songs Of Faith And Devotion”
The Cure “Disintegration”
Aphex Twin “Girl/Boy”
Paranoid London “Paranoid London”
Model 500 “Deep Space”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Aldo: “Last night a dj saved my life”: non smetto mai di rileggerlo! Lo consiglio vivamente, parla della figura del dj e di come sono nati alcuni generi musicali. Un punto di riferimento per me il capitolo sulla nascita dell’house music e quello sulla techno.
Corrado: Anche io consiglierei un libro, “Il conte di Montecristo”, un romanzo che ha dato tanto alla mia personalità, che mi ha tenuto incollato pagina dopo pagina, catapultandomi in un modo fatto di balli, serate a teatro, salotti pieni di pettegolezzi e segreti inconfessabili. Tra vendetta e moralità, la lettura di questo libro mi ha fatto veramente bene.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Due anni fa avevamo l’esigenza e l’ambizione di innalzare la qualità dei nostri set che in quel momento erano individuali o il classico back-to-back. Aver dato il via al progetto Wizard K che consiste nel suonare a quattro mani, quattro piatti e due mixer, miscelando tre/quattro tracce contemporaneamente e avendo così la possibilità di mettere in atto dei djset innovativi e dalle potenzialità enormi ci rende molto orgogliosi e contemporaneamente riempie la nostra sete di innovazione.
Oltre al fatto di essere tra i promoter e soci del Timeless Festival, un festival in forte crescita, che è arrivato ad ospitare dj dell’elite techno mondiale.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Aldo: Se usato con criterio è una gran cosa, pensiamo solo al fatto che se oggi esce o si scopre un disco e il giorno dopo lo si può avere tra le mani! Trovo che il web sia un grande mezzo di comunicazione, il rischio è spesso di trovarsi in un ingorgo di contenuti vuoti o superflui, cerco pertanto di usarlo senza farne un abuso.
Corrado: Dal mio punto di vista c’è il rischio, parlando delle nuove generazioni, di concentrarsi troppo sull’immagine del dj e sui social e poco sulla musica e sulla cultura musicale con la conseguenza di avere spesso un basso livello musicale nelle produzioni e nei club.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Aldo: So già cosa risponderà Corrado e quindi parlo di altri artisti che seguo e con cui si mi piacerebbe condividere del tempo o dei progetti. Uno di loro è Shifted, che tra l’altro abbiamo avuto il piacere di conoscere di persona pochi giornu fa al Timeless Festival, e poi Acronym, Phase, Reeko e Shlomo sono artisti a cui guardo sempre con interesse ed attenzione.
Corrado: Jeff Mills! Il nostro progetto prende ispirazione dalla sua musica spaziale. Abbiamo avuto in passato anche un club intitolato a lui, il Wizard Club. Sì, con lui mi piacerebbe molto passare del tempo insieme e magari condividere idee e musica.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Eravamo gli organizzatori, nel 2005, della prima edizione dell’EBM Festival (ispirato al movimento EBM “electronic body music”, termine coniato dalla band belga Front 242 negli anni ’80) con annessa area expo e area camping, quando in Italia non era ancora arrivata l’onda lunga dei festival europei, e nonostante fossimo patrocinati dal Comune e in possesso di tutti i permessi concessi dalle istituzioni pubbliche, passammo l’intero pomeriggio in una caserma, cercando di spiegare il significato della manifestazione. Purtroppo invano!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Aldo: Sinceramente una delle cose che non approvo è la gelosia tra gli stessi dj, spesso si manca di obiettività per via dell’ego, alla base spesso c’è quella mancanza di cultura musicale di cui parlavamo.
Corrado: Purtroppo, questo discorso vale soprattutto per i club, si tende ad andare troppo dietro le mode del momento o lo stato social degli artisti, non proponendo dj emergenti o dj che non scendono a compromessi commerciali per avere più serate, non facendo crescere più i cosidetti resident dj locali che meritano e magari hanno tanto da dire o prima di promuovere dj italiani si aspetta sempre che ricevano feedback positivi dall’estero.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ora abbiamo in progetto nei prossimi mesi di fondare una nostra label con releases in vinile, partendo intanto dalle produzioni di nostre tracce.
Passi sinestetici: salutateci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.