Come cambiano le cose, negli anni ’90 per fare il dj si doveva faticare! Per comprare una console (ma sopratutto i vinili) si doveva risparmiare, fare sacrifici ed avere tanta tanta tanta passione.
Anni ’00, di cose ne sono cambiate. Sembra assurdo ma di vinili se ne vendono molti di meno e sopratutto non sono più l’unico strumento del dj.
Internet, il download illegale e i negozi online hanno cambiato totalmente l’approccio alla musica. Prima il vinile si sceglieva come in un rituale, nel negozio di dischi e si suonavano per tanto tempo; ora comprare una track (o meglio scaricare da qualche sito/blog/forum) è un azione che si fa tranquillamente da casa e con molta più superficialità.
Sicuramente ora si ha una scelta più ampia, si emerge più facilmente e si risparmiano un sacco di soldi.
Nell’arco di vent’anni però non è cambiato solo questo… La conseguenza del mercato digitale ha comportato che anche lo “strumento” del dj non si limitasse più ad essere il giradischi, prima i cdj, poi i laptop con i vari programmi, che nemmeno vi cito, che hanno stravolto totalmente questo mestiere.
Fino a poco tempo fa ero poco interessato a come suonasse il dj, se usasse giradischi o altre diavolerie (perchè alcune sono vere e proprie diavolerie!), non giudicavo la tecnica ma la musica che passasse… Con il tempo e un progressivo avvicinarmi alla console da spettatore, mi sono accorto che forse lo strumento che è usato da un dj ha la sua importanza.
I deejay che suonano solo vinile, per me sono quasi degli eroi, sia perchè dimostrano di essere dei veri appossianati, sia perchè comprarsi un Mac e decidere di fare il dj da un giorno all’altro al giorno d’oggi sia possibile!
Ovviamente esistono moltissime eccezioni, di dj che svolgono benissimo il loro mestiere senza il bisogno dei vinili, e capisco anche che chi fa questo mestiere ha determinate esigenze di spazio che un hard disk e un pc risolvono facilmente…però io non parlo dei mostri sacri a cui, diciamocelo, è concesso tutto (o quasi), io parlo di chi “un giorno vorrebbe” essere un dj. Iniziare con un approccio digitale, per me, non ha senso, è un approccio totalmente diverso che svilisce questa nobilissima professione, che ho sempre pensato fosse una grande grande passione.
Carlo Biagioli
Studio economia, cucino, mi godo Roma. Poi scrivo su Soundwall, ormai da anni, e coltivo la mia passione per la musica elettronica sognando di intervistare Ricardo Villalobos. Anzi, di passarci un weekend…probabilmente l’unico modo per capire il personaggio.
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