Architetto, musicista, dj, produttore, manager di una label…questo e altro è Gui Boratto. Brasiliano con reminescenze italiane nel nome e nelle origini, da anni oramai è una delle punte della Kompakt; all’attivo tre album e centinaia di tracce tra remix, EP e singoli. Un’intervista un po’ scarna, forse fatta durante la preparazione del nuovo live “old school” che ha in fucina e che proporrà per i diversi festival cui viene invitato, come l’Electron Festival di Ginevra in cui ci saremo anche noi di Soundwall…Boa leitura!
Specialmente per me e credo per tutta l’audience italiana, è un grande onore intervistare un maestro della scena elettronica. Per coloro, credo pochi, che non ti conoscono, potresti presentarti a noi? I tuoi inizi? E la decisione di scegliere la musica rispetto ai tuoi studi d’architetto?
Sono sempre stato circondato da musicisti. Mio nonno era un insegnante e quindi sono cresciuto con la musica. Quando mi stavo laureando alla facoltà d’architettura, lavoravo già nel mondo della musica e specificatamente nella pubblicità. È stato facile e naturale cambiare e focalizzarsi su di una forma più artistica di musica.
La tua produzione musicale è davvero enorme, e noi abbiamo la possibilità di spaziare tra remix, singoli, EPs e tre magnificenti album…focalizzandoci sugli album, quale parte di Gui è stata traslata in ogni album? E quale è stato il punto su cui si è concentrato il fuoco della tua attenzione per la stesura di ogni album?
Tutti questi processi sono stati naturali. Non ho mai pensato coscienziosamente su cosa trasmettere. Ma posso dire che “Chromophobia” rappresenta la parte ingenua di Gui, “Take My Breath Away” è il Gui coscienzioso e matematico mentre “III” è il lato dark e rock and roll.
Tu vieni dal Brasile ed è impressionante come la produzione sud-americana abbia monopolizzato per anni la scena; a parte questo il tuo stile sembra molto più europeo rispetto gli altri dj sudamericani. Hai scelto di essere lontano dallo stile Balearico o hai seguito il tuo flusso personale?
Ho solo seguito le mie intuizioni. Come molti possono notare, nelle mie canzoni non si trovano le tipiche percussioni brasiliane, hanno un linguaggio techno molto più universale, ma non è stato di certo un obiettivo stabilito.
Ascoltando la tua musica posso riconoscere diverse emozioni che vengon fuori. Penso ad “Atomic Soda” o “Anuncacion” in cui il suono dei cutoff è come se significasse rinascita, o ascoltando “Arquipelago” o “Striker” dove vien fuori una sensuale cattiva maliziosità, rappresenta qualcosa che tu senti mentre le produci o è qualcosa che vuoi istillare, come la sensazione di un mondo splendidamente colorato datoci da “Chromophobia”?
Credo e sono abituato a dire che mettiamo le emozioni al presente dentro le tracce. È totale riflesso dei nostri stati d’animo. È quello che permette alla musica di suonare onesta, pura. Indipendente dal mercato, dalle vendite, etc…
A proposito della tua produzione musicale, potresti spiegarci la configurazione che adotti per la tua produzione? Sappiamo anche che tu sei un grande musicista non solo con synth… è più complesso creare musica elettronica con strumenti veri o con synth? Come è cambiato il processo di produzione? Pensi di mettere in piedi una vera e propria band per fare i tuoi live, come altri dj hanno fatto tipo Apparat o Caribou? Come fai ad avere suoni sempre riconoscibili e mescolarli in modo nuovo in ogni traccia che componi?
Io uso praticamente tutto. Ho una collezione di synth analogici, 50 almeno, tra cui quasi tutte le classiche drum machine e vecchi synth. Mi piace anche la tecnologia software. Soprattutto Softsynths. Ho utilizzato Logic per quasi 20 anni fino ad ora. Suono anche la chitarra e il pianoforte e amo registrare i miei strumenti dal vivo. Parlando di spettacolo dal vivo, ne sto facendo uno nuovo, utilizzando solo macchine. Nessun computer, solo macchine. È un po’ come ritornare a scuola.
Sono tanti anni che vai in giro per il mondo visitando differenti paesi, festival (il 28 Marzo sarai all’Electron Festival di Ginevra e noi saremo anche lì come media partner) e cosa più importante differenti tipi di audience. In Italia ti abbiamo avuto all’Electro Venice nel 2010, quali sono le differenze che hai maggiormente riscontrato… in Italia, la scena elettronica viene accostata alle droghe (non per tutti,eh!), quale è la tua opinione?
Io non credo questo. Le droghe ci sono in ogni comparto. Le persone che frequentano la scena elettronica sono pacifiche. Vedo più abuso di droghe e alcool in altri contesti.
In questo momento la scena sembra essere rilocata sulla techno, in tutte le sue sfaccettature… cosa porta alla rilocazione della scena in un genere? In quest’intervista fatta da me sul nostro magazine A Guy Called Gerald dice che i media, nei primi anni ’90, rilocarono la scena dalla acid house alla Balearica, credi possa capitare anche adesso?
Ogni cosa è possibile. Chissà come il vento freddo soffierà? Eheheheh…
Gui Boratto dove si vede da qui a 10 anni? I tuoi progetti per il futuro? Cosa ci possiamo aspettare?
Sicuramente un nuovo singolo per l’estate prossima. Un quarto album, forse per la fine di quest’anno. Alcuni remix? Vediamo l’ispirazione come mi prende…
La tua Top 5 delle “Tracce Che Non Puoi Far Uscire Dalla Tua Testa”, le tracce che più hai amato e ancora ami?
1- Tears for Fears – Everybody Wants To Rule The World,
2- Astor Piazzolla – Adios Nonino,
3- Depeche Mode – Black Celebration,
4- Charles Aznavour – She,
5- Oscar Peterson – Misty
English Version:
Architect, musician, DJ, producer, label manager of one… this and more is Gui Boratto. Brazilian reminiscent Italian in name and origin, for years is one of the diamands of the Kompakt; assets three albums and hundreds of tracks including remixes, EPs, and singles… a bit ‘thin, perhaps made during the preparation of new live “old school” in his forge and he will propose for the various festival which is called as the Electron Festival in Geneva where will be him and also us of Soundwall… Boa Leitura!
Especially for me and I think for all the Italian audience it’s a great honor have the chance to interview a master of electronic music production. for those, I think really few, who doesn’t know u, could u host ur self to us? Ur beginning? And the decision to choose the music in respect of being an architect?
I was always involved around musicians. My grandfather was a maestro and I grew up with music. When I was graduating the architecture university, I was already working with music for publicity. It was easy and natural to jump and focus to more artistic kind of music.
Ur music production it’s really huge, we have the chance to choose between remixes, singles, EP and three magnificent album…getting focused on the albums, what part of Gui has been translated in every album u did? And what has been the focus point on which u have focused ur attention for each album?
All of these processes was so natural. Never thought consciently on that. But I can say, Chromophobia is the naive part of Gui, Take My Breath Away is the math and conscient Gui and the III is the more dark and rock and roll vain of Gui.
U come from Brasil and it’s really impressive how the sud-american electronic production has monopolized for years the scene; despite this ur style seems to be more European than other sudamerican djs. Do u have choose to get far from a “Balearic” style or u just followed ur own flow? And what u think about those djs that have ride this wave?
I jus followed my intuition. As many people can notice, I dont use typical brazilian percussion on mu songs. It result in a more universal techno language, but it wasn’t on purpose.
Listening to your music I could define a lot of emotions that could get out. I think at “Atomic Soda” or “Anunciacion” in which the sound of the cutoff gets me in a re-bloom, or when I listen to “Arquipelago” or “Striker” u get me out in a sensual-evil mood… it’s reflection of what u feel producing them or it’s the sensation that u want inspire, like the sensation of a wonderful colored world u gave us with “Chromofobia”?
I believe and used to say that we put our present emotions in our music. Its a total reflex of our moods. That makes the music sounds honest, pure. Independent of the market, sales, etc.
About ur music production. Could u explain us ur setup of production? We know ur also a great musician not only with synth, it’s more complex create electronic music with real instruments or with synth? How is changed the process of production? Do u think to get a real band to do ur live like other djs already do like Apparat or Caribou? How do u do to have some recognizable sound and mix them in a new way in every track u make?
I use pretty much everything. I have a collection of analog synths, like 50 at least, including almost all classic drum machines and old synths. I also love the software technology. Especially softsynths. Im using Logic for almost 20 years so far. I also play guitar and piano and love to record my own instruments live. Speaking about live show, Im doing a new one, using only machines. No computer, only machines. Its kind of “back to the school thing”.
It’s a lot of years that u goes around the world visiting different countries, festival and most important different kind of audience. In Italy we get u in the far 2010 at ElectroVenice, what are the difference that u highlighted turning around the world… u know in Italy, an electronic scene is seen relocated to drugs (not for all people!), what is ur opinion about this?
I don’t believe on that. Drugs exists everywhere. The electronic music people are pacific. I see more drugs and alcohol abuse on different situations.
At this moment the scene seems to be relocated to techno, in all its sides…what’s get the relocation of the scene in a genre? In this interview made by me on our magazine A Guy Called Gerald says that the media partner in the early 90’s relocated the scene from the acid house to the Balearic house, do u think that this is possible also now?
Everything is possible. Who knows where the cold wind blows? Hehehe…
Gui Boratto where see himself from here to 10years? What are ur projects for the future? What we could expect from u?
A next single for the summer for sure. A 4th album, maybe for the end of this year. Some remixes? Lets see how inspiration goes.
Ur top 5 list of the “Tracks That Can’t Get Out Of Your Head” ur beloved tracks that get u closer to this world?
1- Tears for Fears – Everybody Wants To Rule The World,
2- Astor Piazzolla – Adios Nonino,
3- Depeche Mode – Black Celebration,
4- Charles Aznavour – She,
5- Oscar Peterson – Misty