Ci sono storie che si perdono nel tempo e nella memoria, sfumate lungo gli anni, tra circostanze misteriose, rivendicazioni di importanza storica e recriminazioni a posteriori. Storie che ci fa piacere riprendere quando se ne presenta l’occasione, soprattutto se ci imbattiamo di nuovo in uno dei nomi di cui noi italiani storicamente dovremmo andare più fieri, i N.O.I.A., per la reissue in digitale dei loro “Unreleased Classics ’78-’82”.
Band romagnola fondata nel 1978 per mano di Bruno Magnani e Davide Piatto, i N.O.I.A. si portano dietro una leggenda di avanguardia e sperimentalismo ai limiti del visionario che influenzerà parecchio nelle loro vicissitudini di carriera. Il loro orizzonte sonoro era la nuova elettronica figlia dei Kraftwerk, quella che ben presto sfocerà nel primissimo synthpop e che a quel tempo era frutto diretto di un futurismo ancora prematuro per molti. Uno spirito che si sente inalterato ancora oggi, nei 15 classici che potete ascoltare qui sopra, e che fa impressione se si iniziano a fare quattro conti con le date: 1978 significa l’anno “meno uno” del synthpop. 1978 significa che prima c’erano solo i Kraftwerk, e gli stessi Kraftwerk sarebbero arrivati solo quell’anno a “The Man Machine“, che è il vero genitore diretto dell’onda synthpop pronta ad esplodere. 1978 significa un anno prima di “Reproduction” degli Human League, il primo vero grande album synthpop della storia, e almeno un paio prima di tutti gli altri pezzi da novanta, quali furono John Foxx con “Metamatic“, Fad Gadget con “Fireside Favourites“, gli Ultravox di “Vienna“, l’omonimo dei Visage e quello degli OMD (sì, gli stessi OMD di “Enola Gay” dissotterrati quest’anno dal Primavera).
Nomi di importanza colossale, che han marcato a fuoco la storia della new wave britannica. E suoni che se conoscete bene, riconoscerete in maniera fedelissima nei pezzi che sentite qua sopra, a dimostrazione che i N.O.I.A. in questo fermento storico eran lì, con pezzi meritevoli di stare accanto a quelli dei grandissimi (se metteste “Europe” dentro “Metamatic”, quasi non notereste alcuna discrepanza). Suoni che in Italia verranno capiti solo più tardi e che nella prima fase della loro carriera li costrinse a cambiare corso e reinventarsi una seconda formazione, che dopo l’82 diede vita a pezzi più accessibili come “The Rule To Survive” o “Do You Wanna Dance“. Già, perché quando i N.O.I.A. teorizzavano invece la loro purezza synthwave il pubblico scalciava parecchio, e si racconta che quando vinsero il primo Rock Festival italiano nel 1980, una parte degli spettatori gli impedirono letteralmente di terminare la loro performance live.
Questi pezzi rimasero inediti fino al 2003, quando la Ersatz Audio degli ADULT. si offrì di pubblicarli in edizione fisica, grazie anche alla nuova energia introdotta dall’altro fratello Piatto, Alessandro. Oggi vengono estesi con altri cinque pezzi di quel periodo, tra cui spicca appunto la “Europe” già pubblicata su EMI nell’80, e ripubblicati in versione digitale (trovate tutto sul loro Bandcamp). Un ascolto che suona ancora puro e incorruttibile come il cuore del primo synthpop, croce e delizia dei drogati di elettronica come noi. E non serve citare circostanze d’estrazione differente, come la mano dello stesso Piatto nella “Dirty Talk” di Klein + M.B.O. che vien citata ancora oggi come uno dei primi pezzi house di sempre, o come i vari esempi dell’operato Italo Business fondata dai due fratelli. Stavolta parlano da soli i pezzi e le date. E ci lasciano un grande orgoglio per quello che certi italiani sono stati in grado di fare.