Il nome Giuseppe Maffei in arte Z.I.P.P.O circola da molto tempo nelle lande della Murgia pugliese e ora è un nome che sta facendo proseliti anche lontano dal tacco d’Italia, guadagnando posizioni importanti nella scena techno rivisitata degli ultimi tempi. Nato artisticamente sotto l’egida del funk e dell’hip-pop – quello che alla fine ti insegna a stare sui piatti – Giuseppe ha trasformato il suo stile nel corso degli anni, ha fatto di necessità virtù per imbastire il suo studio personale e prosegue e persevera nel quotidiano l’amore per la musica, scartabellando vinili tra sneakers e grucce. Un ragazzo fresco, gentile e posato con un anima da martello pneumatico. A voi.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita?
La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre. Avevo forse 10 anni, dopo “Il mio canto libero” di Battisti la radio passava questo disco, impazzì. Era “Via con me di Paolo Conte”.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Quando ha scaturito in me emozioni tali da farmi sorridere o piangere, trasformare le mie giornata o anche solo un istante.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Il primo approccio con i vari sequencer per fare musica, non essendo musicista pensavo di non essere in grado di far nulla. Tutto quello che facevo mi sembrava vuoto, insensato.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sunbay, Capitolo-Monopoli. Puglia. Avevo 16 anni ed ho suonato per due ore difronte a 4.000 persone, era l’opening party del locale. Mi esibivo prima del duo francese Noze. Dopo quell’episodio, riscontrando tantissimi feedback positivi, decisi che questo sarebbe stato il mio lavoro. Da lì iniziarono i miei corsi notturni da autodidatta tra un tutorial e l’altro per imparare a sfruttare al meglio i miei giocattolini. L’ultimo passo importante della mia vita si è concluso un mese fa. In 4 mesi mi sono ritrovato a casa con 3 vinili, due prodotti da Z.I.P.P.O ed uno da 3KZ (Me e Kaelan). Il primo disco mi ha dato una carica e voglia di fare davvero esagerata, “Symmetrical Therapy” uscito sulla label FIGURE penso sia stata la release che mi ha avvicinato a questo mondo grazie al supporto di tantissimi artisti. Vale lo stesso per “Collected Works pt.1” su Involve Records e “Bounder” su Suburban Avenue con remix di Mark Broom. Devo ammettere che ascoltare il set di Ben Klock all’ultimo Time Warp in cui sono incluse due mie tracce è sicuramente un momento speciale. Non saprei come descriverlo, ero incredulo.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Design, grafica, sneakers sono tra le mie molte passioni quelle che prediligo. Non esiste tempo quando si parla di passioni.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
A 5 anni cantavo assieme ad un coro, forse adesso studiando canto avrei unito entrambe le passioni anche se il mio rimpianto più grande è quello di non aver mai imparato a suonare uno strumento musicale.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
A Tribe Called Quest – The Low End Theory
Lucio Battisti – La Batteria, il contrabbasso, eccetera
Miles Davis – Doo Bop
Massive Attack – Heligoland
John Cage – 4’33
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Così parlò Zarathustra – Friedrich Nietzche
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Avere gente che mi segue ovunque dalle zone limitrofe, mi appaga.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
I media ahimè, sono diventati un arma a doppio taglio. Possono farti sentire onnipotente un giorno, stronzo 10 minuti dopo. Per il resto ritengo che chi si occupa di questo lavoro professionalmente è diventato indispensabile per molti. Il web ci porta a scoprire nuovi talenti giorno dopo giorno. Ha facilitato la comunicazione ma ha danneggiato il senso di umanità di molte persone.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Indubbiamente gli amici e dj con cui sono cresciuto: Max e Antony, parte integrante del progetto MMREC ed il duo romano Asymptote, ideatori di Resistance is techno. Continuerò il progetto 3KZ con il mio amico Kaelan dato che trovo molto divertente dai miei soliti schemi e devo ammettere che ci è molto semplice accomunare le nostre idee.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Durante i festeggiamenti del mio ultimo compleanno, pochi mesi fa. Ho suonato tutta la notte, è stato magico. Dal primo disco fino alle 7.20 del mattino. La cosa che mai dimenticherò è l’atmosfera che circondava quella terrazza, non ci sono parole.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Diceva Giorgio Gaber: “Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono.” Uno dei problemi degli italiani forse è quello di parlare troppo. Mi infastidisce, ma ormai non ci faccio più caso.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Collected Works pt.2 per Involve Records, un uscita su Suburban Avenue e nuovi progetti con l’alias 3KZ. Non mi va di anticipare altro.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.