E’ bello vedere come Gregor Tresher sia riuscito ad assorbire le influenze del tempo che evolve, seguendo quello che di meglio è capitato recentemente intorno a sé, ovvero i Depeche Mode che lo hanno scelto come remixer ufficiale e le nuove tinteggiature “di tendenza” dell’electro.
Anche se già avevamo un’anteprima con “Permafrost” rilasciata come teaser a giugno e “Warpaint” e “About A Good Place” uscite in precedenza, era un bel mistero quello di indovinare come sarebbe suonato il nuovo album dopo una serie di EP firmati all’inizio di quest’anno su Cocoon, Drumcode e Music Man e i due remix “primaverili” per i Depeche Mode (“Lenire My Soul”) e per Moby (“The Lonely Night”). L’artista si rivela ben ispirato e le quattordici tracce che compongono la raccolta sono tutt’altro che banali. Una sfida techno che, molto probabilmente, era l’idea iniziale di Tresher si è poi trasformata in realtà in materiale elettronico che aiuta a delineare il profilo di un artista senza dubbio interessato alla ricerca musicale, oltre che a far ballare la gente nei club e nei festival. Ad accompagnare l’album e a conferma della tesi, Gregor sarà infatti impegnato in un lungo tour tra il vecchio e il nuovo continente, che includono anche alcune esibizioni live.
In un’ora e un quarto scarsi, Tresher bilancia abilmente questi movimenti musicali con pulsioni a bassissima frequenza, donando il corpo necessario all’album. Naturalmente non può mancare la sua firma melodica che, relativamente poco complessa, ha fatto di lui un marchio di fabbrica per la Cocoon e uno dei tanti nomi caldi dell’odierna techno Made in Germany. “Nightcolors” in play, a un primo impatto indurrebbe a comode prospettive techno attuali, di quella caldissima e plasticosa, cassa dritta, gomma che rimbalza e dalla ritmica trascinante. Poi “Pelican Dreaming” dissolve il tutto con articolazioni elettroniche eleganti fatte di scintille metalliche e pad cosmici che laccano a dovere questa soffice traccia, praticamente IDM. Sulla medesima scia c’è “Apparition” che riesce a creare un’altra ottima sospensione piacevolmente melodica, così che si respira un’atmosfera estremamente rilassante, momenti di chill-out. Il tedesco esalta le sue capacità proprio spaziando tra l’ascolto e le tracce da club. Questo non è il suo primo album uscito sulla sua Break New Soil, sempre fedelissima allo stile, ma se guardiamo a quanto uscito in precedenza qui si passa a chiare intenzioni. Una sorta di evoluzione e di modernità che governano le leggi della nuova electro-techno europea e una linea che, pur se figlia della scuola Cocoon, diventa personale e ispirata.