Sono entrato in contatto con la musica di Giacomo Mazzucato, in arte Yakamoto Kotzuga, un venerdì di qualche settimana senza essere minimamente preparato su chi fosse, che musica producesse e che tipo di live avesse preparato per il party Think Twice, a Bologna. Mi avevano detto che è uno in gamba, uno bravo per davvero. Mi sono fidato e, a ben vedere, il nostro “incontro al buio” mi ha sorpreso come poche altre volte mi è capitato in vita mia di fronte a un ragazzo così giovane – Giacomo è, infatti, un classe ’94. Avevano ragione: Yakamoto Kotzuga, a dispetto dell’età, ha già un suono in cui è possibile sentire la pasta di chi ci sa fare. Sì è vero, è tutto ancora un po’ acerbo, ma Giacomo ha le spalle dritte di chi è pronto a fare tanta strada. Qui potete leggere i suoi primi quindici passi con noi.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non saprei dirti il disco che mi ha cambiato la vita, la musica è sempre stata lì, grazie anche alla mia famiglia. Però ricordo che quando ascoltai “Discovery” dei Daft Punk per la prima volta mi si accese una scintilla. Credo che quello sia stato il mio primo passo verso la musica elettronica, per il resto che la musica fosse speciale me ne ero accorto quasi subito.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Non direi che ci sia stato un momento in particolare, credo sia stato più un processo graduale. Mi sono accorto che la cosa che mi faceva stare meglio era fare musica e che non c’era niente di più gratificante di vedere che qualcosa che avevo fatto esclusivamente per me riusciva ad emozionare anche terzi. Poi mi ricordo che dopo una delle mie prime date sono tornato in hotel, mi sono guardato allo specchio, ero felice. Mi sono detto: “Ok, questa è la vita che voglio provare a fare”.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
È sempre stato un rapporto fatto di alti e bassi. Ma il momento di crisi si limita all’insoddisfazione nel processo creativo, al non riuscire a finire la traccia o evolverla nel modo giusto, cosa che sto vivendo spesso ora che sto lavorando al mio primo album e ho mille idee diverse per la testa. Ma comunque bisogna accettare il fatto di avere momenti più prolifici e prendersi molte pause per “pulirsi” le orecchie.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Considerando che questo lavoro a questo progetto da neanche un anno devo dire che ho avuto parecchie soddisfazioni, soprattutto considerando le basse aspettative che avevo. La mia prima release per Bad Panda è stata una soddisfazione, era una label che seguivo e stimavo da molto tempo. Anche lavorare con Ghemon è stata una bella soddisfazione e in generale ricevere i complimenti da grandi artisti che stimo, accorgersi che qualcuno che tu apprezzi ti apprezza a sua volta. Ma anche semplicemente il complimento dallo sconosciuto post-concerto per me è sempre un risultato importante.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
In passato mi piaceva molto fotografare, ora devo dire che mi sto concentrando completamente sulla musica. Credo che per fare una cosa al pieno delle proprie capacità si debba dedicare tutto il tempo possibile ad essa. Quindi tutto il resto, tipo la fotografia o lo scrivere lo tengo come un semplice hobby.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Avrei voluto essere meno frettoloso e curare di più le cose, soprattutto all’inizio, per fare le cose meglio, con più attenzione. Poi alcune cose grosse non sono andate in porto ma non per colpa mia, quindi non ho rimpianti.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
I primi cinque che mi vengono in mente, poi sarebbero molti in più:
Shlohmo “Bad Vibes”
Jon Hopkins “Immunity”
Nosaj Thing “Drift”
Bloc Party “Silent Alarm”
Jay Z “The Black Album”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Adoro Bukowski, anche per quanto riguarda le poesie. L’ultimo film che mi è piaciuto molto è stato Beginners, come più recente Dallas Buyers Club. Amo molto anche le serie tv (Breaking Bad, True Detective, Dexter etc..).
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Il fatto stesso che ci sia dell’interesse per la mia musica è un risultato molto più importante per me ma forse una delle soddisfazioni più belle è stato quella di lavorare con Ghemon. Poi sono sicuro che anche quello a cui sto lavorando darà dei risultati di cui sarò orgoglioso.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Per me, da ventenne e da producer, ha sempre giocato un’ importanza fondamentale. Tutti i miei contatti con etichette, artisti, locali e stampa si son sempre sviluppati tramite esso. Credo abbia reso tutto molto più semplice ed accessibile. Però in studio non ho la connessione, così non perdo tempo.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Proprio poco tempo fa, durante la mia data al Node Festival, ho conosciuto Machweo che oltre ad essere un grandissimo producer è pure una splendida persona. Condividiamo obiettivi, siamo coetanei e la nostra estetica musicale è simile. Stiamo già covando qualcosa insieme anche con Furtherset, altro producer giovane e fortissimo. Se poi potessi scegliere di collaborare con qualcuno sceglierei sicuramente Shlohmo o Shigeto.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Non saprei se possa essere catalogato come assurdo, ma una volta mi sono esibito con la mia vecchia band a una sorta di congresso di giovani neocatacumeni. Ovviamente non lo sapevamo.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Più che darmi fastidio mi dispiace che ci sia così poca attenzione per degli artisti emergenti italiani che spaccano davvero e invece sempre di più per altri che ormai hanno già fatto il loro corso.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto lavorando al mio album di debutto che uscirà con La Tempesta Dischi, etichetta che stimo molto e con cui sono contentissimo di lavorare. Sarà anticipato da un singolo in uscita per questa estate. Dire che sono emozionato è riduttivo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.